Immagino che si sia spesso parlato di questo paradosso, anche se non ne
ho trovato traccia sugli ultimi post di questo NG. Riassumendo, afferma
che se un gemello lascia la Terra su un astronave che viaggia a velocit�
vicina a quella della luce, a causa della dilatazione del tempo,
quando ritorna sulla Terra sar� pi� giovane del gemello rimasto sul
pianeta.
C'� una cosa che non mi convince di questo ragionamento. L'osservatore
che viaggia a una velocit� prossima a c dovrebbe vedere l'osservatore
"fermo" viaggiare a una velocit� prossima a c nella direzione opposta.
Ovvero i due osservatori non dovrebbero essere in grado di distinguere
fra un'astronave che viaggia a una velocit� prossima a c rispetto alla
Terra, e un'astronave "ferma" con la Terra che viaggia a una velocit�
prossima a c nella direzione opposta.
Di conseguenza, ognuno dei due gemelli dovrebbe vedere il tempo
rallentare nel sistema dell'altro. E' un po' come la dimensione relativa
di una persona. Prendiamo due persone distanti fra loro 10 metri che si
allontanano camminando all'indietro osservandosi. Ognuno dei due vedr�
rimpicciolire l'altro. Non � che se uno vede l'altro rimpicciolire,
l'altro lo vede ingrandire.
Applicato al paradosso dei gemelli, questo vuol dire che ognuno vede il
tempo rallentare nell'altro sistema, e quindi quando si reincontreranno,
dovrebbero avere la stessa et�. O no?
Credo che molto giochi sul fatto che per ritornare sulla Terra il
gemello sull'astronave deve comunque viaggiare su un sistema con moto
non uniforme, ovvero ci devono essere accelerazioni e decelerazioni, o
comunque una modifica del vettore velocit�, il che ci porta fuori dalla
relativit� semplice... Commenti? Idee?
Dario de Judicibus
Received on Fri Jun 14 2002 - 10:54:32 CEST
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