Re: Singolo elettrone libero in oscillazione

From: JTS <pireddag_at_hotmail.com>
Date: Sun, 3 May 2020 13:27:51 +0200

On 03.05.20 12:45, Luciano Buggio wrote:
> Il giorno sabato 2 maggio 2020 21:35:02 UTC+2, JTS ha scritto:
>> On 02.05.20 11:57, Luciano Buggio wrote:
>>
>>>
>>>
>
>
>>> L'idea che tu mi hai suggerito (a meno che non sia stato uno scherzo) - chiedendomi il calcolo, che ho fatto - cioè che nel tempo dell'emissione per salto orbitale l'elettrone oscilli classicamente qualche milione di volte (che è la prima che dovrebbe affacciarsi alla mente) è mai stata presa in considerazione da qualcuno, che tu sappia?
>>>
>>> Luciano Buggio
>>>
>>
>>
>> E' standard.
>
> Quindi il fotone è un treno d'onde di lunghezza, a conti fatti, dell'ordine di un metro?
>

Nella teoria quantistica che conosco io il fotone e' un'eccitazione di
un modo del campo elettromagnetico. Quindi nel caso dell'emissione
spontanea da parte di un atomo c'e' una sovrapposizione di diversi modi
di radiazione ognuno dei quali puo' essere eccitato al massimo una
volta. Il modo standard di fare il calcolo e' quello di Wigner e
Weisskopf, che usa gli stati essenziali (sono quelli con una sola
eccitazione in ciascun modo del campo e l'atomo nello stato fondamentale
oppure l'unico con tutti i modi del campo nello stato fondamentale e
l'atomo in quello eccitato).

Questi calcoli devono poi andare d'accordo con l'osservazione
sperimentale. Un effetto per quanto so io considerato esclusivamente
quantistico e' il cosiddetto "antibunching", osservato per la prima
volta (ho controllato adesso su Wikipedia tedesco) da Kimble, Dagenais e
Mandel:
Kimble, H. J., Dagenais, M., & Mandel, L. (1977). Photon Antibunching in
Resonance Fluorescence. Physical Review Letters, 39(11), 691â€"695.
https://doi.org/10.1103/PhysRevLett.39.691

Scaricabile liberamente da
https://authors.library.caltech.edu/6051/1/KIMprl77.pdf

Vedere figura 2 per i dati sperimentali: si vede che le coincidenze di
rivelazione di fotoni con due fotomoltiplicatori crescono per tempi
piccoli, l'ordine di grandezza dell'intervallo di tempo nel quale le
coincidenze crescono (non ho controllato i dettagli) e' quello della
durata dell'emissione spontanea. La rappresentazione
intuitiva/divulgativa e' che "gli atomi emettono i fotoni uno alla
volta"; nella rappresentazione formale e "seria" non mi ci so orientare
sufficientemente bene per descriverla qui sinteticamente - la quantita'
che si calcola e' la funzione di correlazione (= correlazione come
funzione del tempo), vedi formula (5) nell'articolo (questa va d'accordo
con l'osservazione che le coincidenze crescono in un tempo uguale a
quello della durata dell'emissione spontanea: determinato dal termine
<\hat I_G (tau)> ).

Cosi' anche in questo post ho messo un link ad un articolo con dati
sperimentali :-)

Detto questo, ho l'impressione che tu abbia in mente domande che non fai
(in ogni post me ne fai una, ma ho l'impressione che non sia quella o
quelle a cui vuoi arrivare). Fammele, cosi' ti dico che non lo so ;-)
Received on Sun May 03 2020 - 13:27:51 CEST

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