Re: il condensatore e il pi greco

From: Woodridge <woodridge_at_libero.it>
Date: Mon, 27 Oct 2003 16:01:50 +0000 (UTC)

"Daryl Beattie" asked:
> 1) in un condensatore, la differenza di potenziale ai suoi capi varia in
> funzione del tempo....ma quello che non riesco a capire � questo: tra le due
> armature c'� il vuoto....come fa la corrente a passare da una parte
> all'alta?

In effetti (almeno nel caso ideale), la corrente non passa tra le
armature del condensatore, che sono isolate (sempre nel caso ideale).
Detto in maniera un po' semplicistica, e' il generatore di tensione che
"fornisce" la carica alle armature del condensatore, da un lato e
dall'altro se mi si passa questa espressione. E nel circuito "montato"
per fornire queste cariche, tu misuri il passaggio delle cariche stesse
come una corrente. Ma la corrente non passa effettivamente, fisicamente,
da un'armatura all'altra del condensatore ideale.
La riprova, e' che se tu metti forze elettromotrici continue, dopo un
transiente non misuri piu' passaggio di carica: se non "togli e metti"
continuamente cariche da un condensatore, questo "taglia" la corrente
nel circuito (il condensatore taglia le compomenti continue).


"Daryl Beattie" asked:
>2) per quanto mi sforzi, non riesco a capire da dove salta fuori il numero
>irrazionale pi greco e come si � arrivati a calcolarlo,con tutto quello che
>ne consegue (ad esempio, come si fa a dire che la misura di una
>circonferenza � 2*pi*r? oppure che la sua are � r^2*pi) ?

Beh, l'espressione "dove salta fuori" non mi e' chiara. Se alludi a
qualcosa di metafisico, non so che dire.
Piu' semplicemente, si puo' mostrare, in geometria euclidea, che la
circonferenza (luogo dei punti di un piano equidistanti da un punto
dato, detto centro) ha lunghezza proporzionale al raggio (distanza del
centro da uno qualunque dei punti della circonferenza).
Punto.
La costante di proporzionalita' la chiami 2*pigreco, ma potevi chiamarla
h, x, o Vercingetorige.
Poi, calcolarla...
Ci sono metodi che prescindono dall'analisi matematica... ma il piu'
semplice ritengo sia quello che fa uso dello sviluppo della funzione atg
(arcotangente).
E non e' tautologico.
Tu puoi definire in analisi matematica le funzioni trigonometriche senza
bisogno di sapere il valore della costante pigreco. Ti basta quella
proporzionalita' di cui sopra, e la proporzionalita' tra arco di
circonferenza e ampiezza dell'angolo al centro che lo sottende (altro
risultato della geometria euclidea piana).
Definisci tra queste la atg.
Poi, l'analisi matematica ti fornisce la nozione di derivata.
E ti fornisce lo sviluppo di Taylor, e di McLaurin.
Ora: atg(1)=pigreco/4, cioe' pigreco=4*atg(1).
E atg(1) puoi calcolarla come serie di Mclaurin. Cosi' calcoli pigreco.
Tieni presente che la suddetta serie di McLaurin e' una somma (infinita)
di monomi, ciascuno da valutare nel valore 1: piu' semplice di cosi'!
E per somma consistenza, l'analisi matematica ti fornisce anche una
stima dell'errore che commetti arrestando la tua serie a un certo
termine nel calcolo (resto di Lagrange, giusto?).

Spero di averti aiutato.

Saluti

Woodridge


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Received on Mon Oct 27 2003 - 17:01:50 CET

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