Re: curiosità su esperimenti

From: Enrico SMARGIASSI <smargiassi_at_trieste.infn.it>
Date: Tue, 12 Nov 2002 11:47:51 +0100

Lo Svizzero wrote:

> Per provare che la sua enunciazione � valida, egli deve per forza
> dimostrarla con un esperimento oppure la matematica gli consente facilmente
> di dimostrare le sue ragioni?

Be', dipende. In linea di principio l'esperimento e' necessario,
ma puo' non essere fattibile, per vari motivi. Difficilmente
pero' sara' l'autore stesso ad effettuarlo (anche se puo'
capitare), visto che la maggior parte dei fisici sono o teorici o
sperimentali, raramente entrambi.

> E se deve per forza sperimentarla, cosa deve fare?
> A chi si deve rivolgere? A chi deve chiedere i fondi?
> A chi si deve rivolgere per costruire materialmente la macchina o lo
> strumento che gli permette di dimostrare le sue teorie?

L'apparecchiatura puo' esistere gia', o nell'istituzione dove
lavora o come apparato condiviso (CERN ecc.). In questo secondo
caso dovra' fare domanda per ottenere quello che si dice "tempo
macchina", e se la sua proposta convince potra' fare
l'esperimento. Se l'apparato non esiste dovra' chiedere un
finanziamento specifico, o - se non e' troppo - trarre il denaro
dai finanziamenti generici che arrivano al suo ente.

> Oppure la cosa funziona in maniera diversa, nel senso che prima si scoprono
> anomalie negli esperimenti o nelle osservazioni astronomiche e poi si
> enunciano le teorie?

Di solito succede un po' e un po'. Succede anche che teorie nuove
siano proposte per unificare delle teorie preesistenti, per
eliminare incongruenze ecc.. Una volta proposta, poi, una teoria
suggerisce tutta una serie di nuovi problemi da studiare e di
esperimenti da fare, e si ricomincia.

-- 
Enrico Smargiassi
http://www-dft.ts.infn.it/~esmargia
Received on Tue Nov 12 2002 - 11:47:51 CET

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