Re: Qualcuno mi risponde?

From: Luca <ceraunacera_it_at_libero.it>
Date: Wed, 19 Mar 2003 21:05:08 GMT

> Per almeno due ragioni:
> a) in m.q. non esiste una "traiettoria" della particella, quindi non
> puoi neppure definire un lavoro
> b) non si parla di forza, perche' non esiste piu' F=ma.
Intendi dire che non esiste pi� F=ma percho non esistendo traiettorie non ha
senso parlare di a?
Io pensavo all'elettrone dell'atomo di idrogeno. Questo, se valesse la
mecanica classica, dovrebbe attrarre il nucleo con una forza che tende a +oo
col tendere della distanza a "0": giusto?
Ovviamente voglio ipotizzare una situazione in cui l'elettrone non sia in
moto rispetto al protone (se no torniamo a Bohr e alla caduta con
traiettoria spiraliforme dell'e- sul nucelo). In ogni modo, Bohr & Co. oltre
al probelma dell'emissione di onde elettromagnetiche da parte di un
elettrone che ruotasse attorno ad un nucleo, perch� non pensarono anche al
fatto che una volta finito sul nucleo questo e- sarebbe stato attratto con
una forza infinita (con le conseguenze di energia infinita, ecc ecc che sono
un eviente paradosso?) Poi mi domandavo, quando due oggetti "macroscopici"
vengono in contatto, in realt� non si "toccano" realmente, in quanto i campi
elettrici impediscono un contatto "materiale" tra particelle: quindi si pu�
affermare che in questo nostro universo le diverse particelle subtomiche
cariche (con la stesa carica) siano inesorabilimente "isolate" dalle altre
(nel senso che non si toccano)? Come spiega la MQ questo? La meccanica
classica credo che lo facesse con la legge di coulomb: per far toccare due
elettroni ci vuole un'energia infinita! Come la MQ spiega questa
impossibilit�? E come la spiega in riferimento al primo esempio di questo
mio intervento (elettrone e protone), cio� con particelle di carica opposta?
Grazie
Received on Wed Mar 19 2003 - 22:05:08 CET

This archive was generated by hypermail 2.3.0 : Wed Sep 18 2024 - 05:10:45 CEST