"Jena#100" <mail.rt_at_katamail.com> wrote in message
news:2l2j48F80p7oU1_at_uni-berlin.de...
> In una puntata di VELISTI PER CASO, i due protagonisti erano in america
> latina difronte ad una riga per terra che doveva essere l' equatore.
[...]
> Facendo l' esperimento nell' emisfero nord ( a un metro dall' equatore
> disegnato in terra) si formava un mullinello in un senso, ripetuto l'
> esperimento nell' emisfero sud (due metri pi� a sud di prima), si formava
un
> mulinello dalla parte opposta, sulla linea dell' equatore non si formavano
> mulinelli. Tutto davanti alla telecamera.
>
> Se alle nostre latitudini l' effetto � piccolo, in quel luogo lo �
> sicuramente molto di pi�.
Caspita, questa e' proprio grossa !!!
I fatti sono fatti, e con i fatti bisogna comunque fare i conti.
Bene, di fronte a questo fatto (l' "esperimento" mostrato in TV) io assumo
la seguente posizione:
non ci credo !!!!
Oltre alla cosa, gia' di per se incredibile, che l'esprimento possa dare un
risultato riproducibile se venisse eseguito al polo, si aggiunge (come hai
fatto notare) il fatto che l'effetto si vorrebbe riprobucibile anche se,
effettuato in prossimita' dell'equatore, venisse diminuito di diversi ordini
di grandezza.
Ma non basta, c'e' ancora dell'altro, un'altra cosa altrettanto incredibile
quanto le precedenti:
come dici tu l'esperimento veniva eseguito in prossimita' di una linea che
qualcuno un giorno passando di li' aveva deciso di tracciare a terra. Che
l'equatore della Terra (definito come? a seguito di quali misure si e'
stabilito che l'equatore passasse proprio di li'? Che precisione avevano
quelle misure?) fosse proprio li' e che quindi avesse un qualche senso il
dire che spostandosi di un metro in su o in giu' si cambiava emisfero e', a
mio modo di vedere, decisamente poco credibile.
Se qualche persona seria (intendendo con cio' una persona che sappia cosa
significhi eseguire un esperimento, cosa che e' normalmente nota a un
qualsiasi fisico sperimentale e che e' spesso ignota a chi fisico
sperimentale non e'), eseguendo l'esperimento, trovasse risultati
statisticamente rilevanti naturalmente mi interrogherei sulla causa, ma
credo che prima di pensare alla forza di Coriolis come causa dell'effetto
trovato, ne ipotizzerei almeno un centinaio di altre piu' credibili. Se poi
le cento possibili cause risultassero tutte invalidate, ci sarebbe da vedere
se la centounesima (la forza di Coriolis) passa l'esame.
Molto probabilmente farebbe la fine delle prime cento.
Questa e' una cosa che, nel raccontare la favoletta dei lavandini, si
dimentica sempre di sottolineare: se anche fosse vero che, eseguendo
l'esperimento, i vortici fossero tutti in un verso a me non pare proprio che
questo sarebbe una "prova" del fatto che il verso dei vortici viene deciso
dalla forza di Coriolis. Provare sperimentalmente un effetto e' cosa ben
piu' seria: si ipotizza che l'effetto, in certe condizioni sperimentali,
abbia una certa causa dominante (esempio la forza di Coriolis), si da'
quindi una stima quantitativa dell'effetto nella ipotesi che la causa
dominante sia effettivamente quella ipotizzata (esempio si da' una stima di
quanto dovrebbe essere la velocita' angolare dei vortici), poi si puo'
passare (se si vuole aumentare il grado di credibilita' della ipotesi che si
intende provare sperimentalmente) a perturbare l'esperimento agendo con una
altra causa controllabile di cui si conosce l'entita' (tipo generare un
vortice d'aria, di "entita'" nota, sopra il pelo dell'acqua) e si verifica
che proprio quando la causa perturbante ha una entita' uguale e opposta alla
forza di Coriolis l'effetto scompare.
Se non si fa una cosa del genere allora anche nella ipotesi (negata peraltro
dai fatti come gia' detto in passato mi pare da Camoretto che ha riportato
risultati sperimentali) che i vortici fossero tutti in un verso da noi e
tutti nell'altro verso in Australia, la posizione corretta sarebbe la
seguente: l'effetto e' provato sperimentalmente, ma sulla causa non ne
sappiamo ancora nulla.
> .... innesco in un sistema instabile
> (acqua che cade da un buco), per cui anche una piccola deviazione dallo 0
> del segnale in ingresso fa evolvere il sistema in uno stato o in un altro
> che sono molto diversi (mulinello a sx o a dx).
Questo mi pare decisamente credibile e, se ben ricordo i risultati
sperimentali di cui sopra, e' anche stato gia' provato sperimentalemente:
in condizioni sperimentali lontanissime da quelle descritte (lavandini
perfettamente simmetrici, sistema per stappare molto delicato, aria
circondante l'apparato sperimentale il piu' possibile stagnante ... altro
che tinozza schifosa stappata allegramente all'aperto) per velocita' di
scolo basse non si innesca alcun vortice, per velocita' di scolo al di sopra
di un certo valore critico (certo il valore era critico per quella
situazione sperimentale, in altre condizioni (lavandino diverso)
probabilmente il valore critico cambierebbe) i vortici si innescavano nel
verso stabilito dalla forza di Coriolis.
In condizioni normali, quando le "cento" possibili cause di innesco di
entita' maggiore della forza di Coriolis non sono trascurabili, il sistema
instabile avra' un piccola deviazione che inneschera' il processo ma quella
piccola deviazione sara' l'effetto di tante cause, fra le quali il movimento
della telecamera che sta riprendendo il tutto ha probabilmente entita'
maggiore della forza di Coriolis.
Ciao.
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Thu Jul 08 2004 - 18:11:41 CEST