Re: MQ e indeterminazione

From: Riccardo Castellani <riccardo.castellani_at_libero.it>
Date: 17 Jan 2003 02:12:30 -0800

Elio Fabri <mc8827_at_mclink.it> wrote in message news:<3E270A4E.DF1EE4D1_at_mclink.it>...
> Riccardo Castellani ha scritto:
> > ...
> > Considera una scatola dove c'e' una biglia che puo' essere o rossa o nera,
> > ebbene *se fosse possibile* applicare la meccanica quantistica a questo
> > sistema macroscopico, secondo l'interpretazione ortodossa non *potremmo*
> > pensare, prima che la scatola venga aperta, sia *o* rossa *o* nera, ma che
> > viva in una sorta di sovrapposizione rosso-nera (nessun riferimento alla
> > squadra del Berlusca!), e che solamente nel momento che tu aprissi la
> > scatola la biglia "deciderebbe" il proprio colore, probabilmente gettando in
> > aria una moneta!.
> > Questo e' quanto.
> > Bohr, Heisemberg, Born e tanti altri ci hanno inculcato che questo e' tutto
> > cio' che possiamo sperare di ottenere, e che neppure Dio in persona, per
> > dire, potrebbe conoscere con certezza il colore della biglia prima di aprire
> > la scatola: Einstein e tanti altri non erano d'accordo, ma la storia
> > successiva sembra aver dato loro torto.
> Sia detto senza offesa, spero che chi vuol capire qualcosa di questi
> problemi abbia altre fonti oltre la tua "spiegazione"...
> Dici "se fosse possibile": ma e' possibile o no, secondo te?
> Se non e' possibile, a che serve tirare in ballo questo esempio? (che
> pero' somiglia tanto al gatto di Schroedinger, in una versione alquanto
> stravolta...)
> E se invece e' possibile, perche' dici "se fosse"?
> Perche' non parli di cio' che *e'* possibile, di cio' che veramente si
> puo' sperimentare?
Non e' possibile ovviamente, era solo un esempio *molto* ingenuo di
quanto il comportamento sperimentale del micromondo ci costringa,
perlomeno all'interno della interpretazione ortodossa, ad allontanarci
da una visione realista del mondo.
Feinmann era solito dire prima delle conferenze dedicate alla QED
rivolgendosi a profani come me, che il comportamento delle particelle
non puo' essere capito secondo la logica *normale* a cui secoli di
storia ci ha abituati, ma deve essere accettato per quella che e'.
Sbaglio nel dire che Einstein fino alla morte non era d'accordo ad
accettare una tesi cosi' radicale?
Massimo in fondo chiede ma se il principio di localizzazione non vale
in microfisica perche' dobbiamo continuare ad accettarlo nel mondo
macroscopico?
Quale e' la risposta data dalla scienza moderna?
Sarebbe saggio, sono d'accordo con te, da parte mia neanche provare ad
affrontare simili problemi, ma mi sembra superfluo dire che non c'e'
nessun intento didattico: ho un alta considerazione di chi insegna e
ho avuto modo di dirtelo in una altra occasione, per pensare anche
solo lontanamente di sostituirmi a chi dell'insegnamento ha dedicato
le sue migliori energie.
Ciao.


Riccardo
Received on Fri Jan 17 2003 - 11:12:30 CET

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