Re: risoluzione equazioni di maxwell

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_units.it>
Date: Fri, 04 Mar 2011 23:12:15 +0100

On 3/4/11 4:36 PM, Enrico SMARGIASSI wrote:
...
> dalle eq. di Maxwell - uno puo' dedurre che j=rho*v nel caso di una sola
> densita' di carica, e j=rho+*v+ + rho-*v- nel caso ne siano presenti
> due. Per come la vedo io, j e' semplicemente un'abbreviazione di questa
> espressione, e se uno non ne tiene conto e' perche' *sceglie* di non
> tenerne conto: a rischio, naturalmente, di incorrere in incongruenze.

A livello di eq. di M non c'e' nessun' ipotesi sull' origine di j e di
rho. Sono due funzioni definite nello spazio e nel tempo. Se siano somma
di due o 200 altre funzioni non interviene minimamente nel loro ruolo di
sorgenti.
Il rischio di incongruenze, e' inesistente. Fino a prova contraria.

Pu� sembrare paradossale grazie alla tradizione di didattica
"dissociata" tra EM (di stampo ottocentesco) e MQ, ma e' proprio il
considerare j definita in termini di rho e v (o rho+/- v+/- ) che �
fuorviante :
cosa fai quando ti ricordi che c'e' la MQ ? cosa sarebbe v ??
Le incongruenze vengono fuori proprio qui.

P.es. la densit� di carica di un orbitale con l=1 e lz=1 non dipende
dal tempo. E parlare di velocit� di un elettrone in questo stato non va
bene. Invece c'e' una corrente perfettamente definita (e da cui si
ottiene il momento magnetico corretto secondo l' e.m. di Maxwell).

Giorgio
Received on Fri Mar 04 2011 - 23:12:15 CET

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