Re: Conservazione dell'energia
La differenza c'e', come e' ormai stato chiarito.
Vorrei contribuire con due considerazioni.
1. Consideriamo il seguente esperimento ideale.
Prima versione.
Fase A: si comprime la molla, spendendo un lavoro L.
Fase B: s'immerge la molla nell'acido, fino a scioglierla.
(Il tutto viene fatto con isolamento termico).
Si misura la temperatura finale.
Seconda versione.
Fase A: s'immerge la molla non compressa nell'acido, c.s.
Fase B: si cede alla soluzione una quantita' di calore equivalente a L.
Si misura la temperatura finale.
E' chiaro che l'energia finale del sistema (e quindi la temperatura) e'
la stessa neidue casi, quindi nel primo caso la soluzione era piu' calda
che nel secondo prima che le cedessimo calore.
2. In teoria (dubito che in pratica funzionerebbe) si potrebbe anche
recuperare l'energia in modo reversibile, con una pila.
La farei cosi'.
Invece di usare un acido, userei una soluzione di un sale ferrico (per
es. cloruro) a una concentrazione tale che sia in equilibrio col ferro
solido della molla.
Immergerei nella soluzione due molle: una compressa e una no.
Collegherei esternamente le due molle mediante un conduttore, o se
preferite (esperimento ideale!) con un motore elettrico.
Per quello che abbiamo detto, si avra' dissoluzione del ferro (ioni
Fe+++) della molla compressa, che si depositera' su quella non
compressa. Parallelamente passerano elettroni nel conduttore, sempre
dalla molla compressa a quella no.
In questo modo potremo riprendere attraverso il motore l'energia spesa
per comprimere la molla.
Tra le molte ragioni per cui l'esperimento e' ideale, c'e' la f.e.m. di
una tale pila: provate a calcolarla, e' molto semplice.
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Elio Fabri
Dip. di Fisica "E. Fermi"
Universita' di Pisa
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Received on Fri Aug 23 2002 - 19:58:36 CEST
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