Re: Uno strumento un po' meno enigmatico

From: Paolo Bonavoglia <paolo.bonavoglia_at_liceofoscarini.it>
Date: Mon, 05 Jul 2004 17:30:31 GMT

Pangloss wrote:

> La differenza di azimut tra la macchia ed un bordo del Sole non e'
> di per se' significativa, poiche' dipende dall'ora di osservazione,
> essendo appunto la verticale una direzione non inerziale (ovviamente
> invece la differenza di azimut fra i due bordi del Sole non varia).

        OK, ma non e' proprio il problema dell'ora di osservazione che ho
cercato di risolvere con l'algoritmo di calcolo PhP gia' segnalato?
        Il problema critico mi pare piuttosto il seguente: il tempo
intercorrente tra la sovrapposizione della macchia con la sua immagine
speculare e p.es. la "tangenza" tra i due dischi solari dipende sia
dall'AR sia dalla declinazione della macchia. Detto altrimenti: macchie
con differenti AR possono dare la stessa differenza di tempi. In effetti
hai ragione: un'osservazione da sola lontano dal mezzogiorno non basta
per calcolare l'AR.

> Non dico tuttavia che la strada da te seguita sia priva d'interesse:
> eseguendo due o piu' misurazioni intervallate di alcune ore, vedo la
> possibilita' di determinare addirittura in modo completo la posizione
> della macchia (in ascensione retta e declinazione), sia pure con
> calcoli piutosto laboriosi.

        In base a quanto detto sopra, basterebbe misurare il tempo p.es. al
mattino quando il Sole si muove con angolo di circa 45� e poi al
mezzogiorno vero per avere la AR della macchia. A questo punto in
effetti si dovrebbe poter calcolare sia l'AR sia la declinazione della
macchia.
        I calcoli laboriosi, nell'era del computer, non dovrebbero piu' spaventare!
        E poi a occhio e croce mi pare che disponendo gia' dell'algoritmo che
calcola l'angolo tra verticale ed equatore
(http://www.liceofoscarini.it/didattic/astronomia/astro/sole/calcola_sole.phtml),

la parte piu' laboriosa del calcolo e' gia' fatta.
        Prima o poi ci provero'; il problema ora e' che il Sole dopo le tre
macchie di fine giugno e' di nuovo "pulito", e non posso fare prove
pratiche con le macchie.
        Insomma ho idea che e' meglio aspettare l'autunno anche per poter
lavorare piu' comodi con un Sole piu' basso.

> Ritengo comunque che l'uso "storico" dello strumento sia quello gia'
> indicato. L'escursione della vite micrometrica mi sembra notevole:
> ho l'impressione che essa permetta di simulare l'assetto di una
> montatura equatoriale per circa un paio d'ore (verso mezzogiorno).

        E' molto probabile che fosse cosi'; i nostri bisnonni nell'800 non
avevano il computer a disposizione!
        Pero' non riesco a immaginare come simulare in pratica l'equatoriale,
ovvero come sapere di quanto inclinare lo strumento; forse con l'aiuto
di tavole apposite?
        D'altra parte considerata anche la limitata precisione dello strumento
c'e' un buon margine di tolleranza attorno al mezzogiorno vero.

        Per ora la vite micrometrica io la uso soprattutto per regolare
l'inclinazione del prisma, cercando di portarlo sulla verticale.
        Un fatto curioso, forse significativo, e' che il piano riflettente del
prisma non e' parallelo all'asta di sostegno, per cui se p.es. si
rovescia il cannocchiale spostando il prisma da destra a sinistra (o
viceversa) si deve lavorare un bel po' sulla vite per riportare il
prisma sulla verticale e ritrovare l'immagine sdoppiata.

        Grazie e cordiali saluti.

        Paolo Bonavoglia

        Venezia
Received on Mon Jul 05 2004 - 19:30:31 CEST

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