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From: Luciano Buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Tue, 28 May 2002 08:27:09 +0000 (UTC)

Elio Fabri" <mc8827_at_mclink.it> wrote in message
news:3CF27A60.DC891DF_at_mclink.it

(cut)
>...(deren Inhalt im folgenden "Prinzip der
> Relativitaet" genannt werden wird) ...
> ----------------
(cut)
> la traduzione letterale e':
> "(il cui contenuto verra' chiamato nel seguito "Principio della
> Relativita'")."
> Come si vede, la parola "esteso" non esiste nell'originale.

Allora vien da chiedersi: qual'� la novit� rispetto alla realitivit�
galileiana?
Secondo me la risposta a questa domanda � gi� stata implicitamente data
(non era la sua una semplice considerazione "en passant") da Rez quando
ha precisato che il cosidetto PRG non � un principio, ma (assunta
l'istantaneit� dell'azione della forza gravitazionale), un teorema.
Non credo che galileo parlasse di un "principio" quando descriveva ci�
che avviene nel vascello, ed in ogni modo, come rileva molto bene lo
stesso Rez, le formule di trasformazione galileiane hanno in matematica
ed in fisica la stessa sostanza.
Per Einstein non � pi� un teorema (i teoremi si dimostrano), ma un
principio, poich� assume un postulato che non c'era in Galileo (e che �
in contraddizone con il suo teorema). eccolo:
>...vom Bewegungszustande des emittierenden Koerpers
> unabhaengigen Geschwindigkeit V...
La traduzione che ne aveva adottato Rez m'era infatti parsa un po'
"ipercorrettiva" per quanto riguarda la parola Koerper (traduceva con
"campo")
Comunque in italiano vuol dire: "velocit� v indipendente dallo stato di
moto del corpo emittente".
Questo � un postulato, a detta dello stesso Einstein, un postulato che
fa assumere quindi la propriet� di "principio" al nuovo enunciato
re�lativistico.
La novit� sta quindi in questo, non nella sua generalit�, perch� questa
era anche la pretesa di Galileo, per quel che gli risultava della luce.
Einstein non ha esteso un bel nulla, ha solo cambiato le regole.
Come dice Marcello Cini in "Un paradiso perduto" (Feltrinelli '94,
pag.45), ha abbandonato la "Fisica Costruttiva" per passare alla "fisica
dei Principi".

Allora io dico questo:
Postulato per postulato, proviamo ad assumere quello opposto.
Lo propongo nella lingua del capellone.
*...vom Bewegungszustande des emittierenden Koerpers
abhaengigen Geschwindigkeit V *
Per chi non sa il tedesco:
"...velocit� v dipendente dallo stato di moto del corpo emittente".
La velocit� della luce V quindi in funzione di quella del corpo
emittente e dell'angolo x di di varicazione dell'emissione rispetto al
vettore v velocita �:
V = [c^2 + v^2 + 2vccos(x)]^0.5

Nessuno, che io sappia, ha mai provato a partire dal postulato opposto a
quello di Einstein, e, credo, per una semplice ragione. L'ipotesi �
stata pregiudizialmente scartata perch� non esistono onde che si
propagano in questo modo: la velocit� di propagazione di un'onda dipende
solo dal mezzo, e non cambia se la sorgente � in moto.

Oggi, in ottica fisica, da quando � sotto il dominio della MQ, si dice
che l'onda � la probabilit� di trovare la particella, l'onda ha perso
tutte le propriet� fisiche, tranne ovviamente una:
*la velocit� di propagazione della probabilit� dipende ovviamente ancora
dal mezzo (la costante dielettrica del vuoto?). Come vi suona questa
affermazione?

Io ho provato.
Intando (come era implicito) � venuto fuori che le righe
dell'interferomento non si spostano.
Se interessa posso continuare a fare altri conti.
Il programma � semplice:
Continuare la verifica andando a vedere se con questo nuovo postulato
(tra parentesi, per la mia teoria dei salti cicloidali � un teorema, ma
lasciamo perdere questo) valgono le equazioni di Maxwell.
Luciano Buggio


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Received on Tue May 28 2002 - 10:27:09 CEST

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