Il 09 Feb 2003, 20:22, Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> ha scritto:
........
>
> > Ma quando si parla a livello elementare di meccanica classica, non si
usano
> > certo le formulazioni matematiche professionali, ma questo non impedisce
di
> > raccontare le cose senza falsificare troppo il contenuto.
> Il problema e' sempre il solito: "non falsificare troppo" e' un'impresa
> da far tremare le vene ai polsi...
> Non dico che sarebbe impossibilein assoluto, ma certonon con una
> presentazione divulgativa: occorrerebbe un lavoro paziente e faticoso
> (comunque, uno _studio_). E mi pare che la disponibilita' a questo
> sforzo sia difficile da trovare in giro...
Touche!
Sono d'accordo, pero' non e' facile arrivare alla preparazione necessaria
per capire _veramente_ , cioe' quello che chiamo "senso fisico", neanche un
testo introduttivo che non sia propriamente banale, quindi a volte, se vuoi
un po' pateticamente, si cerco fughe in avanti nella speranza di ottenere
qualcosa che non si discosti troppo dal "vero".
>
> > Diciamo quindi che questo non e' possibile per la fisica moderna, e quel
che
> > e' peggio credo che il divario tra la ricerca di punta e cio' che puo'
> > essere divulgato e' destinato a crescere.
> Ci puoi credere: oggi nella ricerca di punta e' gia' difficile capirsi
> fra ricercatori di campi diversi, anche non troppo lontani :-(
E' un vero peccato perche' sono convinto che una vera comprensione del mondo
scaturisca dalla conoscenza multidisciplinare.
........... ( ho opportunamente tagliato tutte le sciocchezze che _ho_ detto!
E' proprio vero bisognerebbe sempre rileggersi non una ma cento volte prima
di postare!)
> > Se ricordo bene si dice che e' la massa a riposo del fotone ad essere
nulla.
> > Ma in quale sistema di riferimento il fotone e' fermo?
> Infatti sarebbe bene omettere quel "a riposo".
> Dire che la massa di un fotone e' nulla equivale a dire che per un
> fotone E = cp.
> La piu' utile definizione di massa e' nel vederla come l'invariante
> ricavato da
> mc^2 = E^2 - c^2 p^2. (*)
> Qundo un fisico misura la massa di una particella, intende questo.
Perche' particelle anche estremamente energetiche, penso ai neutrini che
sembra non abbiano massa, non danno contributo al computo della massa
dell'Universo?
Una densita' di energia, qualunque sia la sua natura, non implica
necessariamente effetti gravitazionali?
>
> > Se nell'effetto Compton si calcola la frequenza del fotone dopo l'urto
> > attribuendogli una massa pari a hf/c^2 si ottiene almeno l'ordine di
> > grandezza della variazione di frequenza oppure tale calcolo da un
risultato
> > del tutto sballato?
> Non mi e' chiaro come faresti il calcolo.
> Il fenomeno e' un urto elastico fra un elettrone (inizialmente fermo) e
> un fotone.
> Per studiare l'urto devi usare la conservazione dell'energia e della
> quantita' di moto.
> Dove entra la "massa" del fotone? Quella che entra di certo e' la
> relazione E = cp che ho scritta sopra; e inoltre la (*) applicata
> all'elettrone.
> Se conosci un modo diverso, fammelo vedere.
Dal punto di vista formale si ottiene la quantita' di moto corretta E/c (tra
parentesi ho letto sul volume della "Corso di Fisica di Berkeley" che questa
relazione vale anche in ambito classico) semplicemente moltiplicando la
"massa" del fotone per c: ma questa in fondo e' numerologia.
Il calcolo volevo condurlo come lo si fa in ambito classico.Nel caso di urto
con uno specchio di massa M potrei scrivere
hf/c = Mv' + hf'/c
hf = 1/2mv'^2 + hf'
E' ancora possibile farlo per l'effetto Compton sostituendo la quantita' di
moto e l'energia dell'elettrone con le corrispondenti espressioni
relativistiche, cioe' qualcosa di simile a questo:
hf/c = gamma mv + hf'/c
hf + m_oc^2 =gamma m_oc^2 + hf'
?
Ciao.
Riccardo
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Received on Tue Feb 11 2003 - 12:19:49 CET