Re: problema non di fisica (x E. Cavallini)

From: Flavio Zanovello <flaviozanovello_at_hotmail.com>
Date: Tue, 12 Nov 2002 09:53:46 +0000 (UTC)

"Sandro" <stz_at_liberus.it> wrote in message
news:hkUy9.7577$8E3.192408_at_twister2.libero.it

> "Naturalmente esiste anche la possibilit� di rinunciare agli studi se lo
> sforzo diventa cos� grosso (cosa che probabilmente avrei dovuto fare
> anch'io): tieni presente infatti che quanto stai cercando di assimilare con
> passione ma anche con sofferenza e sacrificio � considerato pochissimo dalla
> nostra collettivit�.
> I soldi che guadagnerai una volta terminati gli studi saranno pochi e/o non
> utilizzerai praticamente mai la conoscenze cui oggi stai accostandoti con
> fatica."
>
> Cito queste parole di Enrico Cavallini per dire che questo � uno dei tanti
> scandali di cui non si parla mai.
>
> Io avrei voluto fare fisica all'universit� ma mi fu sconsigliato perch� "�
> troppo faticoso e non d� particolari opprtunit�". Ho preso un'altra laurea e
> credo che il consiglio fosse giusto. Il problema � che le retribuzioni (in
> senso ampio) si stabiliscono in base ai rapporti di forza tra le lobby.
>


Tu parli di "problema non di Fisica", io parlerei di problema della
Fisica (quantomeno quella italiana).
E' evidente che uno non basa le scelte della propria vita su
considerazioni puramente economiche
ma e' altrettanto evidente che tutti dobbiamo campa'. Conosco un sacco
di persone (mi ci metto anch'io)
che per problemi quali quelli che tu evidenzi hanno smesso di fare
Fisica e ora
fanno i programmatori, i consulenti ecc. Queste persone arrivano a casa
alla sera
frustrati, perche' si sentono sprecati(senza offesa per chi fa questi
lavori con il massimo della professionalita')
dimenticano man mano quello che hanno imparato con tanta fatica e
rinunciano a una fetta della loro felicita'.
Per carita', ammetto che fare una cosa che piace e' un privilegio che
non capita a tutti
pero' nel caso della Fisica siamo di fronte spesso a delusioni
proporzionali solo
alla passione di chi ci si accosta.
Quello che mi spiace di piu' non e' tanto la questione economica, ma
quanto l'incertezza
cronica che avvolge la vita di un giovane che si appresta a fare
ricerca.
 La ricerca privata e' quasi inesistente e con la vista corta (io ci ho
lavorato).
Per la ricerca pubblica bisogna rassegnarsi a borse di studio di durata
limitata,una lunga serie di concorsi,
una paga molto scarsa. Se poi consideriamo che talvolta i criteri di
avanzamento non sono
schiettamente meritocratici lo scenario e' desolante.
Pare che avere una passione per queste materie sia una piccola
maledizione.
Questo e' sicuramente uno sfogo personale, non so quale beneficio
apporti alla
discussione, forse e'poco rispondente alla realta' o oggettivo, ma mi ci
voleva.

Flavio


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Received on Tue Nov 12 2002 - 10:53:46 CET

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