Mario Leigheb wrote:
> Ciao,
> l'esperimento che descrivi e' dal punto di vista didattico veramente
> stimolante, alla portata di qualsiasi insegnante di fisica anche
> privo di laboratorio, e penso che meriterebbe senz'altro un
> approfondimento teorico che io non non sono in grado di fare.
> Lascio solo qualche spunto, e spero che qualche collega voglia
> studiare meglio il fenomeno:
> a) riscaldando la madonnina nel tegame evidentemente si accelera il
> processo di decadimento dei livelli eccitati instabili verso il
> livello fondamentale;
Secondo questa tua conclusione, il decadimento dei livelli eccitati
instabili verso il livello fondamentale avverrebbe comunque, anche senza
il riscaldamento (che non farebbe che accelerarlo), col tempo, magari in
modo imnpercettibile alla vista..
Ho provato a lasciar passare ventiquattrore prima di mettere nel tegame il
pezzo di materiale fosforescente (fatto scaricare spontaneamente al buio e
conservato nel frattempo rigorosamente al buio).
La fosforescenza si � riattivata, apparentemente con pari intensit� e per
pari durata, come avveniva quando riscaldavo subito dopo l'esaurimento
della luminosit� seguente la carica. Come se i fotoni fossero stati
"congelati" da qualche parte).
> b) forse la cottura eccita certi "sottolivelli" molecolari
> vibrazionali del livello eccitato instabile che hanno maggiore
> probabilita' di decadere allo stato fondamentale piuttosto che
> tornare nel livello eccitato instabile raggiunto precedentemente;
> c) per capire se lo scaricamento accelerato della madonnina si
> ottiene con meccanismi collisionali (l'agitazione termica, la
> vibrazione del reticolo) e non con l'assorbimento di infrarossi ...(cut)
Scusa l'ingenuit�, ma se riscaldo con infrarossi, non ottengo comunque
agitazione molecolare?
Ciao.
Luciano Buggio
http://www.scuoladifisica.it
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Received on Sun Dec 08 2002 - 18:13:07 CET