Re: Secondo principio di Newton

From: Giorgio Bibbiani <giorgiohbibbiani_at_tin.it>
Date: Sat, 23 Aug 2003 13:04:50 GMT

Buongiorno, Claudio Falorni ha scritto:
[cut]
> Non ho considerato il 2� principio come una definizione.
> Ho detto che il 2� principio costituisce la definizione di forza.
> Questo perch� non ho fatto derivare da esso la massa inerziale (che ho
> invece fatto derivare dalle interazioni binarie).

Ok.

> Anche in relativit�, mi pare, si definisce la forza come la derivata
> dell'impulso rispetto al tempo (l� si deve utilizzare l'impulso perch� la
> massa dipende da v) ed � la stessa cosa che ho fatto io.

Che in relativita' la massa dipenda da v e' questione del modo in cui essa viene
definita, comunque attualmente (esclusi i libri di fisica per la scuola superiore :-(
si preferisce chiamare massa la grandezza invariante tale che
- m^2 = (quadrivettore energia impulso)^2, altrimenti accade quando si nomina
la massa che non si sa mai se si intende la massa a riposo o il prodotto della
massa a riposo per il fattore gamma (per non parlare poi della massa longitudinale
e di quella trasversale, che aggiungono ulteriore confusione).

> E allore il fatto che le forze si sommino vettorialmente (sovrapposizione
> lineare) deriva dalla indipendenza delle azioni simultanee.
> Ci� giustifica perch� la sovrapposizione � lineare.
> > Se applichi ad 1 una forza F1 avrai F1 = m1 * a1, se applichi a 2 la
> > stessa forza F1 avrai F1 = m2 * a2, e se chiami F2 la forza applicata
> > a 2 avrai F1 = F2 = m2 * a2, qual e' il problema?
> Il problema � proprio questo "applicare la stessa forza". Non sempre si pu�
> fare e non � detto che sia possibile farlo. Sicuramente Newton non dice
> niente a riguardo.

Va bene, non sempre si puo' applicare una stessa forza a due corpi distinti,
ma qual e' il problema se non si puo'? ;-)

> Nell'esempio sotto, infatti, hai giustamente osservato che la forza che
> esercita 3 su 1 non necessariamente deve esere uguale a quella che 3
> esercita su 2.
> Nulla vieta che possa essere anche uguale, ovvero
> -m3 a3 = m1 a1
> -m3 a3' = m2 a2
> e per a3=a3' si ha la stessa forza applicata.
> In realt� allora si dovrebbe capire come � fatta questa interazione.
> Infatti se applicare la stessa forza significa sostituire istantaneamente 2
> con 1 non � detto che sia
> F1 = m2 * a2 dato che come tu stesso fai notare a3' potrebbe essere benisimo
> diverso da a3.

Concordiamo sul fatto che applicare una stessa forza non significa
"sostituire istantaneamente 2 con 1".

> Da tutto questo mi pare di dedurre che il concetto di campo vale nella
> misura in cui il corpo sul quale si misura l'accelerazione interagisca
> debolmente con gli alti corpi (generatori del campo).

Questa non l'ho capita, quello che direi e' che la definizione di massa
"a la Mach" richiede tra l'altro che i due corpi interagiscano abbastanza
debolmente da poter trascurare gli effetti di disturbo dovuti al campo
che trasmette l'interazione, cioe' ad es. se le due particelle sono elettricamente
cariche supponiamo di poter trascurare l'impulso del campo e.m.
generato dalle particelle accelerate.

Ciao
--
Giorgio Bibbiani
Per rispondere togliere la h nell'indirizzo e-mail.
Received on Sat Aug 23 2003 - 15:04:50 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Wed Sep 18 2024 - 05:10:44 CEST