Re: La fisica classica puo` davvero essere considerata deterministica?

From: luciano buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Tue, 23 Sep 2003 22:20:41 +0200

Enrico Smargiassi ha scritto:
(cut)
> Ma in realta' le condizioni non sono le stesse. Infatti gli atomi
> si muovono a grande velocita' ed in tutte le direzioni, e noi non
> sappiamo come. Che questo movimento microscopico segua leggi
> deterministiche o meno non ha importanza:
(cut)
Hai ragione, il mio intervento � stato uno sproposito, volevo dire altre
cose.
> di fatto il movimento
> non lo conosciamo. Potrebbe darsi, in effetti, che a causa di una
> fluttuazione statistica un bel giorno lanciando un sasso in A con
> velocita' V questo ricada a 100 metri di distanza da B.
Allora, semplificando, parliamo dello stato di quiete del sasso, senza
lanciarlo: credo che il problema sia lo stesso, e meglio trattabile
proprio perch� ridotto ai suoi temini essenziali.
Vado un po' a ruota libera.
Per il principio di inerzia un corpo mantiene lo stato di quiete e di moto
uniforme rettilineo ecc.
Ma cosa vuol dire che il sasso � in quiete?
L'uomo della strada apprende dal fisico delle piccole particelle che �
tutto un formicolio, altro che quiete!
Prima ragionava nei termini del sasso fermo, ed aveva tutte le ragioni per
pensare che lanciato con una certa forza in una certa direzione arrivasse
rigorosamente e sempre in un certo punto.
Messo al corrente della sconvolgente novit� (e della possibilit� di un
diavoletto che diriga il moto del formicolio tutto nello stesso verso col
rischio di far schizzare via il sasso da fermo) chiaramente riadatter� la
sua previsione.
Ma che problema c'�?
Il determinismo mica viene compromesso!
Onestamente dovr� in particolare ora ammettere, diavoletto a parte (cio�
sperando che i moti "disordinati" sempre si compensino) che � divenuto un
problema parlare di traiettoria del sasso.
Traieottoria di che cosa? prima aveva un oggetto geometricamente
configurato e rigido che traslava uguale a se stesso nel corso del lancio,
a parte eventuali rotazioni, nel corso delle quali comunque esso si
presentava uguale in ogni istnate a se stesso nel sistema di riferimetno
solidale con la rotazione), e quindi poteva parlare con facilit� di una
traiettoria (anche se diversa per i suoi diversi punti, ed in ogni caso
poteva riferis�rsi ad un preciso baricentro). Ora che senso ha parlare
della traiettoria del corpo? Nel senso precedente al massimo pu�
immaginare una regione di spazio che � l'ingombro massimo dell'oggetto, i
cui confini non vengono mai superati dalle particelle in agitazione, ma
questa � una pura astrazione. Il poligono ottenuto congiungendo tutte le
particelle di confine inoltre varierebbe nel tempo, e non si avrebbe a che
fare forse mai con lo stesso oggetto. L'unica cosa seria da fare, per
essere accurati, � disegnare la traiettoria di tutte le singole
particelle, ed � qui che interviene l'aleatoriet� o, ancora, determinismo.
Se si crede nel caos intrinseco della materia nel piccolo non si sar� in
linea di principio in grado di prevedere queste traiettorie, a partire
dalle condizioni iniziali e dalle leggi del moto che le governano: nel
caso contrario, sempre in linea di principio, si sar� invece in grado di
farlo.
Ma tuitto questo avr� senso in rapporto a come si immagina la singola
particella.
E' un piccolo sasso? ed allora, di cosa � composto? siamo da capo? Se lo
si modellizza in una forma astratta, per quanto rigorosamente e
geometricamente definita (no so, una piccola piramidima), � possibile, se
ci si accontenta di un modello, tracciare traiettoire precise di un
oggetto preciso, con il rigore dell'algoritmo e la precisione del continuo
e del numero reale.
Ma il nostro vorr� sapere come � fatto l'atomo di sasso, per poter
continuare a ragionare, come � fatta dentro la piramidina, se � a sua
volta composta di parti e se queste parti sono anch'esse in agitazione, e
come sono fatte, quanto sono grandi eccetera...
Giusto per non dover trovarsi sempre da capo con lo stesso problema.

Io credo che non solo potr� continuare a ragionare ed a calcolare, ma si
sentir� anche soddisfatto, e non continuer� pi� a chiedere "ma di che cosa
� fatto?", solo se avr� a che fare con i punti a dimensione zero della
geometria (con intorno un"campo" per la reciproca interazione, definito
precisamente).
E' da questo elementare schema che prende il via la mia teoria della
struttura della materia (e della radiazione).

Che cosa ne pensi?
Ciao.
Luciano Buggio
http://www.scuoladifisica.it


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Received on Tue Sep 23 2003 - 22:20:41 CEST

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