Re: Il paradosso dei gemelli

From: Elio Fabri <fabri_at_df.unipi.it>
Date: Fri, 28 Jun 2002 08:44:09 +0200

Dario de Judicibus ha scritto:
> Elio, lasciami spezzare una lancia in favore di Angela. Distinguiamo fra
> insegnare e comunicare. Quando si insegna bisogna essere precisi, quando
> si comunica bisogna raggiungere l'obiettivo della comunicazione, che a
> volte solo apparentemente e' quello di spiegare.
Uhmmm...

> ...
> Analogamente, in un Paese in cui, a distanza di secoli, ben pochi
> capiscono i principi galileiani che stanno alla base del metodo
> scientifico, avvicinare la gente alla scienza
> ...
> e' sicuramente un'impresa nobile e ai limiti del disperato.
Questo te lo concedo. Infatti non e' qui la mia critica.

> Angela e' un divulgatore, non uno scienziato, e capisce molto bene
> l'importanza dell'imprecisione nella comunicazione. Fornire un concetto
> semplificato e parzialmente scorretto che faccia breccia nelle sicurezze
> pseudoscientifiche dovute alla disinformazione giornalistica e di un
> certo tipo di pubblicazioni e' il primo passo per preparare le persone a
> un approfondimento scientificamente corretto.
Qui invece non sono convinto.
Primo: non credo che sempre Angela sia impreciso per sua scelta: credo
che spesso lo sia perche' le sue conoscenze non gli permettono di dire
la cosa giusta in modo semplice. Anzi: che non sappia neppure qual e' la
cosa giusta da dire. (Fra poco faro' un esempio.)
Secondo: primo passo? Secondo me sei ottimista. Angela ha la teoria
della "scienza in pillole": non oltre 30 secondi, se non si vuol perdere
contatto col pubblico. E tu credi che possa contare in un ritorno sullo
stesso argomento, in un approfondimento?
Ripeto che molte volte il suo approccio mi va bene, ma quando si lancia
negli "e' un po' come se..." mi da' semplicemente fastidio, proprio
perche' secondo me sta deviando dalla strada gisuta.

Ecco l'esempio promesso. Tempo fa, in un programma che mi pare si
chiamasse "Viaggio nel cosmo", ci porto' su un satellite di 100 metri di
diametro (o di raggio?) e voleva farci apprezzare quanto debole sia in
quel posto la forza di gravita'. Ottima idea.
Ma che cosa ha fatto? Si e' accostato a una locomotiva bella grossa, e
ha fatto vedere che la sollevava a forza di braccia (non vorrei
ricordare male, ma forse era travestito da Superman...). La sollevava
come se fosse il manubrio di un sollevatore di pesi, anzi con molto meno
sforzo.
In effetti, se si fa una stima del campo gravitazionale su un satellite
di quelle dimensioni, il peso di una locomotiva viene esiguo,
sicuramente alla portata di Angela, e anche del sottoscritto :)
Ma c'e' un problema: si e' dimenticato che il peso diminuisce, ma la
massa no...
E ora lascio a tutti quelli che stanno leggendo, di pensare a che cosa
accadrebbe se davvero si cercasse di sollevare a braccia un oggetto con
la massa di una locomotiva:
a) quanto tempo ci vorrebbe?
b) Che succederebbe una volta terminato il sollevamento? Resteremmo
fermi con la locomotiva poggiata sui palmi? Oppure?

Ecco: Angela in quell'occasione perse un'ottima occasione per far capire
la distinzione fra massa e peso, presentando invece una situazione
assolutamente irrealizzabile.
Per inciso: se non fosse per questo, non sarebbe cosi' difficile e
delicato l'aggancio in orbita fra capsule spaziali. Sebbene li' il peso
non conti nulla, la massa c'e' sempre; e se si fanno avvicinare due
oggetti di massa qualche tonnellata a velocita' non piccolissime, si fa
presto a fare una frittata...
Avete mai sentito qualcuno spiegare questo fatto? Ne' Angela ne' altri
:(

> Si potrebbe dire che un campo gravitazionale influisce sulla metrica
> dello spazio-tempo? Se cosi' fosse quella del rallentamento dell'orologio
> sarebbe solo uno dei vari effetti risultanti. Ragionando in termini di
> metrica diventa tutto piu' semplice. O sbaglio?
Si' e no (questa era una delle domande che mi aspettavo: vedi post
precedente).
Sarebbe meglio dire che cio' che nella fisica newtoniana viene visto
come campo gravitazionale, nella RG discende, insieme con altri
fenomeni, dalla curvatura dello spazio-tempo.
Detto in modo molto semplificato, la presenza di una massa incurva lo
spazio-tempo: ne segue la caduta dei gravi, il moto orbitale, gli
effetti sugli orologi, la deflessione della luce, ecc. ecc.

Nota che rimane vero quanto ho detto nell'altro post: mettiti in un rif.
inerziale (in caduta libera) e in una *piccola* regione di spazio-tempo
potrai ignorare la curvatura, non vedrai nessun campo gravitazionale, e
potrai usare tranquillamente a tutti gli effetti la RR.
Questo si chiama "principio di equivalenza".
-- 
Elio Fabri
Dip. di Fisica - Univ. di Pisa
Sez. Astronomia e Astrofisica
Received on Fri Jun 28 2002 - 08:44:09 CEST

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