Paolo Russo ha scritto:
> [luciano buggio:]
> >[...] a me pare che dite cose ben
> >diverse.
> Mi pare che abbiamo fatto esempi diversi,
Esatto: non ho detto che avete detto cose in contraddizone tra loro, ma,
appunto come tu dici, diverse, e compatibili::ma, come ho rilevato, egli
si � riferito a "variabili di disturbo", in quanto tali eliminabili, tu a
complessit� difficolt� intrinseche, che ribadisci nel presente post.
> e di quello che ho
> fatto io, come ho detto, non sono neanche ben sicuro. Il
> fatto e` che non ho ancora studiato quasi nulla sulle teorie
> di campo (ho preso un paio di libri, ma mi manca il tempo).
E' lodevole da parte tua attribuire la poca chiaareza a limiti tuoi; temo
per� che la confusione sia un po' anche obiettiva.
(cut)
> Il fatto e` che, da vari tuoi post passati, avevo avuto
> l'impressione che tu pensassi al fotone come a un oggetto
> dotato di lunghezza (quella di coerenza) e magari una "forma"
> su cui sarebbe stato il caso di fare chiarezza, o qualcosa
> del genere.
Precisamente.
Che si possa parlare di "forma" e indiscutibile, o almeno implicito nel
fatto che si stia svolgendo il presente dibattito. Si discute di quale sia
la forma del fotone (esponenziale pi� o meno buona, gaussiana simmetrica o
sbilanciata ecc,,) ed � sorta una miriade di "distinguo", a fronte di una
prassi monolitica ed acritica non solo didattica e divulgativa, ma anche
di ricerca e teorizzazione (vedi il citato articolo "Pi� veloce della
luce?" ed i filmini di Bramanti, dicui qui ti do il link:
http://www.newsland.it/nr/article/it.scienza.fisica/2523.html )
che fanno uso esclusivamente di un paradigmatico pacchetto d'onda
fusiforme.
Non sar� servito a granch�, questo dibattio, ma tanto sar� se avr� messo
in luce il semplicismo e la confusione che regna, che io stesso non
sospettavo prima.
Naturalmente io intendo questa forma, qualunque essa sia, come la forma di
un oggetto reale, che occupa una regione di spazio (pari alla lunghezza di
coerenza che tu citi), una regione di spazio (estesissima, in confronto
all'idea che circola sulle dimensioni del fotone) in cui una qualche
perturbazione fisica *deve* esistere, mentre Fabri e gli ortodossi possono
parlare solo della forma di una funzione di probabilit� di trovare la
particella in quella regione di spazio, la cosidetta funzione d'onda:
possono parlare solo di un ente matematico, e nulla possono dire di ci�
che in quello spazio *c'�*, in particolare nella parte in cui volta per
volta il fotone non viene rivelato (che � come dire, visto che il fotone
viene rilevato come un punto senza struttura, in tutta la regione..
Sta di fatto che quella regione di spazio, "campo di esistenza della
funzione di probabilit�", d� luogo, se sovrapposta ad una pari regione, a
fenomeni di interferenza. Ora, come sai, Schroedinger era infuriato per
l'uso che si faceva della sua funzione d'onda, dichiarandola una astratta
funzione di probabilit� e pretendendo nel contempo di farla interferire
con altre funzipni di probabilit�, come se le astratte probabilit�
matematiche potessero interferire tra loro. Io mi riferisco al suo
realismo, e, come lui dava una realt� fisica di onda alla sua funzione,
cos� io do una pari realt� fisica a quell'ingombro spaziale, seppure in
tutt'altro modo.
Dato che Elio ha parlato di funzioni
> esponenziali, ho temuto che avresti pensato che i fotoni
> hanno quella "forma" e ho voluto soltanto chiarire che la
> probabilita` di rivelare un fotone puo` avere praticamente
> qualunque andamento (entro ampi limiti): dipende dalle
> circostanze.
Mi pareva chiaro che la "forma" del fotone, nel senso in cui ne ho appena
parlato, e la "probabilit� di rilevarlo" sono la stessa cosa. Se fai i
conteggi con un rilevatore su una lunga sequenza di singole emissioni
avrai una distribuzione in funzione del tempo (una esponenziale, oppure
una gaussiaana ecc) che potrai tradurre, moltiplicando per c, nella forma
"spaziale" che si diceva.
