>
> Ripensandoci, mi accorgo che questo e' solo uno dei possibili casi di
> qualche interesse.
> Un altro caso, che m'e' venuto in mente -diciamo cosi'- nel thread
> "Neutrone", e' di considerare le stesse sfere (che supponiamo di raggio
> finito) si trovino, inizialmente, ad "orbitare" attorno ad un oppotuno
> centro comune, separate da una distanza iniziale finita. Quale potrebbe
> essere il decorso della situazione nel tempo?
Continuando a ragionare senza ordini di grandezza il tutto mi sembra
virtuosistico, tuttavia, ammettiamo pure di avere scale di tempo cosmiche.
La situazione nel caso del sistema rotante e' che le sfera siano
inizialmente in
rotazione una intorno all'altra (supponiamo che inizialmente abbiano pure
uno
spin) allora ancor prima dell'irragiamento conta la dissipazione resistiva
del
materiale, questa dissipazione come primo effetto avrebbe quello di
sincronizzare il moto dei due oggetti in modo che il loro spin finale sia
pari al momento di rotazione. Se poi l'orbita non e' circolare l'effetto
di dissipazione elettrica dovuta al moto delle cariche tenderebbe a rendere
le
orbite esattamente circolari. In tutto questo ragionamento ho fatto
l'ipotesi che
gli oggetti orbitanti siano perfettamente rigidi. Ipotesi che permette di
dimenticare
l'esistenza delle forze di marea. Se cosi' non fosse avremmo un ulteriore
paragone da fare fra la rilevanza dell'effetto di dissipazione elettrica e
l'effetto
di dissipazione dovuto alle forze di marea. Come vedi il problema e' di
quelli
che richiedono pazienza e lavoro. Nell'altro caso che avevi suggerito un
problema
al quale non avevo prestato sufficiente attenzione e' quello che le cariche
sono
poste su un conduttore, quindi anche in quel caso ancor prima dell'effetto
di
dissipazione energetica radiativa conta la dissipazione termica. In un caso
limite in
cui il materiale fosse perfettamente conduttore la situazione che si
verrebbe a creare
sarebbe l'instaurarsi di onde di carica sulla superfice delle sfere? Nel
caso rotante,
quando il termine radiativo ha un'influenza sensibile, avremmo una
diminuzione
del momento angolare del sistema e questo comporterebbe una coalescenza dei
due oggetti che quindi finirebbero per "fermarsi" uno sull'altro.
> Inoltre, (altro dubbio da profano) un "atomo" costituito da un elettrone e
> un positrone (che potrebbe essere visto come una -severa- estrapolazione
del
> caso discusso sopra), in assenza di qualsiasi influenza esterna, e'
> un'entita' intrindecamente stabile, o no? E, se si', i suoi livelli
> energetici sono confrontabili con quelli di H? (chiedo perche' non lo so).
Direi che ha una certa importanza il grafo di annichilazione in questo caso.
Se si avesse solo interazione mediante fotoni l'oggetto sarebbe stabile,
pero'
i due oggetti possono interagire direttamente e dare un flash. E' un termine
dello stesso ordine di quello di interazione fotonica.
Comunque a me il fatto che un atomo sia stabile continua a sembrare fonte di
meraviglia verso il microcosmo. Come anche la quantizzazione. Penso che se
riuscissimo a vedere cosa succede davvero a quei livelli rimarremmo
meravigliati
dal modo in cui questi oggetti sono stabili. Ammesso sempre che cio' abbia
un
significato.
Il che certamente lo ignoriamo. Trovo che dopo De Broglie, dopotutto sia
migliorata la tecnica, la conoscenza del mondo microscopico in termini
sintattici,
sia stata raggiunto un inquadramento d'insieme del sistema, ma non sono
migliorate le idee circa l'effettiva natura del microcosmo. Ed e' un
problema
forse scientificamente insolubile dare un senso a questa "natura". E'
un'opinione,
non delle piu' aggiornate.
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Received on Fri Dec 06 2002 - 11:40:38 CET