Re: Mie curiosità... e altre malattie
Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> wrote:
> Non capisco che idea hai in mente.
> Il discorso e' che quando vai a fare la somme su tutti i cammini, il
> contributo dominante e' dato da quelli vicini al percorso classico
> (minima azione) ma naturalmente contribuiscono tutti.
> Se poi il percorso classico e' precluso (esempio: diffrazione da una
> fenditura, se ti metti in un punto dove la luce non dovrebbe arrivare
> se si propagasse in linea retta) allora nella somma acquiastano
> importanza anche cammini lontani dalla minima azione.
> Non vedo in tutto questo che cosa c'entri l'indetermazione...
Pensavo al fatto che un fascio di luce (o di elettroni) arrivi in
qualche modo "sfocato" sul bersaglio e che parte di questa sfocatura
fosse dovuta proprio all'indeterminazione. Ma su questo genere di
castronate "indotte" ci ritorno nel postscriptum (c'� un problema
serio... ma non di fisica)
(...)
> Provocatoriamente, ti potrei proprio rispondere di si'...
Ok. Del resto la tua risposta all'altra domanda sull'altro post (che
fanno gli elettroni con energie qualsiasi diverse da quelle che servono
ad eccitarli) mi ha chiarito non poche cose. Almeno un bel po' di
"magia" se ne � andata fuori dai piedi!
(...)
> Senti, tu dici che hai letto e riletto QED. Ora mi dovresti dire dove ci
> hai trovato queste idee. Evidentemente le hai prese da qualche altra
> parte.
Ci ritorner� sul postscriptum. E' un effetto del problema di cui parlo
dopo.
> Quello che e' caratteristico della m.q. e' che cimostra che a scala
> microscopica (da definire adeguatamente) molte idee della fisica
> classica non valagono, e il concetto di stato, di moto, di traiettoria,
> vanno ripensati.
> Non ci vedo invece questa "fuzziness" intrinseca: cosi' ti appare solo
> se pretendi di descrivere il modno microscopico coi concetti della
> fisica classica.
In effetti � quello che ho fatto, sbagliando anche se, come spiego tra
due righe, penso che sia un errore in buona fede o per essere pi� esatti
un errore "indotto" dall'insieme di informazioni a me disponibili. Ok
per tutto il resto. Ora vengo al sodo! :-)
Ciao!
--------------------
Premessa necessaria per "inquadrarmi": non sono un fisico e non ho
nemmeno un granch� di basi matematiche. Ammiro la matematica come una
bella macchina ma quanto ad averci la patente e guidarla... Del resto
faccio anche un mestiere che con la scienza non c'entra un tubo (il
grafico) e non ho pi� n� l'et� n� le risorse mentali per mettermi a
studiare seriamente (ci provo, ci provo un sacco di volte ma, oltre al
tempo che non ho, devo fare i conti anche con il fatto che a 42 anni il
cervello � ormai quello che � - in un certo qual modo devo accettare il
fatto che "non ho pi� benzina a sufficienza per andare dove mi pare").
Le mie conoscenze di fisica (come quasi ogni altra conoscenza che ho)
vengono da una lettura pi� o meno intensa di divulgazione scientifica di
qualit� abbastanza variabile (anche buoni, penso, come "Le Scienze") che
per�, a giudicare dalle perplessit� che le mie domande fanno sorgere
evidentemente non sono buoni abbastanza.
Mi rendo conto che, alla fine dei conti, in fisica e per un fisico
contano solo i numeri che si trovano in natura e l'accordo che questi
hanno con i numeri che si trovano attraverso la teoria. Per chi fa il
fisico come lavoro non c'� altra strada. In questo ambito la
rappresentazione della realt� non pu� che essere "professionale" e
quindi sostanzialmente, se non esclusivamente, di natura matematica,
senza troppe invasioni da parte di analogie con il "mondo" e il "senso"
comune. Stando cos� le cose alla lunga diviene pi� che naturale trovare
"naturali" cose che hanno senso solo in una visione matematica del mondo
ma che in quanto tale pu� non avere in effetti alcuna analogia con le
rappresentazioni "alla buona" che pu� farsi un "curioso comune" non
specializzato quale io sono e che, il pi� delle volte, usa come unico
strumento di "analisi" della realt� la pura e semplice immaginazione
figurata di ci� che rappresentano (o pensa che rappresentino) le parole.
