Re: Many Worlds or Many Words?
"Paolo Russo" <paolrus_at_libero.it> wrote in message news:<26394.303T2200T13275449paolrus_at_libero.it>...
> >il contenuto vuole essere una critica all'interpretazione many worlds
> >della meccanica quantistica.
>
> Si', l'intenzione sembra quella.
> Parlo di intenzione perche' non mi e` ben chiaro quale teoria
> tu stia criticando. Se non avessi avuto le idee gia`
> piuttosto chiare in materia e avessi dovuto capire cos'e` la
> MWI da quello che hai scritto, non ci avrei capito un tubo.
Il che, per un post che e' una critica alla MWI di DeWitt, Graham e
Deutsch e non una esposizione della "teoria", e' perfettamente logico.
Come specificato si presuppone che chi legga il post conosca la
suddetta MWI (ho dato tutti i riferimenti necessari).
> In tutto il resto che hai scritto riesco a individuare
> soltanto due critiche: quella sulla probabilita` e quella
> sulla base privilegiata.
E' esatto; finche' tali problemi permangono, la MWI di DeWitt, Graham
e Deutsch e' una sovrastruttura qualitativa ed inconsistente con i
dati sperimentali. Filosoficamente stimolante ma di dubbia utilita'
scientifica.
> In particolare, non sono riuscito a capire che
> differenza ci fosse tra i tuoi punti 1 e 3. Il problema della
> base privilegiata puo` essere inteso in due modi, ma non mi
> sembrava fossero quelli.
Il punto 3, nelle intenzioni, voleva essere una evoluzione del 1 e del
2, come e' detto. Se il legame non e' apparso chiaro pazienza, non ha
molta importanza ai fini della discussione.
> INTRODUZIONE: IL GATTO DI SCHROEDINGER
> [...]
> particella). In pratica la decoerenza anticipa la separazione
> dei mondi, ma non cambia il risultato finale (anche se in
> verita` una differenza la fa, e la vedremo tra poco).
Come ho mostrato non e' stato possibile dimostrare che il principio di
decoerenza, con la sola equazione di Schroedinger, possa selezionare
una appropriata base privilegiata consistente con i dati sperimentali.
Per una dimostrazione rigorosa ti rimando ai riferimenti del mio post
precedente in questo stesso thread, in particolare Bell (1987) e Kent
(1990).
> IL PROBLEMA DELLA BASE PRIVILEGIATA
> [...]
> C'e` quindi una base preferenziale per la
> scomposizione? No. E` l'osservatore a decidere quali mondi si
> formeranno nel momento in cui decide quale osservabile
> intende misurare.
E' stato dimostrato che questa assunzione implica inconsistenza fra
MWI ed esperienza. Per delle dimostrazioni complete cfr. Bell (1987),
Albert e Loewer (1988) e anche Albert (1992); per una veloce overview,
si veda Barrett. I riferimenti si trovano sempre nel mio post
precedente.
Ad onore dei sostenitori della MWI va detto che essi erano ben consci
del problema gia' dalla fine degli anni 70 ed hanno quindi tentato di
ovviare a questa tua assunzione semplicemente eliminandola, ma non si
e' mai arrivati ad una soluzione soddisfacente.
Gia' questo tuo assunto renderebbe superfluo continuare la
discussione, ma proseguiamo per amor di speculazione.
[misura di spin]
> Esiste una base preferenziale? Be', insomma... non proprio,
> ma quasi.
Forse qui non sono in grado di rispondere appropriatamente in quanto
noto una ambiguita' nella tua affermazione. Comunque, se ti riferisci
al fatto della non necessarieta' di scelta di una base, in
considerazione del teorema di Kochen-Specker, al fine di avere un
insieme discreto di proprieta' fisiche determinate, entriamo
propriamente in un ginepraio di problemi epistemologici che
francamente rendono la MWI ancora piu' difficilmente sostenibile. Per
di piu', nella MWI esiste un mondo per ogni termine dell'espansione di
E scritto nella base privilegiata: non scegliendo alcuna base, si mina
alla base :) il concetto stesso di many-worlds.
