Energia e massa

From: Giovanni Ruffino <giovanni.ruffino_at_libero.it>
Date: Fri, 3 May 2002 16:19:18 +0200

ETERE, ENERGIA E MASSA

Di G. Ruffino

29-3-2002
                                               PREFAZIONE

La fisica moderna, dopo aver soppresso l'etere, afferma che lo spazio �
vuoto.
In questo vuoto per� avvengono molti fenomeni fisici: ci sono i campi che
possono esercitare forze a distanza, c'� la curvatura dello spazio, c'� la
polarizzazione dielettrica e magnetica del vuoto e la corrente di
spostamento, c'� l'energia associata ai campi, ci pu� essere una differenza
di potenziale tra due punti nel vuoto, c'� anche la temperatura del vuoto.
In pi�, la moderna tecnica delle telecomunicazioni ci dimostra che il vuoto
pu� contenere e far viaggiare dentro di se infinite informazioni, e la
meccanica quantistica ci insegna che il vuoto � un continuo ribollire di
energia ed in esso si generano e si annichilano le particelle.
Se chiedete qualche chiarimento su queste strane propriet� del "nulla" ad un
docente universitario di fisica, e come faccia a succedere tutto questo nel
vuoto, quasi sicuramente vi risponder�: - col campo! - come se bastasse
questa parola magica per spiegare tutti i fenomeni del "vuoto". E poi
aggiunger� che tutto � dovuto alle propriet� fisiche intrinseche del vuoto,
ma che lo spazio � assolutamente vuoto perch� il famoso esperimento di
Michelson e Morley ha dimostrato che l'etere non esiste e, inoltre, la
teoria della relativit� di Einstein nega la possibilit� di esistenza di un
sistema di riferimento privilegiato vincolato all'etere e, di conseguenza,
anch'essa nega l'esistenza dell'etere.
Se per� non vi convince il fatto che il vuoto (cio� il nulla) possa
possedere tutte queste propriet� fisiche e cercate di approfondire
l'argomento, ben presto troverete che l'esperimento di Michelson-Morley, in
realt�, non ha dimostrato proprio niente e che lo stesso Einstein dal 1916
in avanti ha presentato alcuni nuovi modelli di etere ultrareferenziali,
cio� concordanti con quanto da lui sostenuto nella teoria della relativit�.

Il presente scritto affronta questi temi e giunge a proporre un nuovo
modello di etere in cui la materia � vista come un effetto dell'energia
nell'etere stesso, e non come un corpo estraneo, in questo modo vengono
superate tutte le incongruenze dei precedenti modelli e viene trovata una
spiegazione razionale ed accettabile ai molti fenomeni del "vuoto",
comprese le forze a distanza.
In particolare nelle pagine proposte viene trattata la connessione reciproca
tra massa ed energia.

ENERGIA E MASSA 26-3-2002

Per la fisica classica e per i nostri sensi la massa di un oggetto � una
propriet� innata ed immutabile, assolutamente indipendente dal suo moto,
dalle sue condizioni energetiche e dallo spazio circostante.
Questa, per�, � solo l'apparenza della realt�, che pu� essere ritenuta
valida finch� le variazioni di energia della massa non sono molto grandi.
Infatti sappiamo, ad esempio, che le reazioni nucleari producono calore
riducendo la massa del materiale fissile.
Il primo a scoprire che la massa pu� variare � stato Lorentz alla fine
dell'Ottocento, quando ha definito la funzione che lega la massa con la
velocit� secondo la formula m= m0frattoradice(1-Belevato2), in cui: (B= v/c,
con v velocit� dell'oggetto, c velocit� della luce e m0 massa a riposo o
nello stato di quiete. In seguito, nei primi anni del Novecento, Einstein
stabil� la connessione reciproca tra massa ed energia con la celebre E =
mc�. Esistono poi gli altri due fenomeni studiati dalla teoria della
relativit�, che si rendono evidenti per oggetti che hanno velocit� non
trascurabili rispetto alla velocit� della luce, e che sono la contrazione
delle lunghezze e il rallentamento del moto reciproco delle particelle in
funzione della velocit� (detto anche: dilatazione del tempo), e i fenomeni
di interferenza delle particelle.
Tutti questi fatti rivelano che, come ha scritto il russo Ovcinnikov, anche
ragionando con metodo puramente materialistico, occorre evidenziare che
l'esistenza stessa di un oggetto e il suo moto nello spazio, in realt�,
fanno parte di un quadro di fenomeni molto pi� ricco e complesso di quanto
presentato dalla fisica classica e di quanto rientra nelle nostre percezioni
sensoriali.
(Tutti i fenomeni fisici citati sono reperibili su qualunque testo
universitario di Fisica).
Ma procediamo per ordine.
Newton per primo ha formulato in modo oggettivo il concetto di massa come -
quantit� di materia -. Egli affermava gi� che la materia � composta da
"atomi" non compenetrabili (naturalmente diversi dall'atomo di Bohr), e
quanto pi� densamente gli atomi sono presenti nel corpo, tanto maggiore sar�
la massa del corpo.
La massa dimostra di possedere due importanti e distinte propriet�, che
sono: l'inerzia e la gravitazione.

