Aveeevo perso di vista questo dibattito e mi sono accorto solo ora, a
distanza di un mese, del Reply.
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Paolo Russo ha scritto:
> [Luciano Buggio:]
> >Non sono d'accordo. Qui non si tratta di termini, ma della teoria che
> >sottost� i due "effetti simili".
> >Per le particelle massive si invoca l'effetto tunnel (con tutti i problemi
> >di "non localit�", di "azione a distanza", e soprattutto di insufficienza,
> >classicamente parlando, dell'energia). Per i fotoni no.
> Non c'entra la massa delle particelle, ma la natura della
> barriera.
Ammettiamolo: ma quanto ho affermato � vero o no?
> >Il termne "effetto tunnel" sottintende un preciso quadro teorico. Gli
> >autori dell'articolo in questione lo vedono anche nella trasmisione di
> >fotoni attraverso la loro barriera a pi� strati (parlano di fotoni che
> >"prendono a prestito l'energia mancante per passare", ecc..)
> >Il disaccordo � sostanziale.
> Una barriera di potenziale seleziona le energie, facendole
> passare con coefficienti diversi. Anche uno specchio a strati
> lo fa, quindi quel riferimento all'energia presa in prestito
> puo` anche avere senso (anche se personalmente non mi
> esprimerei in quel modo, ma qui scivoliamo
> sull'interpretativo). Attenzione che ho detto "puo`": non ho
> fatto i calcoli relativi, quindi non so quanto i due effetti
> si somiglino.
Comunque sei d'accordo con gli autori che lo specchio dielettrico debba
essere trattato col modello della barriera?
> >> La MQ spiega gia` cosa succede ai fotoni in una lastra di
> >> vetro, senza barriere di potenziale.
> >Gli autori in questione non sarebbero d'accordo con questa affermazione.
> Mi pare decisamente improbabile che possano non esserlo.
Certamente gli autori non avrebbero fegato di dichiarare che il modello di
Feynman non vale: ci� non toglie che se essi spiegano l'interazzione
all'interfaccia "verto-vuoto" con la logica della barriera quanto meno
forniscono un altro modello, *completamente diverso*. Come ho detto, nel
modello di Feynman (per intenderci, quello sostenuto da Fabri nel vecchio
dibattito cui accennavo) l'interfaccia � un ente geometrico (una linea
retta), ed in quello degli autori non avviene alcun coinvolgimento della
materia al di qua ed al di l� della barriera.
O vale un modello, o vale l'altro, n� si pu� affermare che l'uno � una pi�
completa descrizione dell' altro.
Se pensi che sia cos�, fammi vedere come.
> >Tra una situazione in cui si ha un'unica interfaccia (vetro-vuoto, o tra
> >due mezzi di diverso indice), ed una in cui se ne hanno pi� d'una in
> >successione (come nell specchio dielettrico a pi� strati) non c'�, mi
> >paare, differenza di principio.
> Esatto. E` tutto un gioco di interferenze. Anche tra una
> lastra di vetro spessa x e una spessa 2x non c'e` differenza
> di principio, pero` con una scelta opportuna di x la prima
> lastra riflette un po' e la seconda no (in opportune
> condizioni: luce monocromatica, di lunghezza d'onda nota...).
Esatto.
> >Ora ma MQ (la QED) spiega la trasmissione parziale non in termini di
> >superamento di una barriera di potenziale (collocata al livello
> >dell'interfaccia), ma con uno scattering che coinvolge tutto il corpo del
> >mezzo, tutti i suoi atomi ed elettroni (vedi vecchia discussione con Fabri
> >sull'argomento), teoria, questa, in cui l'effetto tunnel non figura per
> >nulla.
> >Credo che lo stesso quadro teorico, per la QED, debba essere quindi
> >applicato alla barriera a pi� strati.
> Concordo.
Per� lo specchio dielettrico come barriera a pi� strati viene trattato
*con completezza* dagli autori senza fare alcun riferimetno allo
scattering. quindi qui lo scattering � inutile? E se � inutile qui a
maggior ragione � inutile nel pi� semplice caso dell'interazione con
un'unica interfaccia, no?
> >Quindi anche qui emerge un disaccordo sostanziale.
> Qui (senza "anche") emerge un disaccordo che, come ho gia`
> detto, e` molto probabilmente solo terminologico. Detto
> altrimenti: la fisica sottostante e` diversa, ma il modello
> matematico e` simile (per quel poco che ne so): onda
> evanescente (esponenziale decrescente), dipendenza dalla
> lunghezza d'onda... puo` darsi che gli autori diano
> all'espressione "effetto tunnel" un senso matematico, piu'
> che fisico.
Fosse anche solo matematico, la totale divesit� dei modelli permarrebbe,
se non altro perch� essi trattano "regioni di spazio" diverse (ripeto,
non coinvolgono tutti gli elettorni e gli atomi dei mezzi, e intendono la
*geometrica* linea d'interfaccia di Feynman come barriera (fisica o
matematica che sia) di un certo spessore.
> >Di fatto non si � voluto recepire il mio suggerimento, che porterebbe ad
> >una interessante unificazione, di considerare semplicemente l'interfaccia
> >tra mezzi diversi come una barriera, anche perch� nessuno capisce (mi
> >perdoni Fabri, lo dico nel senso di Feynman) questo coinvolgimento di
> >tutto il corpo del materiale riflettente, ove l'interfaccia altro non �
> >che un ente geometrico, e non una regione con determinate caratteristiche
> >fisiche di campo.
> Ti piaccia o no, la QED e` gia` unificata;
Limitandoci a ci� di cui stiamo parlando, senza cambiare discorso fornendo
referenze generali, ti pare che si possa parlare di unificazione laddove
ci sono due modelli diversi per spiegare l'esito alternativo
riflessione/trasmissione?
Tieni presente poi che tu mi pari abbastanza possibilista (rispetto alla
trattazione della riflessione parziale della luce come effetto tunnel),
mentre altri (Fabri, per esempio e anche Franco - vedi vecchi dibattiti
sul tema) lo negano.
> dubito che il tuo
> approccio possa portare qualche miglioramento, anzi dubito
> che possa anche solo funzionare altrettanto bene (es. perche'
> la lastra spessa 2x non riflette, se ci sono lo stesso due
> interfacce?).
La mia teoria non ha alcun problema ad intepretare il fenomeno
dell'estinzione della riflessione per spessori multipli di mezza lunghezza
d'onda, anche di un solo fotone.
Ed ha predizioni diverse rispetto a quelle di Feynman in QED
> >> Per la precisione, nella mia simulazione il pacchetto e`
> >> molto piu' basso (cioe` piu' debole) e appena un pelino piu'
> >> corto nel verso di propagazione.
> >Allora non ci siamo: se � solo un pelino pi� corto vuol dire che alla mia
> >domanda avresti dovuto rispondere che non vi � aprezzabile accorciamento
> >del pacchetto nella trasmissione.
> Nella mia simulazione la barriera e` molto piu' corta del
> pacchetto. Cosi' a occhio l'accorciamento del pacchetto e`
> confrontabile con lo spessore della barriera.
Mi fermo qui.
Per qunto riguarda il seguito (la divisione del pacchetto/tartaruga)
rinvio l'approfondiemtno al momento in cui Fabri si decider� ad
intervenire mantenendo la promessa, fatta un paio di mesi fa circa, di
dire la sua su quell'articolo,dopo che, a sua richeista, gliene ho fornito
le precise referenze.
Ciao.
Luciano Buggio
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Received on Wed Mar 17 2004 - 09:17:38 CET