Davide Pioggia ha scritto:
(cut)
> Basta mettere dietro ai fori una sorgente di particelle delle quali si sa
> che interagiscono con gli elettroni. La prima cosa che mi viene in mente �
> usare dei *fotoni* ovvero, per cos� dire "tenere la luce accesa" :-)
> Se la sorgente delle particelle che sta dietro i fori � abbastanza ampia e
> intensa allora ogni elettrone avr� una probabilit� molto vicina ad 1 di
> interagire con almeno una delle particelle, e quindi per quasi tutti gli
> elettroni potremo sapere "dove sono passati". Dopodich� dovremo stare
> attenti ad escludere dai nostri "conteggi" quegli elettroni che non hanno
> interagito con alcun fotone, altrimenti otterremo un risultato "misto" (una
> via di mezzo fra la "sovrapposizione classica" e l'"interferenza", ovvero
> una figura in cui i "minimi" non sono perfettamente "neri").
(cut)
Vorrei capire bene (per quanto tu mi possa spiegare, visti i limiti di
competenza sperimentale che dichiari, ma ritengo che la mia sia solo
un'esigenza concettuale di approfondimento).
1) Intendi che gli elettroni che non interagiscono coi fotoni vanno a
contribuire alla formazione delle righe, mentre quelli che interagiscono
no (e, sono questi ultimi, responsabili del fondo non completamente "nero"
tra le righe)?
2) Gli elettroni che interagiscono coi fotoni arrivano quindi comunque
allo schermo?
3) Come si accorge, lo sperimentatore, dell'interazione? Ovvero, cosa
succede quando un elettrone interagisce con un fotone in modo da dare un
segnale macroscopico (suppongo) visibile, tanto che si possa dire da quale
fenditura � passato?
Ciao e grazie.
Luciano Buggio
http://www.scuoladifisica.it
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Received on Sun Nov 09 2003 - 16:47:13 CET