> La ragione di questa
> asimmetria non va cercata nella forma generale dell'equazione
> di Schroedinger, ma nell'hamiltoniana, ossia nelle leggi
> fisiche relative alle interazioni, che di fatto privilegiano
> la base posizionale, essenzialmente perche' la posizione di
> una particella e` la sua caratteristica che influenza
> maggiormente le sue interazioni con il resto dell'universo,
> pertanto tendono di solito a svilupparsi correlazioni di tipo
> posizionale. E` quindi corretto, ma irrilevante, sostenere
> che dalla sola forma generale dell'equazione ondulatoria non
> si possa derivare una base preferenziale: perche' assumere
> che l'hamiltoniana non debba avere voce in capitolo?
Kent:
"Beyond the community of MWI theorists, Everett's legacy seems to be
the wideespread belief that pure hamiltonian evolution is manifestly
the correct description of nature (and "therefore" -although it does
not really follow- that there is no problem with the foundations of
quantum mechanics and no need to consider alternative theories).
Although we have not argued against the possibility of an acceptable
physical theory (other than an MWI) involving pure hamiltonian
evolution, many arguments against MWI still apply. Most obviously,
there is the problem of how a probabilistic interpretation with
definite measurements arises from a deterministic wave function
evolution which superimposes the state vectors of all possible
measurements. So we do not see how to make such a theory precise
without assumptions such as those of de Broglie and Bohm, and are not
enthusiastic about the de Broglie-Bohm theory (for ultimately
aesthetic reasons -the theory gives a definite physical interpretation
for quantum mechanics-, but at the cost of introducing two levels of
formalism related in a mathematically uninteresting way; it suggests
nature is more malicious than subtle). We suspect any better, realist
theory with purely hamiltonian evolution would have to augment or
replace the standard quantum formalism by radically new mathematical
concepts. In short, pure hamiltonian evolution seems a difficult
hypothesis to justify (unless perhaps one abandons realism -and that
seems still less justifiable for a physicist), and certainty that it
is correct seems scientifically incomprehensible".
> IL PROBLEMA DELLA PROBABILITA`
> [...]
> La piu' semplice e` aggiungere un postulato, quello che ho
> messo come numero tre, che dice essenzialmente che ogni stato
> ha un grado (o quantita`) di esistenza proporzionale al
> quadrato del modulo della fdo, laddove per quantita` di
> esistenza intendo sostanzialmente l'estensione al continuo
> del concetto delle tre stanze ("la" stanza dove viene testa
> esiste "piu'" di quella dove viene croce). Possibili
> critiche:
>
> 1) Complessita` aggiuntiva. E allora? Questo postulato esiste
> pari pari nell'interpretazione di Copenaghen, con la
> differenza che li' si parla di probabilita` anziche' di grado
> di esistenza.
Il che significa che eventualmente la critica va estesa e non che la
MWI ne e' immune.
> La MWI continua a vincere sul fronte della
> semplicita` con parecchi altri postulati in meno. L'unica
> interpretazione che conosco che riesca a farne a meno e`
> quella di Bohm... che in realta` ha bisogno di altri
> postulati, come quello di equilibrio iniziale, per
> raggiungere lo stesso risultato. In effetti, a ben vedere,
> non conosco nessuna interpretazione che non abbia bisogno di
> qualche postulato ad hoc per far quadrare i conti delle
> probabilita`.
La meccanica di Bohm introduce un insieme di assiomi consistenti, con
pochi enti aggiuntivi, e' dotata di un formalismo rigoroso e una
capacita' predittiva pari a quella della SQM (dubbi in questo senso
sono venuti solo in tempi recentissimi ed in esperimenti comunque
ancora da interpretare). Sono tutte caratteristiche, tipiche di una
teoria scientifica, di cui la MWI di DeWitt, Graham e Deutsch e'
sprovvista. Queste difficolta' hanno portato (essenzialmente dalla
meta' degli anni 80) i suoi principali sostenitori a rivolgersi ad
interpretazioni diverse (Deutsch compreso :)).
Ciao.
Paolo
Received on Wed Jun 25 2003 - 19:17:22 CEST
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