Re: angolo di rotazione della luce polarizzata
Il 10/12/2010 21:39, Elio Fabri ha scritto:
> Soviet_Mario ha scritto:
CUT ALL
> Allora veniamo alla "pars construens".
> Io procederei cosi', detto in modo quasi improvvisato.
>
> 1. Usare i polaroid per far vedere che cos'e' la luce polarizzata,
> ossia che la luce ha questa proprieta' di avere una direzione
> *trasversale* privilegiata.
Fin qui fattibile (se hanno i polaroid. Posso proporre di
comprarne un paio)
> La luce detta "naturale" non e' polarizzata, ma solo nel senso che e'
> una miscela casuale di polarizzazioni in tutte le direzioni.
> Pero' e' facile trovare luce polarizzata anche in natura:
> - la luce del cielo
> - tutti i riflessi, spec. quelli su vetro e simili, ma anche strade
> bagnate e perfino asfalto asciutto controluce.
Si infatti, sono persino esempi che cito quando parlo delle
lenti antiriflesso che per� non rabbuiano in maniera troppo
indiscriminata, ma attenuano solo questo riverbero
>
> 2. Con un polaroid si produce luce polarizzata *vera*, e un secondo
> polaroid opportunamente ruotato mostra l'esistenza di questa direzione
> privilegiata.
> (Parlare di onde trasversali e' probabilmente inutile, se dalla fisica
> non hanno imparato e sperimentato qualcosa sulle onde in generale.)
Lo ritengo fattibile anche questo. Con qualche cenno alla
differenza tra il suono (che visualizzano con l'oscillazione
dell'attuatore del woofer) e le onde in una bacinella, si
pu� rammendare qualcosa. Tra l'altro, quando capita di
parlare di onde, sono cose che dico gi� e a prescindere dal
contesto (e che ovviamente son state dimenticate, questo �
ovvio)
>
> 3. A questo punto si fa la prova con una soluzione di glucosio, e si
> verifica un rotazione della direzione (piano) di polarizzazione:
> semplicemente mettendo i due polaroid uno prima e uno dopo della cella
> con la soluzione.
> Volendo, e avendo tempo, si verifica che la rotazione osservata e'
> proporzionale:
> a) alla lunghezza della cella
> b) alla concentrazione della soluzione
> c) che dipende dalla lunghezza d'onda della luce usata
il punto c � problematico : non abbiamo nessuna sorgente
libera, n� uno spettropolarimetro. Quel che c'� � a lambda
fissa, e sorgenti sfuse colorate mah, credo non ne ne siano.
> Si puo' cosi' definire il potere rotatorio specifico.
>
> 4. Si ripete l'esper. con diverse sostanze, e si riscontra che alcune
> non producono nessuna rotazione, mentre altre la producono in misura
> diversa e anche in *verso* diverso.
>
> 5. A questo punto e' facile spiegare come e' fatto un polarimetro, e
> come puo' essere usato per dosare una sostanza dicui sia noto il
> potere rotatorio.
Beh, in effetti sin qui siamo rimasti al cosa succede, che
non � esattamente uno spiegozzo come viene generalmente inteso.
> 6. Puo' nascere la domanda: perche' si presenta questo fenomeno?
> Risponderei solo questo: condizione necessaria e' che le molecole del
> soluto siano chirali.
> Saprai meglio di me trovare esempi di enantiomeri che producono
> rotazioni in verso opposto.
Si si, ce li abbiamo.
> Niente polarizzazioni circolari e birifrangenza circolare!
Uhm. Per� dire perch� sono chirali � come non avere detto
niente. Anzi se ci fosse qualche falco potrebbe pure
osservare che ho detto che normalmente gli enantiomeri non
possono fare nessuna distinzione tra reattivi o altri
sistemi interagenti non di per s� chirali. E magari dedurre
: ma come fa questa luce piatta, non chirale (anche questo
viene detto, parlando di molecole, che quelle piatte chirali
non le sono mai), a sentire la differenza in molecole chirali ?
Magari mi fascio la testa in anticipo, non so. C'� sempre
qualcuno che vede pi� in la degli altri, e di norma io
sottolineo sempre anzitempo le spiegazioni deboli.
> Naturalmente questa e' una lezione di fisica, ma magari ti riuscisse
> di fare il tutto, senza pretendere di piu'...
Beh gioco forza capita un po' a tutti di doversi spiegare
qualche pezzo di qualcosa che non lo riguarda strettamente,
per il solo fatto che magari la propedeuticit� del corso �
mal programmata a priori.
Ad es. tutti i biochimici si devono fare qualche spezzatino
di chimica organica per il solo fatto che quando io arrivo a
cominciarla loro sono gi� un bel po' avanti.
