"Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> ha scritto nel messaggio
news:3E93211E.901B788A_at_mclink.it...
> Ai miei tempi il Perucca cominciava a essere abbandonato, in favore di
> Amaldi e Bernardini...
> Ma non e' possibile nessun confronto.
> Allora gia' il liceo era una scuola selettiva e non di massa. Molti
> ragazzi semplicemente non andavano oltre le elementari, massimo la media
> (non esisteva ancora l'obbligo a 14 anni).
> Poi ben pochi si sognavano d'iscriversi a Fisica: *a Roma* al primo anno
> trovavi si' e no 20 studenti, e non tutti resistevano... (ma a
> ingegneria erano gia' centinaia). Percio' non c'era bisogno di
> preoccuparsi: chi capiva, bene; chi non capiva, che prendesse un'altra
> strada...
> Capisci quindi che il problema didattico semplicemente non esisteva, e
> non serve a niente parlare di quei tempi.
In effetti....
> Ma non e' che la Fisica Sperimentale che ho seguito io fosse molto
> sperimentale...
Ho capito: cambiano solo i nomi... Forse per sperimentale si intende che il
professore ogni tanto porta qualche apparato per mostrare alcuni fenomeni
fisici: sedia girevole, ruota di bicicletta...
Meglio di nulla.
> > Proprio ieri mi e' capitata per le mani una
> > copia dell' Amaldi del 1963 non mi sembra che l' autore avesse molta
> > paura
> > di usare concetti riferibili anche al corso di analisi II per spiegare
> > la
> > Fisica.
> Vedi sopra... Per chi e' stato scritto quel libro (edizione riveduta
> della mia edizione 1946)?
Per studenti piu' preparati di quelli odierni senza dubbio. Cmq un pregio
dei libri simili all' Amaldi e' quello di introdurre i concetti di analisi
indispensabili al corso, all' inizio del libro, come dire <<se non sai
benissimo l' analisi, io come autore non ti precludo comunque la
possibilita'
di studiare la fisica>>.
I libri di questo genere ti danno gli strumenti per capire non si limitano a
fare discorsi poco piu' che fenomenologici. Ovviamente serve ANCHE la
fenomenologia e le belle foto a colori, ma non solo quelle.
Altrimenti tanto varrebbe adottare i libri divulgativi di Le Scienze come
testi, ti pare?
> Per me e' molto molto piu' serio un altro aspetto.
> Parliamo del secondo esame di lunedi': astrofisica I (esame del terzo
> anno).
> La fanciulla ignora la distanza Terra-Sole, e molti altri dati numerici:
> "sa, io per i numeri proprio...".
> Le diciamo la distanza Terra-Sole (150 milioni di km: lo dico perche'
> non sono mica sicuro che tutti quelli che leggono la conoscano...),
io ricordavo 149 milioni circa ma le altre cifre no. Non ricordo
sinceramente se siamo piu' vicini ai 149 o ai 150.
Sinceramente non ricordo se a lezione me lo abbiano mai detto. Credo di
averlo appreso da Nuovo Orione che compro da alcuni anni.
Venne fuori invece la distanza media Terra-Luna.
E' gia' molto dirai tu ;-)
In tal senso e' deprimente che certe cose uno le debba apprendere sulle
riviste di divulgazione astronomica/scientifica.
Ma qui torno a dire: facendo affidamento solo sugli "appunti" e sulla
lezione IMHO si corrono questi rischi.
Non ricordo se lo ho gia' detto tempo fa -anche perche' ormai frequento i NG
a "spizzichi e mozzighi" ma da noi per decenni hanno girato le dispense di
un certo professore in cui era scritto 1joule = 4,186 calorie e E_k = 2/3
kT. Dispense usate da generazioni di fisici e ingegneri che hanno
inutilmente
tentato di spiegare al professore che in realta' 1caloria =4,186 joule e
E_k=3/2 kT.
Quelli che dicevano le relazioni sbagliate 30 e lode gli altri voti bassi o
fuori!
Menomale che l' hanno mandato in pensione. Come vedi Antonino Z. ha degni
compagni.
> e
> poi chiediamo quanto potra' valere il diametro del Sole. Naturalmente
> non lo sa, ma invitata ad azzardare una cifra, spara: "100 milioni di
> km?"
Ho la sensazione che con quel valore avremmo le chiappe arrostite :-)
> Siamo al terzo anno, ripeto, del corso di laurea in Fisica.
