Re: Esperienza circuiti elettrici

From: Phelton <phelton_at_virgilio.it>
Date: Sat, 17 May 2003 15:15:56 GMT

> Salve [...]

Be', � davvero tanto quello che stai chiedendo, praticamente tutta la teoria
dei circuiti...
Dunque, prima di tutto va specificato che cosa � l'induttanza e da dove
nasce. Prima di tutto voglio chiedere anticipatamente scusa a tutti i fisici
del NG per l'approssimazione al limite della bestialit� di ci� che sto per
dire, ma credo che serva solo farsi capire a grandi linee in questo caso.
Allora, devi sapere che una qualsiasi corrente alternata genera un campo
magnetico variabile nel tempo, e che un qualsiasi campo magnetico variabile
nel tempo che investa un conduttore genera una forza elettromotrice e quindi
una corrente in esso indotta. Risulta quindi chiaro che in un certo qual
modo quando si lavora con correnti alternate nel conduttore vi saranno delle
correnti indotte di cui tener conto, che andranno sommate a quelle che ci
mettiamo noi. Il coefficente di autoinduzione L altro non � che un valore
che indica in che misura tali correnti saranno rilevanti. Se si aggiunger�
al circuito quindi un'induttore di induttanza L, si aggiunger� in esso una
certa corrente (variabile) da sommare alle correnti impresse. In corrente
continua l'induttore si comporta come un corto circuito e quindi non va
tenuto in considerazione (a meno che a te non interessi anche il calcolo del
suo effetto transitorio, ma non credo proprio), e del resto ci� � ovvio in
quanto come ti ho detto prima il suo effetto sul circuito � dovuto al campo
magnetico che esso genera, e che questo campo esiste solo in presenza di
correnti alternate. Se per� si lavora in alternata, tali correnti
esisteranno, e saranno anche molto influenti. C'� inoltre da dire che queste
correnti indotte avranno sempre verso opposto rispetto alla corrente
impressa. Diminuendo quindi la quantit� di corrente totale che circola nel
circuito, queste induttanze in pratica si oppongono al passaggio della
stessa, e quindi si pu� dire che si comportino come delle resistenze. La
quantit� totale di "ohm" con cui gli induttori, o l'induttore, (ma anche i
condensatori, se sai cosa sono) si oppongono al passaggio della corrente
viene detta Reattanza. Mentre la somma della resistenza dei resistori con la
reattanza degli elementi a memoria (induttori e condensatori) viene detta
Impedenza. Ed ecco finalmente che sai cos'� l'impedenza! :D
Il motivo per cui cambiava l'impedenza della bobina inserendoci dentro un
nucleo di materiale ferromagnetico � che esso interagiva con il campo
magnetico generato dalla corrente che scorreva nella bobina, aumentando il
suo flusso concatenato alla spira stessa (sarebbe lungo entrare in
dettaglio). Devo invece credere che hai sbagliato a fare qualche misurazione
se dici che anche la resistenza aumentava. La resistenza dovrebbe restare
sempre la stessa. Anche se c'� da precisare che non ha senso parlare di
"resistenza misurata in corrente alternata". Non credo sia possibile
misurare la resistenza di una bobina in alternata con un resistometro, a
meno che esso non calcoli l'impedenza nel dominio dei fasori e e poi ne
estragga la parte reale (oppure calcoli l'impedenza nel dominio di laplace e
poi ponga la frequenza a zero)... ma dubito che sia questo il caso.

Non so esattamente di cosa dovr� trattare la tua relazione, ma per evitare
di confonderti ulteriormente preferisco fermarmi qui. Spero di esserti stato
almeno minimamente di aiuto, e cmq ti consiglio di dare un'occhiata a libro
di testo di fisica: anche se non hanno spiegato niente (le cose non fanno
che peggiorare...), almeno spero che abbiano seguito il libro di testo per
scegliere l'esperimento...

Ciao
Received on Sat May 17 2003 - 17:15:56 CEST

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