Ringrazio tutti coloro che mi hanno risposto.
Ho commentato le loro risposte per chiarire alcune cose che ritenevo
necessarie, cmq ho capito il concetto e dove ero in torto.
Vorrei dire che banalizzare � sempre un errore: Bergson si trov�, come
tanti uomini del suo tempo, a confrontarsi con una teoria tanto grande e
rivoluzionaria che tutt'oggi suscita confusione e ambiguit�. Per un uomo
del 1920 non era facilissimo rinunciare a + di 2000 anni di concezioni
quali il tempo e lo spazio assoluto, e forte era la volont� di comprendere
realmente.
Alcuni hanno liquidato Bergson totalmente, io invece voglio difenderlo: �
stato un pensatore fecondissimo che mi ha fatto riflettere molto, per non
dire che ha influenzato moltissimi scrittori novecenteschi, che di certo
non erano degli sprovveduti.
Nel suo libro "Durata e Simultaneit�" forse si � spinto un po' oltre il
suo ambito, giungendo a conclusioni forzate, ma le sue teorie non vanno
rigettate in blocco.
Ritengo fermamente che si possa condividere pienamente il pensiero di
Bergson, accettando ANCHE la Relativit�, senza alcun genere di
compromessi, poich� stiamo parlando di due ambiti differenti. Per chi
volesse capirci qualcosa di pi�: ho trattato Bergson nella mia tesina
della maturit�. Non ho banalizzato l'argomento, ma non � approfondito
eccessivamente. L'ho fatta in HTML, ma non l'ho ancora pubblicata in
internet perch� ha bisogno di qualche ritocco. Chi volesse mi pu�
contattare via e-mail, e gli spedisco la mia relazione di ~4 pagine su
Bergson. Non � affatto una lettura pesante, tutt'altro: penso che vi
offrir� molti spunti di riflessione.
Grazie di aver preso parte a questa (credo interessante) discussione,
Alejo
--
Memento audere semper.
-- D'Annunzio
Received on Tue Jun 25 2002 - 13:05:07 CEST