> E ha pure avuto 22...
>
> A che c... serve, a una cosi', propinarle l'analisi?
A un bischero. proprio a nulla.
Il fatto e' che forse e' pure sbagliato mettere in croce i prof.
universitari perche' non dicono queste cose a lezione. Si dovrebbero sapere
dalla scuola. E ci sarebbe il tempo di farle se non si perdesse il tempo in
cavolate.
Visto che non c'e' il tempo in fisica si potrebbe fare in matematica.
Tanto per fare un esempio:
http://scuolaworld.provincia.padova.it/astrofili/Pagine/esperimenti/Triangol
i%20simili2.html
Invece ci si preocuppa di papocchiare sui numeri quantici e gli orbitali al
primo anno (in chimica) ma su questo ho gia' detto la mia in "I Fisici e la
Chimica" thread in cui purtroppo non ho visto tuoi interventi.
> Queste cose vengono *assolutamente* prima! Non si dovrebbe passare
> neppure il primo anno, in quelle condizioni! E invece...
A questo punto capisco perfettamente cosa intendi; per conoscere l' ordine
di
grandezza della distanza Terra-Sole non ci vuole certo l' analisi. Diventa
perfino paradossale conoscere teoremi sofisticati della matematica e
preoccuparsi del rigore se poi si ignorano le cose piu' elementari. messa in
questi termini non puoi che avere ragione.
In effetti il nostro amabile (si fa per dire)^* prof di FisicaI si
preoccup� di
adottare lo Schwartz / preludio alla Fisica / Zanichelli, proprio per dare
queste nozioni di base.
^* a proposito delle nozioni che si dovrebbero apprendere al primo anno che
ne pensi del fatto che il prof. in questione all'
esame di FisI fa abitualmente domande del genere :
+Quale propellente si usa nei motori a reazione secondo lei?
+Di quanto si abbasserebbe la terra se i Cinesi saltassero tutti insieme?
+Secondo lei una pompa di calore funziona meglio a Helsinki o a Palermo
(dimostrarlo) ?
Secondo te questi problemi aiutano davvero lo studente a capire la Fisica
classica
applicandola alla vita di tutti i giorni
oppure sarebbe meglio lasciare le pompe di calore agli ingegneri che hanno
esami appositi (Fisica Tecnica, Impianti Termotecnici...) e preoccuparsi
magari della distanza media Terra-Sole e adi altri problemi simili?
> A proposito: come forse sapete, e forse no, ora i docenti hanno anche un
> fondo d'incentivazione, il che vuol dire che possono guadagnare di piu'
> se lavorano di piu'.
> Uno dei criteri e' il "rating didattico". Credete che significhi che uno
> insegna bene? Mai piu'!
> E' arrivata ieri la spiegazione (per la nostra facolta'). Il rating si
> basa sul numero di esami superati dagli studenti del proprio corso.
> Occorrono commenti?
Io ricordo che anni fa si decise di fare un test anonimo dove gli studenti
avrebbero dovuto dire cosa andava e cosa non andava nei vari corsi.
Solo un docente ci diede il test (ed ottenne un buon giudizio). Nessun
altro. Era probabilmente l' unico che non aveva nulla da nascondere...
E come avrebbe potuto far fare il test, che so io, il professore di
geometria, che agli scritti ha avuto il coraggio di mettere domande del
genere in mezzo ai problemi di geom analitica: <<apotema e' maschile o
femminile? Fare altri esempi di parole
frequentemente usate in matematica che abbiano le stesse caratteristiche
grammaticali>> e che e' stato capace di annullare compiti perfettamente
svolti solo perche' magari un segno di frazione non era ben allineato con un
segno "+", lui che a lezione scriveva con le zampe di gallina?
Meglio che mi fermi.
Noi studenti abbiamo i nostri difetti, ma a certi docenti andrebbe tirato il
collo, anche perche' loro hanno il coltello dalla parte del manico, noi
abbiamo di fronte la lama.
Ora non mi chiedere dove studio, non te lo dico manco sotto tortura ;-)
Il NG e' pieno di infiltrati, non si sa mai ;-)
> -------------------
> Elio Fabri
> Dip. di Fisica "E. Fermi"
> Universita' di Pisa
> -------------------
ciao
andre
Received on Tue Apr 08 2003 - 23:17:53 CEST