Elio Fabri wrote:
> > settimane o anche mesi, perche' non c'e` sufficiente abitudine ad
> > afferrare concetti astratti o a cogliere lo sviluppo logico di un
> > argomento.
> Si capisce che non capiscono! Non e' questione di abitudine, o almeno
> non solo quello. Quella capacita' e' una maturazione che ha i suoi
> tempi, e non la si puo' forzare, come se fossero pomodori...
Vero, pero' i pomodori prima o poi vanno esposti al sole. Se
cominci prima, che non significa forzare, qualche beneficio lo
avrai.
> Che cos'hai contro il risolvere problemi?
Nulla, anzi credo che affrontare problemi sia il modo migliore
per rendersi conto se un argomento lo si e' capito o no. Quello
che non mi va e' la tendenza a trasformare, magari
involontariamente, la risoluzione del problema nel *fine*
dell'insegnamento.
> Conosci il lavoro di Polya sul tema?
Certo, me lo sono comprato per digerirmelo per benino :-). Ho
anche il suo "Metodi matematici per l'insegnamento delle scienze
fisiche", ed e' un altro gioiellino.
Digressione leggera: nella prefazione ad "How to solve it" si
racconta che da studente Polya era incerto tra filosofia, fisica
e matematica. Poi stimo' di essere "too good for philosophy, and
not good enough for physics. Mathematics was in between". Da
citare in presenza di qualche collega :-)
--
Enrico Smargiassi
http://www-dft.ts.infn.it/~esmargia
Received on Tue Oct 01 2002 - 17:27:55 CEST