Re: diffrazione da elettroni

From: Davide Pioggia <dpioggia_at_NOSPAMlibero.it>
Date: Thu, 06 Nov 2003 12:38:34 GMT

Nell'articolo <boc2cu$egq$1_at_atlantis.cu.mi.it>
Delo ha scritto:

> no, con un singolo elettrone no. "vedrai solo un puntino sullo
> schermo" . la diffrazione la vedrai solo con una "folla statistica".
> E, correggetemi se sbaglio, in questo modo si vede che l'ipotesi di De
> Broglie che voleva associare una lunghezza d'onda ad ogni singola
> particella, � imprecisa.

Mh, direi di no.

Sei ancora libero di pensare che i fenomeni di quantizzazione non fanno
altro che creare un "fascio di traiettorie possibili" (= onde guida) e che
poi l'elettrone si infili in una o l'altra di queste "guide" in modo del
tutto *deterministico*, in dipendenza da qualche microscopica differenza
nelle sue condizioni iniziali.

Gli "ingredienti" che ti servono sono quindi i seguenti (tutti assieme):
onde pilota + variabili nascoste + determinismo.

Quindi: � vero che l'ipotesi delle "onde guida" o quella delle "variabili
nascoste", se prese separatamente, si dimostrano in contraddizione con
l'osservazione empirica (e, nella fattispecie, con l'esperimento delle due
fenditure), ma basta mettere insieme le due ipotesi per ottenere un modello
concettuale che � compatibile con tutti gli esperimenti.

Questo modello (che, come saprai, � un aggiustamento operato da Bohm a
partire da quello di De Broglie) ha altri aspetti strani o non ancora
chiariti. Ad esempio non � chiaro come interagisce l'elettrone con l'"onda
pilota". Poi c'� il problema costituito dal fatto che in questo modo si
ottiene una meccanica quantistica che � definitivamente e chiaramente "non
locale" (ma tanto gli esperimenti EPR dimostrano chiaramente che in ogni
interpretazione della MQ ci dovr� essere un qualche elemento che in qualche
modo debba condurre ad una qualche forma di "nonlocalit�", sicch�
questo -per cos� dire- � un "male comune")

Comunque sia, vorr� dire che ci sono degli aspetti della teoria che sono
ancora da spiegare, ma baster� assumere il saggio atteggiamento di chi
raccomandava di <non fingere ipotesi> per concludere che c'� solo qualcosa
da spiegare (possibilmente) meglio, ma non ci sono delle *contraddizioni*
con le osservazioni sperimentali, che ci consentano di rigettare
definitivamente un certo modello.

Pi� in generale, � assai difficile trovare una ipotesi fisica o un qualche
modello che possa essere definitivamente smentito da un esperimento o da un
insieme di esperimenti.

Se ti accorgi che le orbite dei pianeti non sono perfettamente circolari
puoi sempre aggiungere degli "epicicli" per far tornare i conti.

Se gli esperimenti di interferenza della luce ti dimostrano che la luce si
muove "nell'etere" con la stessa velocit� in tutte le direzioni, allora puoi
sempre supporre che i corpi che si muovono nell'etere subiscano delle
contrazioni delle lunghezze e delle dilatazioni dei tempi.

Eccetera, eccetera.

Certo, ci sono delle soluzioni che ad alcuni sembrano un po' "sospettte". Ad
esempio il modello di Bohm-De Broglie sembra fatto un po' troppo "ad hoc"
per salvare a tutti i costi alcuni aspetti della meccanica classica (in
primis il determinismo). Come pure gli "epicicli" di Tolomeo a noi oggi
sembrano "fatti apposta" per non guardare in faccia la realt�. Ma ad esempio
sulla questione della "contrazione delle lunghezze" e della "dilatazione dei
tempi" ancora oggi c'� chi ha un rapporto un po' coflittuale con il
"cronotopo", e -dando una occhiata alla storia della fisica- non si pu� mai
essere sucuri di non star perdendo tempo con una ipotesi che i posteri
giudicheranno "fatta su misura" per non essere costretti a "guardare nel
cannocchiale". E anche i famosi posteri non potranno mai essere sicuri di
avere in tasca la Verit�. La costruzione di modelli dipende sempre (in
parte) anche dalla cultura che quei modelli li produce, e non esiste il
modello a-storico.

Ciao,
Davide
Received on Thu Nov 06 2003 - 13:38:34 CET

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