Re: Bizzarrie (?) dell'orologio a luce

From: Ruggero Giullari <ruggerogiullari_at_libero.it>
Date: Sun, 14 Jun 2020 07:43:14 -0700 (PDT)

Innanzitutto riterrei opportuno che i rapporti interpersonali fossero improntati a toni e argomentazioni adeguati all’ambiente.


L’argomento iniziale non era infatti la definizione di tempo proprio ed eventi, non volevo “capire” la RR, avevo solamente chiesto dove fosse l’errore nell’elaborazione matematica nella ordinaria applicazione del teorema di Pitagora nel caso di un esperimento mentale appena diverso da quello proposto dal prof Fabri su Sagredo lez. N.8.

Che io abbia impropriamente definito una porzione di tempo trascorso all’interno di un laboratorio in movimento, è in ogni modo ininfluente ai fini della domanda e della relativa risposta che infatti Fabri mi ha parzialmente avanzata.


Proprio la lezione n. 8 di Fabri, che caldamente la invito a leggere, evidenzia come non dovrebbe essere necessario consultare anticipatamente un qualsiasi motore di ricerca per dotarsi dell’esatto glossario per affrontare un argomento per quanto ostico, poiché la definizione dei termini possono poi emergere con naturalezza nel corso della lezione stessa, come si può desumere da un paio di esempi, ovviamente non esaustivi:
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Il tempo proprio (pag.103)




Occorre subito chiarire il significato dei due intervalli di tempo Dt e Dtau . Il primo è il tempo segnato da un orologio che sta fermo nel rif. del laboratorio, mentre Dtau è il tempo segnato dall'orologio a luce, che si muove rispetto al laboratorio. Teniamo presente che l'orologio a luce si porta dietro il suo contatore; anche se l'orologio si sposta noi possiamo leggere il contatore, e conoscere il tempo segnato dall'orologio. Il tempo dell'orologio a luce è dunque obbiettivo, nel senso che può essere osservato da chiunque, leggendolo sul quadrante, o essere trasmesso via radio…….



(Pag. 105)…….Pensando all'orologio a luce, avremo un evento A (fig. 8-6), che è la partenza della luce dalla sorgente, e un evento B, che è il ritorno dell'impulso di luce al rivelatore. I due eventi avvengono a tempi diversi e in generale anche in posti diversi: quindi le coordinate spazio-temporali di questi eventi sono diverse, sia la x, sia la t. È anche chiaro nella figura il significato di Dx e Dt. Abbiamo poi una distanza Dtau, che è data dalla (8-2) e che, come nel caso della distanza geometri a tra due punti, non dipende dal rif.......
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Può essere che abbia frainteso i concetti espressi dal prof. Fabri, a cui avanzerò le mie scuse, sebbene mi sia in effetti limitato a trascriverli.


Infine, se la ho impropriamente definito Dtau la frazione di tempo che intercorre tra la partenza di un raggio di luce da una sorgente e il suo arrivo a un rivelatore dopo essere stato riflesso da uno specchio, sarebbe stato sufficiente e più proficuo che mi venisse fin da subito segnalato come definire la grandezza fisica.
Ciò senza entrare in inutili e sgradevoli valutazioni personali.
Received on Sun Jun 14 2020 - 16:43:14 CEST

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