Per dirla in maniera un po' pomposetta; gli oggetti (matematici) che i
fisici usano per rappresentarsi il mondo non sempre intersecano
l'insieme degli oggetti (intuitivi) che i non fisici utilizzano per lo
stesso scopo.
Se i fisici si riproducessero per partenogenesi il problema potrebbe
anche non sussistere: ognuno vivrebbe in pace nel suo mondo con i propri
riferimenti e le proprie rappresentazioni e amen. Fortunatamente non �
cos�: i fisici, come tutti gli altri scienziati, vanno "reclutati" e
"formati" a partire dalla massa di esseri umani "comuni". Per
"interessare" e "reclutare" i futuri fisici bisogna partire dai
riferimenti e dalle rappresentazioni comuni per poi pian piano allargare
gli orizzonti fino a far prendere loro coscienza dei limiti di questo
stesso linguaggio e quindi indurli a cercarne uno pi� adatto. In buona
sostanza si tratta di una vera e propria ristrutturazione delle
abitudini di ragionamento, processo tutt'altro che facile da portare a
termine.
Da questo punto di vista le "pubbliche relazioni" della scienza
dovrebbero essere intrattenute dagli insegnanti scolastici da un lato e
dalla letteratura di divulgazione scientifica dall'altro. Sui primi, non
andando pi� a scuola da un bel pezzo, non mi pronuncio. Sulla seconda
avrei qualche cosa da ridire, visto che il modo di esporre alcuni
concetti (soprattutto quelli pi� controintuitivi che riguardano ANCHE la
M.Q. ma certamente non solo la M.Q.) pu� condurre a ragionamenti
fuorvianti.
Quando si parla con un pubblico di non addetti ai lavori, cio� di
persone che per una ragione qualsiasi non hanno (o non hanno ancora
avuto) esperienza diretta degli argomenti di cui si parla, le parole,
gli esempi e, quando non se ne pu� fare a meno, le analogie, sono tutto:
uno sbaglio in questa prima fase di "contatto" pu� condurre a
convinzioni e/o ragionamenti errati che possono avere anche vita molto
lunga, NONOSTANTE successivamente possano venire a confronto con
ragionamenti e concetti pi� corretti. La prima spiegazione che arriva,
purch� plausibile e priva di contraddizioni lampanti, tende a "occupare
il territorio" e a condizionare tutti i ragionamenti futuri, giusta,
sbagliata o anche semplicemente impropria o imprecisa che sia.
Faccio qualche esempio alla spicciolata (che mi riguardano eh!).
La costante di Planck. Cos� come viene esposta in giro da esattamente
l'impressione che la natura, a livello atomico e subatomico sia una
specie di mondo "campionato" o a "pixel" in cui in mezzo non ci sta
nulla e che la continuit� a livello macroscopico sia solo un effetto
apparente, quasi l'uscita di un convertitore digitale-analogico ad
altissima risoluzione. I ragionamenti errati a cui pu� portare (in buona
fede penso) sono saltati fuori qualche post fa di questo thread.
L'atomo come "mini-sistema solare". Il fatto che un atomo non abbia
nulla di analogo ad un "sistema solare in miniatura" di solito lo si
scopre dopo un bel po' che � stata ammannita questa rappresentazione. Io
l'ho scoperta, vent'anni dopo che avevo letto del "mini-sistema solare"
in una enciclopedia SCOLASTICA, leggendo un libro di STORIA ("Storia
della bomba atomica" di Rhodes). D'accordo che pu� essere difficile far
capire a un bambino di dieci-dodici anni questa faccenda con i suoi
connessi al principio di indeterminazione; ma piuttosto che dire una
cosa sbagliata non era meglio stare zitti?
Il tempo. Il tempo � sempre stato la mia bestia nera. Nella teoria della
relativit� viene affermato che il tempo interno di un oggetto appare
rallentato quando questo, osservato dall'esterno, appare approssimarsi
alla velocit� della luce. Ok. Leggendo pi� oltre deduci che i viaggi nel
tempo sono impossibili non solo per il buon senso ma anche per precisi
vincoli posti dalla relativit�: andare indietro nel tempo significa
muoversi ad una velocit� superluminale rispetto a un qualche osservatore
il che significa che da qualche parte hai una quantit� infinita di
energia ovvero una impossibilit�. Poi vai in giro e senti di "elettroni
che viaggiano indietro nel tempo" apparendo come positroni (Feynman) e
ti chiedi ma... E poi perch� non spariscono? Viaggiamo in due direzioni
diverse: ciao, ciao e addio! E poi se viaggiano indietro nel tempo anche
altre cose dovrebbero invertirsi, non solo la carica... la massa
dovrebbe divenire una "antimassa" e quindi generare un'antigravit�... Un
bel casino! Allora, invece di tirare in ballo il tempo solo perch�
magari su un grafico pu� apparire pi� semplice vedere le cose
all'incontrario perch� non pensare ad un positrone solo come a un
positrone e basta? Non sarebbe pi� semplice? Per� a questi dubbi ci
arrivi dopo un bel po' mica subito. E intanto dai i numeri!