Propriet� gravitazionale e Campo

La propriet� gravitazionale si manifesta con le forze a distanza tra le
masse, dette anche interazioni, che furono definite sempre da Newton con la
formula F = G*M1*M2/d2.
Queste forze sono interpretate con il concetto di campo.
Qualche anticipazione del campo avvenne presso gli antichi con il concetto
di " pneuma". Mentre le prime idee moderne furono espresse da Fresnel per
spiegare i fenomeni oscillatori della luce. Ma l'affermazione definitiva
della teoria dei campi si deve a Faraday e a Maxwell per la descrizione dei
fenomeni elettromagnetici.
Il campo � considerato una delle pi� grandi intuizioni della scienza. Con
esso la fisica si � arricchita di una nuova entit� fondamentale da
affiancare alla massa. Prima le equazioni della fisica avevano per oggetto
solamente grandezze riferite alla materia, le equazioni di Maxwell invece
sono riferite al campo elettromagnetico nello spazio, allora immaginato
come uno stato dell'etere, quindi associato a questa sostanza non ben
definita, ma diversa dalla massa.
Nei primi anni del Novecento, non riuscendo a definire modelli di etere
soddisfacenti ed essendo falliti tutti i tentativi di osservarlo, si
soppresse l'etere, mantenendo per� tutte le sue propriet� ed attribuendole
allo spazio vuoto. Cos�, con un po' di sconcerto e in modo molto originale,
il campo divenne: "lo stato perturbato del nulla"!
Molto spesso autori illustri scrivono che il famoso esperimento con
l'interferometro di Michelson-Morley avrebbe dimostrato definitivamente
che l'etere non esiste. Ma, come abbiamo gi� scritto nelle prime pagine
di questo scritto, ci� non � assolutamente vero! In realt� l'esperimento non
� riuscito a dimostrare l'esistenza dell'etere per via della contrazione del
lato dell'interferometro parallelo al moto della Terra, come hanno ben
spiegato FitzGerald, Lorentz, e molti altri famosi tra cui Eddington, in
modo molto chiaro e dettagliato, nel suo libro - Spazio, tempo e
gravitazione -.
E' anche opinione diffusa che la teoria della relativit� di Einstein abbia
definitivamente chiuso il capitolo Etere. Ci� � vero per i modelli di etere
proposti nell'Ottocento. Ma (come � descritto nel recente libro - Einstein e
l'etere - autore Kostro, edizioni Dedalo) fu lo stesso Einstein, dal 1916
in poi, a riproporre alcuni nuovi modelli di etere concordanti con la
teoria della relativit�, anche se dalla fine degli anni trenta in avanti
prefer� scrivere di "propriet� fisiche del continuo spazio-tempo" piuttosto
che di etere. Per� occorre riconoscere che le due terminologie significano
praticamente la stessa cosa perch� nel momento in cui si riconosce che lo
spazio possiede propriet� fisiche scalari e vettoriali, allora lo spazio
diventa un plenum e non pi� un vacuum, poich� il "nulla" non pu� avere
propriet�.
L'etere, secondo Einstein, doveva essere ultrareferenziale, cio� in esso
non si poteva definire un sistema di riferimento assoluto (in accordo con
quanto da lui sostenuto nella teoria della relativit�) dato che non era
costituito da particelle materiali individuabili; ma doveva pur sempre
possedere le propriet� fisiche dello spazio definite dal tensore metrico
gravitazionale e dai campi elettromagnetici.
Ad ogni modo alla fine prevalsero i sostenitori del vuoto (forse perch� i
fisici sono un po' restii ad ammettere che potrebbe esistere qualcosa di
fondamentale che sfugge alla loro conoscenza). Successivamente, con la
meccanica quantistica si scopri che comunque lo spazio non � vuoto, ma
contiene energia in continua fluttuazione ed � anche un "pullulare
fittissimo di particelle virtuali", come coppie di elettroni-positroni o
quark-antiquark.

