pcf ansiagorod ha scritto:
> Vorrei chiedere un consiglio bibliografico per una serie di
> argomenti che non ho mai affrontato. [...]
Ti sono debitore di una risposta da quasi due settimane.
Dico debitore perché ho apprezzato l'approccio che hai dato al
problema (non è comune) e perché hai toccato questioni con cui ho
dovuto misurarmi continuamente, senza soluzione.
Col che hai già capito che la risposta che potrò darti sarà deludente,
ma almeno spero che servirà a indirizzarti meglio su che cosa si può
non solo desiderare ma anche raggiungere :)
Forse posso cominciare da Ghirardi.
Ho già avuto occasione di scrivere quello che pensavo del suo libro
("Un'occhiata alle carte di Dio") ma forse non è male ripetere.
Purtroppo lui non ci può più leggere...
Secondo me quel libro è un'impresa di grande serietà, ma sbagliata in
partenza.
Leggendolo mi dicevo:
"Bene, io lo capisco e ci sto imparando parecchie cose. Se solo usasse
la matematica giusta, invece di arrampicarsi sugli specchi con
semplificazioni che non semplificano..."
Perché l'errore di Ghirardi è stato di non capire che della giusta
matematica *non si può fare a meno*, non la si può sostituire con
complicate perifrasi.
Inoltre le difficoltà dell'argomento non sono solo matematiche.
Il lettore a cui lui pensa di rivolgersi non è solo scarso in
matematica, ma anche in fisica.
Non conosce né i fatti (la realtà fenomenica) né i concetti della
fisica che "viene prima".
E anche di questo *non si può fare a meno*.
Tutti gli autori come Ghirardi, anche quando sono intellettualmente
onesti (lui lo era) fanno grave torto alla loro scienza, la fisica.
Pretendono che secoli di studio e di lavoro di grandi menti possano
essere superate con poche battute.
E' questo che io condanno e rifiuto energicamente.
Se tu lettore ignori che cosa abbiano fatto Galileo e Newton, non puoi
pretendere di capire la relatività (ristretta e generale).
Se non sai niente di elettromagnetismo e di ottica, scordati di
poterti accostare alla fisica quantistica.
Tanto per fare un esempio, come si fa a parlare di stati di
polarizzazione a chi non sa che cosa sia la polarizzazione della luce?
Come si può mettere a confronto la descrizione classica con quella
quantistica, quando i puri fatti sperimentali sono sconosciuti?
> Sono quindi a chiedere se esiste qualche testo intermedio che
> copra un po' tutta la fisica (sub)atomica, dal decadimento
> radioattivo compreso in avanti (o a scendere, se vogliamo).
A mio parere quello che chiedi non esiste.
Per onestà debbo precisare che non conosco tutto quello che si
pubblica, anzi non ne conosco neppure una piccolissima parte.
E' raro che mi metta a leggere la cosiddetta divulgazione
Ogni tanto faccio qualche eccezione, che si risolve puntualmente in
delusione.
> Giusto per fissare le idee chiedo perché seguo diversi gruppi
> tematici su facebook (essenzialmente astronomia ma ormai è legata a
> triplo filo alla fisica delle particelle, o almeno quella 'classica'
> fa da Cenerentola) e quando scrivono ricercatori e/o competenti vedo
> benissimo i mostruosi compromessi a cui si sentono costretti; alla
> fine non capisco niente.
Ho sperimentato quello che dici a un altro livello. Ti racconto
brevemente la storia.
Mi pare fosse il 1969 quando assunsi l'insegnamento di Astronomia, che
era rimasto vacante (tradizionalmente a Pisa era tenuto da matematici,
e già questo dice tutto...).
Iniziai il corso e lo sviluppai durante diversi anni avendo a mente un
preciso scopo: mostrare a studenti di fisica quanto fosse essenziale
una conoscenza dell'astronomia classica per capire alcuni concetti
portanti di tutta la fisica, quali il tempo, il sistema di riferimento,
la struttura euclidea dello spazio, le leggi della meccanica...
Di nuovo un esempio: è abbastazna usuale ancor oggi leggere che un
rif. inerziale è in quiete o moto traslatorio rettilineo uniforme
*rispetto ale stelle fisse*.
Così sfugge qualche problema:
- Che le stelle non siano "fisse" lo si sa da tre secoli (Halley
1713). Allora come la mettiamo? Cone definiamo un riferimento?
- Parlare di moto uniforme significa aver definito una scala di tempo.
Non basta avere orologi raffinati: come si fa a sapere che battono un
tempo uniforme?
La risposta per lungo tempo è stata nell'astronomia.
Come si definiva il tempo prima degli orologi atomici?
E oggi, come si confronta il tempo atomico con quello astronomico?
Vanno d'accordo?
Bene: all'inizio questo corso ebbe un gruppo consistente di studenti.
Poi pian piano si diffuse l'idea che quella era "roba vecchia", che la
roba moderna era l'astrofisica.
A un certo punto mi trovai costretto a cambiare rotta, e com'è mip
costume questo non significò correzioni e compromessi, ma un
cambiamento radicale: passai alla Relatività Generale.
Ma questa è in parte - un'altra storia.
Visto che non seguo Facebook non conosco gli esempi cui accenni. ma
scommetto che ci si trova abbondanza di materia oscura, buchi neri, e
simili.
Qualcosa del genere ho visto frequentando per un mesetto Quora, che ho
rapidamente abbandonato. Tutti a "ragionare" sulla "singolarità al
centro di un buco nero", senza neppure accorgersi che in quelle poche
parole già si annida un equivoco colossale: che un buco nero (di
Schwarzschild, per farla facile) abbia un centro.
Ecco: questi sono argomenti che potrebbero essere accostati con una
matematica poco più che liceale, a patto di aver voglia di pensare e
studiare.
Ma quanti hanno questa voglia?
Poi, se mi chiedi un libro adatto, ti potrei solo rispondere che non
ne conosco, ma avevo cominciato a scriverlo più di dieci anni fa.
Chissà se mi resta il tempo per finirlo...
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Elio Fabri
Received on Fri Sep 24 2021 - 21:27:31 CEST