Sempre sul tempo: nessuno lo definisce con qualcosa di pi� che una
tautologia. Il tempo � il tempo! - Grazie! - Eppure viene da pensare...
Esiste il tempo? Se s�, allora c'� qualcosa che non quadra visto che
dovrebbe avvenire una continua creazione di materia/energia dal passato
verso il futuro... Se no allora ha senso solo parlare di meccanismi di
memoria del tempo ma non del tempo... Anche qui un bel casino! Non
varrebbe la pena di precisare una volta tanto che il tempo per un fisico
� soltanto una letterina "t" che, associata ad un numero permette che
altri numeri "funzionino", dicendo chiaro e tondo che del tempo in
quanto "tempo" non � possibile farsene concretamente un bel nulla?
Buchi neri! Sono neri o no? E se non sono poi cos� neri allora il limite
posto da "c" non � poi cos� rigoroso... ma anche se qualcosa potesse
superare "c" dal buco nero non uscirebbe un tubo perch� comunque,
andando pi� veloci di "c" si tornerebbe indietro... Altro casino! A me �
venuto da pensare che il "nero" � solo un limite (alla stessa stregua di
"c") a cui pu� tendere uno di questi buchi senza mai divenire
completamente nero. Molto "nero" sicuramente ma mai *assolutamente*
nero... Ma � solo il tentativo di un profano di farsene una ragione di
'sti cosi; l'alternativa � quella di inaugurare il culto del "mistero
del buco nero" e tanti saluti...
Questi appena sopra sono solo degli esempi (un po' caricati lo ammetto!)
dei dubbi e del tipo di ragionamenti che induce un certo tipo di
"divulgazione scientifica" non appena uno cominci a ragionare sul senso
di quanto gli viene affermato, almeno per quanto discernibile dalle
parole in quanto tali. Come gi� detto, senza esperienza diretta ci si
pu� solo fidare di quello che dicono gli altri e di quello che si riesce
a capire. Per il resto che la sorte ce la mandi buona.
Ora, poich� tutti coloro che, a vari livelli di coinvolgimento, si
incuriosiscono di queste cose "pensano", ecco allora che se uno viene
indotto a ragionare per strade che lo portano in vicoli ciechi o ad
avere la sensazione che vi siano contraddizioni "nascoste nell'armadio",
pu� nel migliore dei casi rimanere perplesso e nel peggiore sentirsi
truffato e respingere tutto lontano da s�.
La mia idea � che chi solitamente fa divulgazione scientifica (almeno su
questi temi) non tenga abbastanza conto del fatto che un concetto, una
semplificazione, una analogia, buoni o cattivi che siano, una volta che
si fermano nella testa sono come i semi delle valanghe: se uno gli d�
una spinta (ovvero ci pensa un po' su) questa comincia a rotolare... e
non si sa in che valle o su quale casa arriva. Ed � paradossale il fatto
che la divulgazione scientifica possa, in queste condizioni, anche dare
la stura al suo contrario, ovvero all'antiscienza. Io stesso, anni fa,
ero giunto a farmi un'idea (per me allora plausibilissima) di come il
principio di indeterminazione, cos� come vengono ammanniti senza
precisazioni sul loro reale modo di manifestarsi in natura, potessero
arrivare financh� a giustificare anche lo spiritismo... Io me ne sono
stato zitto (so di essere un folle e questo mi dona fortunatamente un
certo autocontrollo) ma altri non so... Un mio amico una volta mi ha
definito l'indeterminazione come la "backdoor di Dio". Un gran bel tocco
poetico per un principio fisico... ma non so quanto sposabile con la
scienza.
Mi fermo qui Spero di non aver annoiato nessuno... o almeno di averlo
aiutato a dormire bene! :-)
Ciao!
Piercarlo
Received on Thu Nov 13 2003 - 00:26:44 CET
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