On 15 Nov, 18:38, "Bruno Cocciaro" <b.cocci..._at_comeg.it> wrote:
> > La relativita', anzi l'interpretazione attuale delle teorie ad essa
> > attinenti, sono assurde, non convincono, non soddisfano.
> > Porre domande e' un modo gentile per dire:
> > "quello che dite, non ci convince".
>
> La gentilezza dipende molto da come si pongono le domande.
> Siccome nella pressoche' totalita' dei casi le domande poste da quelli "non
> convinti" sono banali, chi pone la domanda dovrebbe avere un minimo di
> umilta' da porla assumendo la posizione di chi ha la quasi certezza di non
> aver capito, cioe' di chi non capisce per quale motivo le proprie
> osservazioni banali, per quanto gli sembrino indiscutibili, sarebbero
> sbagliate. Ho detto "umilta'" ma potrei anche dire di "credibilita' verso
> se stesso", cioe' lui stesso dovrebbe dubitare fortemente del fatto che
> siano in errore diverse centinaia di migliaia, forse milioni, di persone che
> ritengono accettabile (nonche' suffragata da numerosi supporti sperimentali)
> la relativita'.
Se qualcuno se ne esce fuori dicendo che la Relativita' non gli
piace, che non lo convince e che quindi e' errata, sono pienamente
d'accordo con te che sbaglia a dirlo e che e' presuntuoso e arrogante.
Invece se riesce a dare una dimostrazione dell'inattendibilita'
della teoria "con i numeri", e se questi numeri risultano essere
improponibili e inaccettabili, allora bisogna prenderne atto.
Se quei numeri sono sbagliati, basta dimostrare che lo sono
(sbagliati).
Se sono giusti, ognuno ha diritto di presentare le cose come stanno,
senza tante remore, senza finta umilta' e senza mezze misure.
I numeri questo hanno di bello: che non imbrogliano.
E allora, quando i numeri ci sono, parliamo di numeri e non di
altro.
Quanto ai "numerosi" supporti sperimentali, io ne ho citati 3
(Hafele e Keating, i muoni e le correzioni del GPS) e nessuno me ne ha
saputo elencare altri.
Infine non credere che la Relativita' sia accettata da tutti,
perche' anche tra gli addetti ai lavori i dubbi non mancano.
Se pochi ne parlano e' perche' ognuno e' restio a farlo per non
esporsi troppo.
Luigi.
Received on Mon Nov 15 2010 - 20:51:17 CET
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