Le onde le introduco regolarmente, sistematicamente, anche
solo per dare un'idea di quel che significa avere un
comportamento ondulatorio (:-) ahi ahi)
> > e francamente ti rispondo che non accetto nessuna polemica, perch�
> > hai letto/intuito un mio tono accusatorio verso i fisici che non
> > sussisteva per niente.
> No, c'e' un equivoco: io non ho letto nessun tono accusatorio.
> Sono io che sono partito all'attacco :)
>
>> Tuttavia ci sar� un problema strutturale di fondo ben pi� serio : per
>> i MODERNI periti chimici � stata abolita la chimica fisica tout court,
>> e la fisica nel triennio quasi non lascia traccia. Rimane solo nel
>> biennio di base, comune a tutti i periti. Ergo il castello crolla
>> prima di venire eretto. Probabilmente non si riuscir� a fare quasi
>> neppure elettromagnetismo, oltre le leggi di Ohm e due circuiti in
>> croce, Maxwell requiescat in pace e tutto quanto il resto. In prima
>> non si riesce quasi a fare niente, in seconda qualcosa. E poi fine
>> della storia.
> A chi lo dici!
> Sono 50 anni che vado combattendo contro questa idea assurda che negli
> istituti tecnici la fisica debba essere confinata al biennio.
> Ma almeno una volta negli ITI aveva 5+5 ore, ora ne ha 3+3.
> Comunque non e' tanto questione di ore:
si il full immersion non va bene per certi concetti, ci
vorrebbero anni a sedimentare e crescere insieme al contesto.
fare 20 ore di fisica in prima, con equazioni di primo grado
che barcollano e non sapere ridurre delle frazioni, � tempo
sprecato.
Pure io la vedrei estesa dalla prima alla quinta in ogni
scuola scientifica o tecnica (e pure la chimica, peraltro,
malgrado abbia da noi una tradizione didattica molto acerba
e recente).
> come sai benissimo a ragazzini
> di 14 e 15 anni certe cose e' proprio impossibile fargliele capire. Non
> hanno il cervello ancora formato a sufficienza.
>
> Tra l'altro, una cosa potresti spiegarmi: la finalita' degli istituti
> tecnici.
Okay, � possibile che con questa parte di risposa mia alieni
il vaglio del moderatore, ma tocchi un tasto davvero dolente.
> Un tempo servivano a formare dei quadri intermedi, che trovavano
> lavoro appena diplomati, perche' avevano una preparazione adeguata
> alle richieste del mercato del lavoro.
> E' ancora cosi'?
NO, salvo situazioni non completamente rappresentative e
generalizzabili a ogni contesto, anche geografico.
E un NO rafforzato da varie ragioni.
Premetto che confindustria ha molte volte richiesto a gran
voce dei buoni tecnici, e contemporaneamente ha espresso
apprezzamenti verso le varie riforme, non solo questa
ultima, che massacravano la sQuola.
I punti sono vari
1) la grande azienda, quanto alla "vile" (non la ritengo
tale ovviamente) produzione, cerca solo di delocalizzarla
altrove. Per quanto riguarda la ricerca, o prende laureati,
pochi, o i tecnici della scuola, per quanto ben formati,
indende in ogni caso istruirli al proprio interno, seppure a
malincuore. Ma in effetti le aziende cos� grandi e cos�
orientate a R&D sono rimaste minoritarie.
2) la piccola azienda sta riducendo progressivamente la
dimensione media, in molti settori, tornando quasi pi�
all'artigianato. Ora a loro pi� che un perito, che in
passato era una figura quasi libero professionista che
poteva firmare molte perizie etc, servono figure
estremamente pratiche, installatori, manutentori, come
formati in altre aziende o usciti da scuole professionali
(generalmente scadenti) magari con stages aziendali.
Servono figure usa/getta, che sanno fare una cosa sola,
bene, appresa magari con minicorsi con brevettino, e tali da
non richiedere investimenti in formazione interna o
tutoraggio, tanto li tengono con un contratto temporaneo, e
non appena gira il vento cambiano figura, e persona. Il
tuttologo costerebbe troppo. Un tuttologo tipicamente si
mette in proprio non appena gli riesce.
C'� quindi un certo gap tra il manovale esperto e il tecnico.
Ai periti rimane per� anche una fetta di mercato in aziende
medie laddove magari di nome ci vorrebbe il laureato, ma che
� troppo vecchio (e quindi rigido, meno spostabile), troppo
costoso per le reali esigenze modeste.
> Se la risposta dovesse essere negativa, nel senso che le figure
> professionali oggi richieste debbono avere una formazione piu' lunga,
> allora sarebbe ancora piu' assurda questa restrizione di materie
> fondanti come la fisica nei primi due anni, dove non possono servire
> *a niente*, mentre viene sacrificata la possibilita' di affrontarle a
> un livello di maturita' degli allievi piu' adeguato.
