Alex ha scritto:
> ...
> Prendo due corpi conduttori e li metto vicinissimi. Colloco dietro *ad
> uno* dei due un campo elettrico (in modo che la sorgenete di campo
> esterna sia vicina da uno solo dei due corpi, mentre l'altro sta
> dietro al primo corpo) I due corpi subiranno induzione elettrostatica.
> I due corpi sono collegati a terra. Le facce dei due corpi che si
> affacciano l'un l'altra saranno cariche di segno opposto. Ecco quindi
> un esempio in cui due corpi cariche di segno opposto non hanno linee
> di campo tra loro e non hanno ddp.
Mhhh... Troppo vago...
Non dici niente sulla forma dei corpi. Poi la tua misteriosa "sorgente
di campo" sara' un altro corpo carico, no? Perche' non lo chiami
cosi'?
Poi se i due corpi sono messi a terra, sappiamo di certo che stanno
allo stesso potenziale, quindi hai ragione che non ci saranno linee di
forza dall'uno all'altro.
Ma chi ti dice che abbiano cariche di segno opposto nelle facce
adiacenti?
In realta' succedera' questo: dal corpo carico che non sta a terra,
supponiamo con carica positiva, partiranno linee di forza che vanno *in
tutti i punti* del conduttore a potenziale zero (formato dai due a
terra).
Quindi *tutta la superficie* portera' carica indotta negativa,
naturalmente con densita' molto diversa da punto a punto: grande nella
regione vicina al conduttore carico, piccolissima nella parti "in
ombra".
Di piu' non si puo' dire senza specificare la geometria della
situazione.
> Mi dici qualche regola d'oro su come orinetarsi tra questi tre
> concetti: carica el�ettrica, campo e potenziale. In particolare io non
> so se � pi� giusto dire che la ddp tra due punti di un campo esiste in
> virt� del fatto che il campo tra i due punto � non nullo (ma mi sembra
> sbagliato dire prorpio cos�) oppure, al contrario, che il campo � non
> nullo tra due punti di un campo solo se esiste una ddp. Insomma capire
> se � nato prima l'uovo o prima la gallina. Anche se mi rendo conto che
> sono sbagliate entrambe le espressioni di sopra.
Molto semplice: tra campo e potenziale non esiste alcuna relazione di
causa/effetto: questa c'e' se mai tra carica e campo.
Campo e potenziale sono concetti del tutto equivalenti: dato il
potenziale e' noto il campo, e dato il campo e' noto il potenziale (a
meno di una costante).
Puoi sempre descrivere una situazione elettrostatica o mediante le
linee di forza del campo, o mediante le sup. equipotenziali. Spesso e'
utile considerarle entrambe per visualizzare la situazione.
Dal punto di vista dei calcoli, il potenziale e' vantaggioso perche'
e' scalare: un'unica funzione del punto, contro le tre componenti del
campo.
Inoltre sui conduttori il potenziale e' costante (cosa che si vede
pero' anche dalle linee di forza, che debbono partire ortogonalmente).
Per finire: non ricordo a che punto di studi sei, se l'hai mai detto.
A livello di primi anni di universita', trovo istruttiva la
trattazione del corso di Berkeley, che spende un po' di pagine a
spiegare come si possono calcolare in casi concreti ma non banali
campo e potenziale.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Fri Jun 04 2004 - 20:40:11 CEST
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