Il 10/04/2011 21:31, Giorgione Nardanelli ha scritto:
> "PathKefer"<pathkefer_at_gmail.com> ha scritto nel messaggio
> news:4c9b6788-1d1e-4680-954e-ec954a432e73_at_l6g2000vbn.googlegroups.com...
>> In genere sono sempre attratto da queste notizie:
>>
>>
>> http://www.corriere.it/esteri/11_aprile_09/bombardiere-tedesco-manica-burchia_56a6336e-62a4-11e0-9ac7-6bfe8e040bf1.shtml
>>
>> Si legge nell'articolo che la Luftwaffe ne avesse in dotazione ben
>> 2000 esemplari e che del modello non ne sia rimasta alcuna traccia.
>> Continua:
>>
>> "Nel 1940 un bombardiere tedesco fu abbattuto sopra il canale della
>> Manica. Le immagini radar provano che il �Do-17� � rimasto
>> praticamente intatto sul fondale del mare per oltre settant'anni"
>>
>> "Il Do-17, introdotto dalla Luftwaffe nel 1937, era un modello molto
>> stabile, costruito quasi interamente in alluminio"
>>
>> Intatto? Ma l'alluminio non si ossida e si corrode con la salsedine
>> del mare? Come � possibile che un Luftwaffe nel 1937 (costruito in
>> alluminio) dopo essere rimasto per tutto quel tempo sotto acqua sia
>> rimasto intatto?
>>
>> C'� qualcuno che ne ha idea ?
>> :-|
>
> L'alluminio � un metallo altamente resistente alla corrosione proprio perch�
> si ricopre di uno strato di ossido insolubile che lo protegge.
vero ... ma il dubbio dell'OP, che condivido, nasce dal
fatto che gli ioni alogenuro hanno una notevole efficacia
depassivante e tendono a disgregare la patina protettiva
grazie all'azione complessante su AL.
In effetti non mi so spiegare la resistenza, bisognerebbe
conoscere le condizioni al fondale. Ad es. avrei pensato a
condizioni profondamente anossiche in caso di seppellimento
in fanghiglia (anche nell'acqua stessa la P parziale di O2
sul fondo � bassa). Nel caso di legno e altra materia
organica � un sistema molto protettivo (� capitato nei pali
di fondazione a Venezia, che il limo e la fanghiglia priva
di ossigeno abbiano mummificato il legno senza che si
decomponesse molto).
Cmq � una ipotesi molto debole, perch� anche in assenza di
ossigeno l'Al � elettropositivo rispetto all'idrogeno, e
dovrebbe essersi dissolto ugualmente.
> Pensa alle
> tante pentole della nonna che una volta si facevano con uno spesso strato di
> alluminio, quando ancora doveva arrivare l'era dell acciaio inox. Quelle
> pentole che hanno ormai 50-60 anni sono brutte, annerite, ma ancora
> sostanzialmente integre, basta dargli una lucidata.
eh grazie ! MA conservare in "aria" mica � uguale a
conservare in salamoia
> Ma il salto di qualit�
> si far� fra qualche anno, quando arriveranno sul mercato tegami in alluminio
> che con un trattamento particolare saranno rivestiti di un particolare
> ossido di alluminio: il corindone.
in che senso "tra qualche anno" ?? L'anodizzazione si fa da
decenni. Inoltre non � tanto il fatto di mutare natura
dell'ossido, ma essenzialmente lo spessore.
La passivazione spontanea riesce a produrre strati spessi
solo pochi, al massimo alcune decine di micron (essendo
Al2O3 parecchio impermeabile a O2).
Invece quella anodica (o anche chimica, ad es. con bagni di
nitrati-cromati o peggio a caldo) riesce a spingere
l'ossidazione pi� in profondit�, cos� da produrre strati
anche superiori ai 100-200 micron. Con questi spessori
efficaci, il corindone ha modo di estrinsecare tutta la sua
durezza e resistenza all'abrasione
(tra l'altro, consente la colorazione sospendendo opportuni
pigmenti o coloranti nel bagno di anodizzazione, dato che si
mordenzano irreversibilmente nell'ossido, che essendo
trasparente da un ottimo effetto metallizzato).
> Il corindone ha una durezza seconda solo
> al diamante e sostituir� il non proprio sicuro teflon, come trattamento
> antiaderente.
>
Non so in che misura sia antiaderente.
Certamente l'inerzia chimica (non sempre), ma soprattutto
termica, di Al2O3 � abissalmente maggiore del teflon.
Penso che una parte dell'effetto antiaderente dell'alluminio
sia in realt� dovuto anche ad altri fattori, in primis
l'ottima ridistribuzione del calore che evita picchi locali
anche sopra il fuoco, e anche al basso potere catalitico di
Al2O3 (Al tal quale non ne ha nemmeno lui) delle reazioni di
carbonizzazione (disidratazione, ossidazione,
deidrogenazione) che invece l'inox non vanta (anzi, la
patina di ossidi di nichel e cromo � molto attiva sugli
alimenti, e associata alla conduttivit� termica pi� modesta
rende facilissima la carbonizzazione dei cibi che non siano
brodi fluidi).
Il rame � un po' a met� : termicamente eccezionale evita
pure lui il surriscaldamento locale, chimicamente non �
affatto inerte, per cui molto gioca la natura chimica degli
alimenti cotti. Nel complesso non compete bene con Al.
Lo stagno invece se la gioca meglio, per cui Cu stagnato �
adatto anche ai risotti (che attaccano quanto poco altro).
ciao
Soviet
>
Received on Sun Apr 10 2011 - 23:46:46 CEST