luciano buggio wrote:
> Partiamo dalla corrente continua.
> La differenza di tensione alle estremit� del conduttore fa viaggiare gli
> elettroni, ad una bassissima velcoit� (qualche centimetro al secondo).
> Immagina che tale avanzamento avvenga (per come � strutturato il metallo
> in cui si muovono gli elettorni liberi) "a piccoli scatti", per
Perche' dovrebbe procedere a scatti (=partire fermarsi, ripartire..)? A
meno che a scatti voglia dire con velocita` non uniforme.
> accelerazioni (e quindi decelerazioni) successive. Sappiamo che quando un
> elettrone accelera emette radiazione. Infatti all'esterno del conduttore
> si crea un campo magnetico ed elettrico stabilmente diretti di conseguenza.
Credo che stia facendo un po' di confusione con le equazioni di maxwell,
che dicono che se le cariche nel conduttore si muovono di moto
(mediamente) uniforme, si ha un campo magnetico statico (che NON e` una
radiazione). Per avere un campo statico, non servono accelerazioni,
variazioni di corrente o simili (rot(H)=J)
L'accelerazione da` origine a un campo magnetico variabile, e di
conseguenza all'onda elettromagnetica (onda elettromagnetica che NON
c'e` fuori da un conduttore percorso da una continua).
In continua, anche se gli elettroni procedessero a scatti,
l'accelerazione di un elettrone sarebbe compensata dalla "decelerazione"
di un altro elettrone e mediamente non si avrebbe radiazione. Gli
elettroni nel conduttore viaggiano, e` vero, a velocita` medie molto
basse, ma la loro agitazione termica li fa muovere a velocita` dalle
parti di un centinaio di kilometri al secondo. Questo movimento e`
continuamente accelerato, nel senso che cambia continuamente direzione,
ma non da` radiazione (ci sarebbe una nota da fare, ma meglio lasciare
stare) perche' e` compensato in media dalle accelerazioni degli altri
elettroni, e quindi tutto l'insieme ha accelerazione nulla. Per avere un
campo statico non serve una accelerazione delle cariche. La condizione
di accelerazione delle cariche serve per generare un'onda elettromagnetica.
> Si inverta ora periodicamente con una certa frequenza il verso della
> differenza di potenziale degli estremi del conduttore. Quel campo
> magnetico ed elettrico che avevano sempre lo stesso orientamento nel caso
> della corrente continua ora si invertono, con la stessa frequenza del
> campio di polarit� del conduttore, divenuto antenna. Viene emessa quindi
> radiazione.
Occhio che il campo elettrico di cui parlavi prima e` quello dovuto alla
resistivita` del materiale, non ha nulla a che vedere con
l'irraggiamento elettromagnetico (il vettore di poynting va dalla parte
sbagliata, entra nel conduttore al posto di uscire dal conduttore. Come
lo hai detto sembrerebbe che una antenna di superconduttore non possa
irradiare)
> Ci� che importa rilevare � che abbiamo ridotto la tua "corrente" al moto
> accelerato, in uno spaizo brevissimo, dell'elettrone.
Se parli di moto accelerato a causa della differenza di potenziale e
della corrente variabile, ok. Se parli delle accelerazioni del primo
paragrafo (moto a scatti), non va bene. Nota ancora che le eq. di
maxwell parlano di corrente elettrica, non di elettroni. Sono state
scritte prima che si sapesse che esistevano gli elettroni (equazioni di
maxwell, circa 1864, elettrone circa 1900). Quando passi da una corrente
(=insieme di molti elettroni) a un singolo elettrone, le cose si complicano.
> Passiamo all'atomo.
<cut>
Se parli di orbite (suppongo classiche) e accetti le equazioni di
maxwell, devi anche spiegare come mai un elettrone in orbita stazionaria
non emette radiazione, eppure e` continuamente accelerato (accelerazione
vuol dire cambiare il vettore velocita`, non solo in modulo, ma anche in
direzione). Poi ci sono altri problemi, ma questo e` il primo.
> Non chiedermi i calcoli.
Quelli sono fondamentali
> In ogni modo vengono prima le idee.
Che pero` devono essere verificate dai calcoli e dagli esperimenti.
Credo che questo modello sia stato abbandonato circa un secolo fa,
perche' non funzionava.
Vorrei solo chiudere la discussione dei post precedenti, ribadendo il
fatto che non si possono sommare due onde em identiche, che una antenna
puntiforme non si comporta come un atomo e che non puoi usare
l'elettromagnetismo classico per descrivere un atomo.
Ciao
--
Franco
Wovon man nicht sprechen kann, dar�ber mu� man schweigen.
(L. Wittgenstein)
Received on Fri Jul 02 2004 - 18:22:27 CEST