L'assicurazione mi deve liquidare il valore del treno che, di comune
accordo, abbiamo stabilito debba essere proporzionale alla sua
lunghezza.
Io l'ho misurato direttamente (con i regoli) mentre ero in quiete
con esso, e ho trovato che e' lungo L.
Sono andato dall'assicuratore e costui (che faccia tosta!) mi ha
detto che mi rimborsera' soltanto la meta', perche' il suo perito gli
ha documentato che la lunghezza del treno e' uguale a 1/2 di L.
Incredulo gli ho chiesto di farmi vedere la perizia e ho scoperto
che la misura e' stata fatta "al volo" mentre il perito passava sopra
la stazione con un aereo velocissimo.
A causa della contrazione delle lunghezze, la misura e' risultata
essere la meta' della mia.
Io mi sono opposto dicendo che quella era una misura "apparente", e
che solo la mia era "reale".
"Ma quando mai!" mi ha risposto, chiedi un po' ai fisici del gruppo
che frequenti, e vedrai che la misura del mio perito ha la stessa
validita' della tua (e' reale quanto la tua).
Poiche' non mi va di essere turlupinato da quell'imbroglione, vi
chiedo di darmi una mano a dimostrargli che la realta' della lunghezza
del mio treno rimane immutata e non varia certo in base alle misure
"volanti" del suo stravagante perito, che pretende di misurare a
distanza, "a occhio" e con l'orologio!
Luigi Fortunati.
Received on Sat Nov 20 2010 - 12:55:27 CET
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