Re: temperatura e calore?

From: Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it>
Date: Tue, 22 Apr 2003 20:39:12 +0200

Ho seguito (con una certa fatica) questa discussione, ma non sono finora
intervenuto per due ragioni:
1) non riuscivo a capire quale realmente fosse la cosa in discussione
2) gli interventi di "20QfwfQ02" mi riuscivano (mi riescono) alquanto
fastidiosi per il tono, oltre al fatto che non li condivido (quando
riesco a capirli) nei contenuti.
Ma alla fine, quanche commento voglio pur farlo...

1. Nella sostanza, mi pare che "20QfwfQ02" stia confusamente scoprendo
la ben nota distinzione fra grandezze estensive e intensive. Dico
confusamente, perche' di fronte alla domanda (un tantinello
provocatoria, ma sacrosanta) di Giorgio Pastore circa volume e pressione
non ha saputo che rispondere...
Inoltre continua a parlare di "calore di cui un corpo e' dotato", il che
fa capire che della fisica sottostante, e della lunga e faticosa
costruzione della termodinamica, e' pochissimo informato. Il che non gli
impedisce di scrivere affermazioni piene di sicurezza (dovrei dire di
sicumera), come colui che "sa", che "ha in mano la chiave per capire
tutto"...

Guardate per esempio questa risposta:
> Si tratta infatti per definizione di un sistema dinamico, la cui evoluzione
> cioe' dipende da tutta la storia precedente, e non puramente algebrico (privo
> di memoria).
Ma che stai dicendo!
Avevo un pezzo di ghiaccio; gli ho ceduto (espressione impropria,
relitto, come dice Giorgio) del calore, e ora e' divenuta acqua liquida.
Lo stato termodinamico di quest'acqua *non dipende in alcun modo* dalla
sua storia precedente.
E' pero' un fatto che il calore ceduto *non ha aumentato la
temperatura*, per cui non posso affatto servirmi di questa per misurare
quello. Inoltre lo stesso risultato avrei potuto ottenerlo in altri
modi, seza cedere calore; e' per questo che si dice che il calore *non
e' una funzione di stato*.
Se poi "20QfwfQ02" si ostina a chiamare "calore" cio' che tutti,
assolutamente tutti (fisici, chimici, ingegneri) chiamano "energia
interna", peggio per lui: sara' condannato a capirsi da solo. A noi non
fa ne' caldo ne' freddo...

2. E questo mi porta al punto del metodo.
> La teoria dei sistemi ha ben inquadrato in forma generale questo tipo di
> comportamenti.
Ecco: la teoria dei sistemi e' questa chiave. Io non so se questa sia
una sua convinzione individuale, se sia stato cosi' ammaestrato da
altri, se sia un punto di vista piu' o meno diffuso nell'ambiente in cui
si e' formato. Ma quando in altro thread parlavo di "dogmatismo" pensavo
anche ad atteggiamenti come questo.
Il Nostro non e' permeabile a punti di vista diversi: egli ha in mano la
chiave, e non ha bisogno d'altro.

Dico la verita': a me di "20QfwfQ02" non importa niente, mentre mi
sembra importante capire da dove nascano atteggiamenti del genere. Se
dipendessero da un qualche tipo d'insegnamento, allora sarebbe
importante, sarebbe da preoccuparsene.
Ma questa e' forse materia per un altro thread.
(Forse dovro' comprarmi un libro di teoria dei sistemi?) :-)
------------------
Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
-------------------
Received on Tue Apr 22 2003 - 20:39:12 CEST

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Mon Feb 10 2025 - 04:23:44 CET