Il 27 Set 2002, 10:50, "Dottor Jekyll" <aquila5_at_tiscali.it> ha scritto:
> (cut)
>
> Il fatto strano, se confrontato con una situazione reale, � che la
corrente,
> nel solo istante iniziale, va all'infinito e poi diventa zero. Ci� si
> capisce perch� in un istante, quindi di durata nulla, la batteria fornisce
> tutta la carica elettrica, finita, del condensatore carico.
> Questi fatti strani si hanno a causa dell'eccessiva schematizzazione
> (eccessiva idealizzazione) del condensatore, infatti in un condensatore
> reale ci sono sempre le resistenze e le induttanze di perdita da cui segue
> che i(t) assume sempre valori finiti.
(cut)
>
> Ciao
OK, molto giusto e apprezzabile.
Pero', mi viene in mente un dubbio.
Anche ammettendo, sia pure per assurdo, che R sia non nulla solo quella del
resistore e L
non ci sia, il generatore (ideale: d.d.p. = f.e.m. = costante = Vo) ha
erogato al resto del
circuito la stessa quantita' di carica q nei 2 casi, per cui esso ha perduto
un'energia pari a qVo. D'altro canto, l'energia che ritoviamo sui
condensatori e' CVo^2/2. Per cui, nel primo caso potremmo scrivere:
qVo = CVo^2/2.
Ma, nel secondo caso dovremmo scrivere:
qVo = CVo^2/2 + *energia dissipata su R*.
Ora, o questo e' un mio errore, oppure, forse e' un modo di dimostrare (per
assurdo) che fisicamente non ha senso considerare il primo caso.
Se cosi' fosse il pesciolino Delta di Dirac ci sarebbe sgusciato dalla rete.
Non mi resta che pensarci un po' su.
Patrizio (perplesso)
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Received on Mon Sep 30 2002 - 20:27:03 CEST