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From: Davide Pioggia <dpioggia_at_NOSPAMlibero.it>
Date: Fri, 07 Nov 2003 03:43:17 GMT

Nell'articolo <3339.440T1140T13714329paolrus_at_libero.it>
Paolo Russo ha scritto:

> Premessa: non ho letto Omnes, e con la filosofia in generale
> (soprattutto quella classica) ho rapporti alquanto tesi; se
> uno arriva a porsi seriamente il problema di come si possa
> definire il verbo essere, per me e` gia` su una brutta
> strada. :-)

Beh, il povero Omn�s insinua anche che non si pu� pretendere di mettersi a
discutere cosa significhi "to be", quindi come vedi cerca per lo meno di
salvarsi da quella brutta strada sulla quale lo vedi incamminarsi tu :-)


> Mi sembra che il problema piu' grave sia un altro, anche se
> correlato: l'interpretazione di Copenhagen non riesce a
> spiegare il comportamento dei dispositivi di misura
> all'interno del formalismo della MQ (l'evoluzione temporale
> e` lineare, quella dei dispositivi di misura per l'int. di C.
> non lo e`).

Sono parzialmente d'accordo con questo.

Anche la meccanica classica applicata ai gas � perfettamente *reversibile*,
mentre ci� che "emerge" a livello macroscopico (dopo aver fatto i riassunti
statistici e le medie temporali delle grandezze meccaniche microscopiche)
presenta una dinamica *irreversibile*.

Non vorrei insistere troppo su questo punto perch� ci porterebbe lontano, ma
sono abbastanza convinto che si possa usare la decoerenza all'interno della
interpretazione di C. per mostrare che la non linearit� dei dispositivi
macroscopici "emerge" dalla linearit� microscopica sottostante in modo
analogo a quanto avviene per la "emersione" della irreversibilit� temporale.

Per intenderci, cos� come un qualunque gas (classico) di molecole soddisfa
il "teorema dell'eterno ritorno" di Poincar� e poi per� non c'� pericolo di
vedere tutte le molecole della stanza uscire dal buco della serratura, allo
stesso modo a livello microscopico sono presenti tutti i termini non
diagonali dell'operatore di densit�, ma poi a livello macroscopico (quello
dell'operatore di densit� ridotto, per intenderci) gli elementi non
diagonali sono "quasi sempre" infinitamente piccoli.

Ma veniamo alle "storie", che � quel mi interessa maggiormente in questo
contesto.

> Questa e` l'interpretazione "storie coerenti con collasso",
> che posso solo supporre sia stata inventata di sana pianta da
> Omnes o Griffiths e che non va confusa con le "storie
> coerenti" di Gell-Mann e compagnia, nella quale il passaggio
> di cui parli sta tutto nella decoerenza tra le storie. In
> ogni singola storia lo sperimentatore e` convinto che il
> valore che ha osservato sia *il* valore... ma e` solo una sua
> percezione, perche' non vede le altre storie, che pure
> esistono.

Guarda, Omn�s parla della "riduzione del pacchetto d'onda" (o "collasso")
come del Demonio in persona (se vuoi ti posso cercare dei passi abbastanza
significativi). Tuttavia cade poi in delle espressioni ambigue inaccettabili
come quella che ho segnalato io e che ha lasciato perplesso anche te.

Tu dici che per capire come stanno le cose dovrei leggermi direttamente i
lavori di Gell-Mann sulle "storie coerenti".

Ho cercato di farlo, ma purtroppo -come spiegavo nel mio primo post- ho
trovato solo rimandi su rimandi e alla fine non mi sono mai imbattuto in una
esposizione chiara e sistematica della cosa.

Se (come spero) hai voglia di dedicare un po' di tempo a spiegare la cosa a
me e ad altri, potremmo cominciare da qui:

1. Sia dato un *sistema* *fisico* *isolato*

2. A tale sistema associamo le seguenti grandezze matematiche: <quali?>

3. Il *significato fisico* di tali grandezze � il seguente: ...

O forse gi� questa impostazione � di per s� "sbagliata"? E perch�?

Grazie per l'attenzione e per "lo sforzo" :-)

A presto,
Davide
Received on Fri Nov 07 2003 - 04:43:17 CET

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