Elio Fabri ebbe a scrivere:
> Qui stiamo girando attorno a un altro problema: come mettere
> d'accordo la descrizione classica di un'onda e.m. e quella in
> termini di fotoni...
>
E infatti, mi piacerebbe lei mi spiegasse meglio questo aspetto.
I so (librescamente, non altro) che per parlare correttamente di
campo em ci vuole la Seconda Quantizzazione, gli operati (a) e (a+)
e tutto il resto e che, per dirla alla grossa, il campo em e'
un'assemblea di fotoni indipendenti, che vengono dinamicamente creati
e distrutti nelle varie interazioni.
I fotoni di cui si parla nella Seconda Quantizzazione sono, come tutte
le particelle, autostati dell'impulso, no? E per assegnare il campo
em basta assegnare la sua composizione in termini di fotoni, cioe' il
numero n(k) di fotoni che hanno impulso k (trascuriamo le
polarizzazioni, etc)
Tutto quello che succede nell'interazione tra luce e materia e' che la
composizione degli n(k) e' differente tra il "prima" e il "dopo". E'
giusto fin qua?
E qui viene ora il mio dubbio: io posso comprendere che se un atomo
emette due fotoni in direzione opposta +k e -k, questo significa che
n(k) e n(-k) sono aumentanti di una unita'. Lo comprendo perche', in
fondo, non mi sembra granche' ... quantistico. Ma cosa devo dire se
l'atomo emette "un fotone" che e' in una sovrapposizione di due stati
quantici +k e -k? Cosa posso dire dei numeri n(k) del campo, in
questo caso? Forse che questi n(k) si "sovrappongono" anch'essi?
Sono sicuro che lei ha capito che e' a causa di questo mio
(vergognoso) dubbio (cioe', il non aver compreso realmente la seconda
quant.) che non mi riesce di parlare di fotoni non monocromatici.
Michele
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Received on Mon Jun 14 2004 - 22:48:32 CEST