Re: La matematica per il fisico teorico

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Tue, 14 Oct 2003 20:37:17 +0200

foice ha scritto:
> questo in effetti � scandaloso.
> trovo molto molto appropriate le richiesti di quelli che vorrebbero
> introdurre metodi di valutazione per la didattica ai fini della
> carriera. l'universit� ha due ruoli: formare gli studenti e produrre
> il sapere che manda avanti una nazione.
> se non si giudica la didattica i diependenti dell'universit� finiscono
> per dimenticarsi la prima missione, in cui lo studente, singolo e
> piccolo come �, deve avere un ruolo centrale ...
Riprendo la parola solo per equilibrare cio' che ho scritto prima,
perche' non venga frainteso.

Quello che e' inaccettabile nella prassi odierna e' che il lavoro
didattico abbia peso nullo, com'e' provato dal fatto che possono
arrivare in prima fascia anche persone che non hanno *mai* svolto
lavoro didattico.
Sarebbe certamente deleterio se si eccedesse nel dare peso al lavoro
didattico, a scapito del contributo alla ricerca, perche'
l'universita' deve anche produrre ricerca, e per di piu' non puo'
formare competenze avanzate senza una ricerca attiva.
Ma la cautela e' puramente virtuale, visto che questo pericolo da noi
non esiste...

Piuttosto non e' affatto facile valutare il lavoro didattico; e' stato
gia osservato in altri post, e non insisto.
Ma il fatto che non sia facile non significa che e' impossibile; e del
resto non e' facile oggi neanche valutare il lavoro di ricerca. Spesso
ci si riduce a contare le pubblicazioni. e qui si apre l'altro grande
tema: pubbicazioni, referees, lavoro collettivi... Ma di questo si e'
gia' parlato in altre occasioni.

Forse pero' il vero problema e' un altro: non esistendo un
prestigio del lavoro didattico, non esiste neppure una tradizione di
"ricerca" didattica, che qui intendo in senso molto generico.
Intendo appunto dedicarsi a capire che cosa si deve insegnare, come
farlo, preparare materiali per gli studenti...
La conseguenza e' che quando ci si trova in situazioni come quella
attuale, non abbiamo (intendo come comunita') la capacita' di
affrontarle in modo serio.

Va bene: gli amici di Trento e di Trieste affermano che da loro e'
diverso (sara' mica la tradizione austroungarica? :-) ). Non posso
certo contraddirli, ma non credo che quella sia la regola italiana.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
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Received on Tue Oct 14 2003 - 20:37:17 CEST

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