> Poi in MQ, se ho ben capito, non esiste neppure la fdo del
> fotone; esiste la fdo del sistema comprendente il campo EM;
> non solo i fotoni non hanno individualita`, ma neppure il
> loro numero e` necessariamente determinato. Per esempio un
> sistema puo` trovarsi in una sovrapposizione degli stati
> "atomo eccitato" e "atomo diseccitato + fotone emesso",
> quindi il fotone, quantisticamente parlando, c'e` e non
> c'e`...
Tutte queste paradossali situazioni si dissolverebbero con l'ipotesi, che
io propongo, della "realt�" della densit� di probabilit�:
Vale a dire: quando in un intervallo di tempo rilevi con alta probabilit�
il fotone, ci� significa che nella regione di spazio corrispondente a
quell'intervallo di tempo (vedi sopra) esistono moltissime particelle, vi
� proprio una elevata densit� di particelle, e quindi � pi� probabile
intercettarne una. Laddove oggi si dice "rivelare *il* fotone, io dico
rivelare *un* fotone, uno in una miriade, distribuiti come vuoi nello
spazio per esempio di un metro (questol'ordine di grandezza della l
ungheza di coerenza).
Come vedi si rivoluziona il conceto di "efficienza" del rilevatore).
Ci� che mi impressiona � che questa strada non � mai stata battutra da
nessuno, e mi chiedo perch� ci sia questa resistenza ad imboccarla. Quando
in passaato ho chiesto evidenze sperimetnali contro questa ipotesi il
dibattito non ha pi� avuto seguito, e ci si � arrestati alla minima
difficolt�, invece di capire quanto � "doveroso" sgombrare il terreno da
questa ipotesi, proprio perch� non� mai stata approfondita, prima di poter
dire di essersi rasseegnati alla nuova logica che ha sconvolto la scienza
del '900..
(cut)
> >Cosa vorrebbe dire una "cattiva
> >esponenziale? che il massimo non � alla testa del treno, e slitta
> >indietro,
> Si', intendevo piu' o meno una cosa del genere. Detto in
> altre parole, un fronte di salita iniziale infinitamente
> ripido non e` neppure rappresentabile in MQ, che io sappia.
> Pero` ci si puo` andare vicini.
E' proprio questa una delle possibilt� che, fraintendendo il suo
pensiero, avevo dato a Fabri quando mi pareva che si stesse contraddicendo
con l'affermazione che "seppur raramente la particella pu� essere rivelata
anche in testa al treno dell'esponenziale decrescente".
Inffatti per mettere d'accordo l'esponenziale e la gaussiana parlavo di
una gaussiana molto sbilanciata a sinistra (versante sinistro
ripidissimo)."
(cut)
> In genere il pacchetto d'onda gaussiano e` usato, in MQ non
> relativistica (quindi non per un fotone), per rappresentare
> una "tipica" particella libera.
Non capisco: io l'ho trovate dappertutto anche per il fotone (vedi per
esempio l'autorevole articolo citato, pi� volte apparso su Le Scienze, e,
se vuoi, guarda quei filmini - che non ho visto che in parte - e dimmi
con quale funzione d'onda l� i fotoni vengono trattati).
> Questo non vuol dire affatto
> che una particella libera debba avere una funzione d'onda
> fatta in quel modo (dipende dalla sua storia passata); e`
> solo un esempio abbastanza "medio", per cosi' dire, nonche'
> relativamente semplice per farci i conti, quindi ottimo per
> esemplificare, ...(cut)
Va bene, ma mi suona come la solita solfa divulgativa e didattica: ma la
descrizione accurata della realt�? Dove sta?
Nonc'� nulla di pi� diverso tra una esponenziale decrescente ed una
gaussiana, e con quale legereza allora si parla della gaussiana come di
una distribuzione che � una media delle possibili distribuzioni?
Una volta appurato che l'effetto di un'emissione pura ed elementare sia
una esponeziale decrescente mi sembra doveroso, in presenza di un fotone
viaggiante distribuito come un fuso, avere una teoria che descrive in
quale modo, in seguito a quali condizioni al contorno o a quali
interazioni � avvenuta la "reedistribuzione" della probabilit�.
Si tratta nientemeno del fatto che il fotone "slitta" avanti o indietro; e
quando slitta in avanti supera in velocit� c.
Forse mi sbaglio, ma non credo cha questo studio sul meccanismo della
redistribuzione sia stato fatto, o che se ne siano trovati i fondamenti
teorici di principio.
Tu che ne pensi?
Ciao.
Luciano Buggio
> Ciao
> Paolo Russo
--
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Received on Thu Jan 22 2004 - 16:50:12 CET