Re: Gli osservatori in meccanica quantistica

From: Gianmarco Bramanti <gianmarco100_at_inwind.it>
Date: Fri, 30 May 2003 18:28:10 GMT

Il 28 Mag 2003, 23:02, Slacky <vittorio_at_physics.it> ha scritto:

Scusa se intervengo. Spero di contribuire costruttivamente.

(cut)

> > Il problema di fondo che sto cercando di stimolare non � quello di
> > fornire un spiegazione matematica astratta a ci� che accade nella
> > cristalleria. Il formalismo matematico funziona bene, mi guardo bene dal
> > contestarlo, riesce pure a giustificare la telepatia fra particelle per
> > quanto funziona bene.
> > Ma quando al fisico si chiede un tentativo di rappresentazione concreta
> > di di ci� che probabilmente sta accadendo, il fisico ha la tendenza a
> > reagire impulsivamente con un secco "zitto e calcola!". Verso gli altri
e
> > verso se stesso.
> >
>
> una domanda: cosa vuol dire "concreto"? non e' una domanda
> povocatoria, ma visto che non ti sembrano soddisfacenti le risposte che ti
sono
>
> state date penso che affinche' ne' tu ne' altri perdano tempo sia meglio
> stabire
> prima un linguaggio comune.

Io penso che una spiegazione in termini concreti sia
una spiegazione comprensibile senza alcun riferimento a strutture astratte.
Del tipo: ho inventato un microscopio a scansione neutrinica che fa la mappa
di un protone in modo non distruttivo, mi dice dove e' il protone e cosa sta
facendo, ma non induce alcuna modifica.

Tu puoi obiettare che una spiegazione del genere non ha nulla di concreto
perche' fa ricorso a termini primitivi come neutrino e protone che non
significano
nulla.

> > Per questo motivo trovo importante riuscire a fornire un modello visivo
> > in
>
> non e' detto che esista e cio' non sarebbe, a mio parere, insoddisfacente.
Ma
> poi,
> di nuovo, cosa vuol dire "visivo"? mi sembra una di quelle parole come
> "semplice"
> che non vogliono dire niente: hanno solo significato in relazione alla
cultura
> e/o
> pregiudizi che si hanno;

Direi di no, direi che questo sarebbe un problema di tutte le lingue, ma
il riferimento concreto ed operativo ad una medesima base materiale permette
un accordo sul significato delle parole.


> > E tutto questo senza appellarsi ai formalismi che sono ad un livello di
> > astrazione tale da poter riuscire a giustificare pressoch� qualunque
> > fenomeno metafisico, con le opportune assunzioni ad hoc.

> chi si occupa di fisica un po' serimanente sa benissimo che si cerca
proprio
> di evitare tali costruzioni...

Trovo che sia una sottile bugia. Questo si' che e' vero con riferimento ad
una
ben precisa base culturale. Gli impliciti metafisici sono talmente
consustanziali
alle metodologie positiviste che si tende a pensare che non esistano, eppure
la
formulazione della logica e' intrisa di assunti metafisici.

> > Formalismo che funziona davvero. Ma perch� funziona? Quale
> > recondit� struttura della realt� celano le previsioni fatte da quell'
> > imperturbabile "zitto e calcola!" ?

> e se il mondo fosse proprio "matematico"? ....come farebbero 'sti
filosofi?

Quale matematica anzitutto? Secondariamente penso che potrebbero sostenere
che la filosofia sostiene da tempi immemori la verita' di un riflesso fra le
strutture del mondo e le strutture della coscienza. Platone, persino
Parmenide
potrebbero rivendicare a quel punto di avere intuito questo tardo esito
della
ricerca. E poi perche' scomodare nomi tanto esoterici quando magari un uomo
qualunque potrebbe, se opportunamente interrogato, confermare la verita' di
questa scoperta. Ma questo potrebbe non esser vero.

> > capisco bene: tu sostieni che il principio di H. sia
>
> bada che non sto sostenendo nulla di contrario a quello che dici, ma il
tuo
> atteggiamento
> mi sembra tanto pieno di pregiudizi tanto quello di tanti di quei fisici
che si
> limitano a rispondere, come tu dici, "zitto e calcola".
> Comunque penso che non si possa dire tanto piu' di quetanto llo che ti e'
stato
> detto.

Non fosse altro che per dirlo bisognerebbe pensarlo, e se fossimo capaci di
pensare qualcosa sulla effettiva natura del mondo sarebbe insopprimibile la
voglia di comunicarlo. Tuttavia in verita' nessun fisico contemporaneo pensa
che la fisica, per come e' strutturata filosoficamente, per la forza
operativa
che vi ha esercitato il positivismo, possa o debba permettersi di andare
oltre
una mera descrizione, eventualmente logicamente strutturata, delle
regolarita'.
In passato non era cosi', ne' Newton, ne' Leibniz si sottraevano al problema
della ontologia delle strutture del pensiero. Evidentemente il problema e'
ancora
sentito, e non si puo' evitare di constatare una rinuncia, quando non
una sistematica rinuncia, ad ogni tentativo di risposta.

> Lancio il sasso e scappo dalla discussione perche' non ho tempo in questo
> periodo.

Nel sasso che lanci c'e' una parte del tuo tempo e di te, quindi come non
esserti grati.

> ciao
> slacky


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Received on Fri May 30 2003 - 20:28:10 CEST

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