Franco wrote:
> "Continuano ad avere di brutto che non predicono quantitativamente i
> risultati delle osservazioni".
> > Potresti segnalarmi in dettaglio le discrepanze?
> L'espressione del doppler per un fotone e` la seguente:
> f=f0*SQRT((c+v)/(c-v)). La tua formula e` diversa.
> f la frequenza ricevuta, f0, quella di partenza, v la velocita` della
> sorgente. Mi pare che sul Feynman sia spiegato bene.
Vorrei dei chiarimenti sulla formula da te riferita.
1) Dici che v � la velocit� della sorgente: quindi non � la formula
generale, che va bene per il moto relativo sorgente-osservatore, seocndo
le conclusioni della RS. ove ci� che conta � solo la velocit� relativa. Se
si muove l'osservatore, Feynman ha un'altra formula?
2) Noto che al secondo membro altro non abbiamo, come coefficiente di
variaizone doppler della f, che la radice quadrata dell'espressione che
compare nella formuala del doppler sonoro, che qui riporto:
f=f0(v+-W)/(v+-V)
essendo v la velocit� del suono ed avendo uguagliato W (velocit�
dell'osservatore) a V (velocit� della sorgente)
Senza che mi vada a cercare Feynman, puoi dirmi in breve quali sono i
passaggi che portano per la luce a quella SQRT?
3) Si trova scritto nei libri che la formula classica che sopra ho
riportato vale anche per la teoria classica della luce:
Copio dal Garzanti scientifico.
"Nel caso della luce, la teoria classica conduce alle medesime
conclusioni, ma la teoria della relativit� conduce ad alcune
modificazioni: L'esistenza di questo divario si giustifica consideranto
che nel caso acustico intervengono il moto della sorgente e
dell'osservatore rispetto al mezzo che trasmette ilsuono, mentre nella
teoria della relativit� importa solo il moto relativo tra sorgente ed
osservatore: tuttavia, quando la velocit� del moto realtivo � piccola
rispetto a quella della luce, le formule dell'effetto doppler restano
valide anche per i fenomeni ottici."
Ora, vorrei sapere, a parte il punto 1), se la formula da te riportata �
quella che contiene la correzione relativistica di cui parla il Garzanti,
e se � universalmente accettata ed utilizzata per calcolare la distanza
delle galassie in recessione dopo il Big Bang, cio� se � cos� "fine" la
determinazione del realtivo redshift.
4) La mia formula � (� quella cui siamo approdati in questo thread in data
11.06):
f=f0**c/(c+-v).
Soddisfa alle condizini della realtivit� perch�, come vedi, vi compare
solo la velocit� realtiva tra la sorgente e l'osservatore.
Quel v � uguale a W+-V.
Posto che sia in competizione con quella che tu riporti, le differenze
nelle previsioni sono sotto la soglia dell'osservabile per i valori di v
che ricorrono nell'astronomia classica (oltre, ritengo. che in laboratorio
e nelle osservazioni in fisica).
Per esempio, per v=300 km sec. che � uno dei valori pi� alti per il moto
di un corpo celeste classico, la discrepanza � dell'ordine di una parte su
di un milione, e differenze di questa grandezza tra le posizioni delle
righe non credo si possano misurare.
Per quanto riguarda valori di v dell'ordine di grandezza di c, osservo
che, essendo questi (cos� si dice) osservati nell'ambito della teoria
dell'espansione dell'Universo, ed essendo questa una teoria, a fronte
dfella quale io sostengo un univeros stazionario in cui lo spostamento
verso il rosso delle lontane galassie non � un effetto doppler, puoi
capire che non me ne pu� fregar di meno:-)
Ciao.
Luciano Buggio
http://www.scuoladifisica.it
> Ciao
> --
> Franco
> Wovon man nicht sprechen kann, dar�ber mu� man schweigen.
> (L. Wittgenstein)
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad abuse_at_newsland.it
Received on Mon Jul 08 2002 - 09:04:44 CEST