Eh ... di fatto c'� uno scollamento sempre pi� profondo, e
sia la sQuola che il mondo del lavoro stanno divergendo,
ognuno avvitandosi nelle sue malattie. E nessuno pare
intuire che in una sinergia vera (reciprocamente vincolante,
ma in senso biunivoco, senza sudditanze) starebbe una
possibile speranza.
La scuola � diventata, stages a parte, che sono corpi
estranei tranne che nei professionali, dove sono l'unica
cosa che funge in effetti, un mausoleo alla burocrazia.
Autoreferenziale, persa solo in scartoffie, esaltazione del
merito a discapito del contenuto, tutta tesa solo a :
accaparrarsi studenti, salvare il numero di classi,
tutelarsi da genitorastri ringhiosi, tutelarsi dai ricorsi
che fioccano su basi inconsistenti (e che vincono su basi
altrettanto inconsistenti), e a cercare di giustificare con
la sua debole retorica e parolone il nulla che non osa
denunciare.
Il mercato del lavoro non si rivolge alla scuola, perch� la
domanda di base � scarsa (si fanno troppi prodotti lowtech,
e chi ne fa high tech � costretto ad assumere fuori o fare
formazione interna, ma cmq la piccola dimensione aziendale
predilige magari figure polivalenti, poche, dove un perito
non gliela fa, e sotto il project manager non ci sono quadri
intermedi : ci son solo operai specializzati con
esperienza). Poi � un mercato dequalificato, precarizzato,
laddove la competitivit� (che difatti � in prolungato calo
sulla media nazionale) si cerca di rosicare solo giocando
sul costo basso della manodopera, sulla riduzione delle
tutele sindacali (tipo decurtare i salari per giornate di
malattia e roba del genere).
Una formazione in una melassa cotonosa, falsamente
accogliente (che ruba le chance ai migliori per fingere di
darne a tutti uguali mentre rilascia cartaccia senza
valore), poi un salto nel vuoto, un imprecisato buco di
ricerca, e infine il landing nella giungla pi� selvaggia.
I ragazzi lo sanno, e tendono a percepire come finta e
provvisoria tutta quella bambagia : ma i genitori sembrano
pretendere tutte le garanzie di ottima riuscita a sQuola
laddove rinunciano a priori all'idea stessa di contrattare
migliori condizioni di lavoro in seguito. E' quasi una
vendetta. E bisogna dire che di sicuro stimano di pi� i
negrieri "fuori".
Purtroppo la parola selezione, demonizzata molti decenni fa
da ottime intenzioni di inclusione dell'allora
catto-sinistra, � ben lungi dall'essere stata riscoperta
dalla destra. Anzi : premono per un rigore solo di facciata,
propagandistico, per avere consenso alle urne, ma si
guardano bene dal creare problemi e dissapori alle famiglie
con una vera selezione che costringerebbe i demotivati
rampolli a studiare. Ecco allora che da un lato sventolano
il voto di condotta (che per inciso ALZA la media al 95 % o
oltre dei ragazzi che anche solo respirano e non insultano i
prof), ma dall'altro mantengono la promozione con voto di
consiglio, che magicamente risolve le lacune anche
gravissime (testimonio una promozione agli esami di
riparazione di settembre con un UNO di matematica, per voto
a maggioranza di consiglio), siccome questo garantisce il
quieto vivere, le vacanze non rovinate, le spese di
ripetizioni evitate. Ergo � una riforma vuota, di soli
tagli. E poi ai politici che je frega di ottimi periti ?
Gente che sappia far di conto bene ? Ma mai pi�, anzi, pi�
ignoranti sono pi� docili e domestici sono. Facile
abbindolare uno che sa a stento contare, e che dalla cronaca
nera, al gossip, salta la pagina dell'economia e passa allo
sport perch� non ne capisce niente. I veri risultati della
politica stanno scritti l�, non nella vetrina in prima pagina.
Del resto i genitori per primi, in maggioranza, non credono
nel valore della scuola e nella meritocrazia lavorativa,
ergo non sono disposti ad accettare una scuola selettiva. Si
va perch� si deve, un periodo di vacanza prima di cominciare
a vivere nel mondo reale. E guai a rovinarla.
Nope (no hope)
Io sposo la provocazione di Grillo al Frankfurter Allgemaine
Zeitung (o come cavolo si scrive, non sono germanofono) :
aiutateci. Invadeteci di nuovo ;) LOL
E dire invece che i periti anni 50-60 (insieme a veri
imprenditori lungimiranti e non affaristi, non dei
finanziaristi) furono i veri artefici della rinascita, del
boom industriale. Ora abbiamo consolidato le premesse per un
duraturo calo di competitivit� (a fronte di avversari sempre
pi� tonici e agguerriti).
ok .. mi tronco qui
ciao
Soviet
Received on Sat Dec 11 2010 - 16:59:40 CET
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