Re: velocità degli elettroni in un conduttore

From: Michele Falzone <falzonemichele_at_libero.it>
Date: Tue, 04 Nov 2003 06:53:33 +0100

Enrico Smargiassi ha scritto:

> Michele Falzone wrote:

> > nell'articolo si cita che le cariche frazionarie hanno fatto la loro
> > comparsa pi� di 20 anni fa.
> > Ancora restano entit� misteriose, queste non sarebbero n� fermioni n�
> > bosoni, ma rappresenterebbero delle entit� di caratteristiche intermedie
> > chiamate anioni

> Queste particelle con carica frazionaria non sono vere e proprie
> particelle, sono quelle che si chiamano "quasiparticelle". Si
> tratta di eccitazioni collettive di un sistema a molti corpi, che
> si possono descrivere, per quel che riguarda molte proprieta',
> come se fossero particelle vere e proprie. Il concetto non e'
> molto facile da descrivere in poche parole, ma non e' esotico, e
> per certi versi esiste anche nella fisica classica.

> Prendi per esempio un insieme di oscillatori accoppiati, come
> possono essere gli atomi in un solido. Questi eseguono moti
> complicati, per agitazione termica; pero' risulta che se si
> definiscono determinate coordinate collettive, ovvero coordinate
> che coinvolgono le coordinate di molti atomi, il moto viene (n
> prima approssimazione) descritto molto semplicemente, vale a dire
> come un insieme di oscillatori armonici.

> Un esempio molto (troppo) banale e' quello di due masse attaccate
> con una molla; se uso le coordinate originali r1 e r2 il moto non
> e' troppo semplice, se uso le coordinate del centro di massa
> R=r1+r2 e la posizione relativa s=r2-r1 il moto e' semplicissimo:
> il cdm si muove di moto rettilineo uniforme, la coordinata
> relativa si muove di moto armonico semplice. R ed s sono le
> coordinate collettive.

> In alcuni sistemi, ovvero quelli in cui gli elettroni sono
> costretti a muoversi in un "foglio" strettissimo, risulta che gli
> elettroni possono dar origine a quasiparticelle con proprieta'
> strane, tra cui la carica frazionaria ed il fatto di non obbedire
> alle statistiche ordinarie di Bose, Fermi o Boltzmann. Non
> bisogna dimenticare pero' che queste quasiparticelle sono
> *quasi*particelle, per cui esistono solo in quei particolari
> sistemi. Nei normali fili elettrici non sembra proprio che questo
> possa accadere.

Ma se io vedo passare dei pianeti, anche se accoppiati, li vedo
singolarmente e in questo esperimento si � sentito il rumore, tu parli
dell'accoppiamento, ma se un elettrone passa contemporaneamente da due
fenditure, anzi si dimostra che passa per tutte le possibile vie che
portano al punto in cui collide, tu ancora parli di elettroni come di due
particelle, ma allora non ti rendi conto che in alcuni casi non ha proprio
senso parlare di particelle cariche che si muovono con velocit� costante,
ogni volta che fai una misura, non fai altro che misurare degli effetti,
anzi non ha neppure significato parlare di corrente elettrica intesa come
tale, ma soltanto di interazioni tra due conduttori che noi presupponiamo
essere percorsi da corrente elettrica e tu rappresenti il tutto con un
modello senza sapere esattamente cosa realmente stia succedendo.
Un modello vale un altro e tu ancora cerchi di dire che solo il tuo
modello � corretto, senza mai dire cosa non va del mio modello:
Io faccio delle ipotesi che esitano solo le interazioni colombiane e che
le loro interazioni si propaghino con la velocit� della luce, ora se tutti
gli elettroni di conduzione degli atomi in questione sono allineati in una
certa maniera, si ha lo stesso effetto.
Tu mi puoi contestare solo i passaggi matematici o le ipotesi di partenza,
non puoi assolutamente dire che sto sbagliando e basta, forte non so di
quale principio.

Il fatto che non dici mai dove matematicamente sto sbagliando, avvalori la
mia ipotesi che non � che sto sbagliando, ma pi� semplicemente che non hai
capito cosa sto dicendo! A meno che realmente tu voglia farmi credere che
gli elettroni realmente siano delle particelle cariche.

Ciao Michele


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Received on Tue Nov 04 2003 - 06:53:33 CET

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