Propriet� inerziale

Sull'inerzia abbiamo gi� scritto a pag. ------- in cui si evidenzia la
connessione tra corpo, campo ed energia associata al campo che varia con
la velocit�.
I primi enunciati dell'inerzia si ebbero da Galileo e successivamente da
Descartes (Cartesio), mentre in epoca precedente si riteneva che per
mantenere in moto un corpo fosse sempre necessaria una forza che lo
spingesse, come aveva scritto Aristotele, venti secoli prima.
In seguito Newton formul�, in modo molto chiaro e conciso, i tre principi
della dinamica e la celebre formula F = m*a, che riassume in se i primi due
principi.

Massa inerziale e massa gravitazionale

La propriet� inerziale e quella gravitazionale appaiono come due fenomeni
distinti. La fisica distingue quindi due diversi tipi di massa: la massa
inerziale e quella gravitazionale.
Calcolando la forza peso che agisce su di una massa per effetto della
gravit� e tenendo conto che tutti i corpi cadono con la stessa accelerazione
g, si dimostra che la massa inerziale e quella gravitazionale sono almeno
proporzionali tra di loro. Di fatto esse coincidono.
Newton dimostr� sperimentalmente, con buona precisione, che le due masse
sono identiche. Per questo utilizz� un particolare pendolo formato da un
guscio contenente via via oggetti diversi, ma sempre con lo stesso peso
(descritto nel libro Halliday-Resnick). Nel 1908 Eotvos dimostr� che due
masse inerziali uguali producono anche forze gravitazionali uguali, con la
precisione di una parte su 109. Nel 1964 Dicke arriv� alla precisione di
una parte su 1011.
La fisica classica non da molta importanza a questa coincidenza, spesso �
sottintesa o data per scontata, ma essa assume particolare interesse nella
teoria della relativit� generale.

Energia

Il termine energia indica l'attitudine di un sistema a compiere lavoro.
I principali contributi all'affermazione di questo concetto vennero
nell'Ottocento da Joung, Helmhotz, Joule, Kelvin ed altri. In particolare
Joule, che pass� circa 35 anni a trasformare in calore varie forme di
energia, defin� l'equivalente meccanico della caloria e il suo nome fu
assegnato all'unit� di misura dell'energia nel sistema MKS.
Il valore "assoluto" dell'energia dipende solo dalla scelta del sistema di
riferimento e non riveste alcuna importanza. Infatti tutti i fenomeni fisici
dipendono dalle variazioni dell'energia e non dal suo valore assoluto.
Oggi noi usiamo correntemente vari concetti di energia, ad esempio:
cinetica, potenziale, termica, elettromagnetica, chimica, l'energia di
massa, ecc. Per� tutti i tipi di energia sono riconducibili a tre forme
fondamentali: energia cinetica, energia potenziale ed energia di massa. Di
quest'ultima � scritto pi� avanti.
L'energia cinetica dipende dallo stato di moto del sistema. Associate al
movimento, della materia rispetto ad altra materia (anche nello stato
aeriforme), sono sempre presenti delle inevitabili cause dissipative che
tendono a ridurre progressivamente l'energia cinetica trasformandola in
calore. Ci� non succede per il moto dei pianeti, per quello degli elettroni
attorno al nucleo e per il moto di altre particelle subatomiche perch�
avvengono nel "vuoto", inteso come spazio senza materia.
L'energia potenziale invece � dovuta alla posizione reciproca dei vari
componenti di un sistema ed � immagazzinata nello spazio contenente il campo
(gravitazionale o elettromagnetico a seconda dei casi) . Possono aversi
esempi con un corpo sollevato, con una molla compressa o con un condensatore
carico. Questi sistemi possono essere bloccati in un certo stato e possono
conservare per un tempo indefinito la loro energia, perch� non c'� movimento
e quindi non c'� dissipazione.
L'energia potenziale tende sempre ad evolvere verso stati di minor livello
di energia, ad esempio il corpo sollevato tende a cadere, la molla
compressa tende ad allungarsi e il condensatore tende a scaricarsi.
Naturalmente, un sistema pu� possedere contemporaneamente pi� forme di
energia e anche per esse esiste la legge di conservazione e trasformazione.
Sappiamo che alcuni processi di trasformazione sono reversibili, altri
irreversibili.

Principi di conservazione

La fisica classica presenta diverse leggi di conservazione ben separate tra
di loro: la conservazione e trasformazione dell'energia, quella della massa,
della quantit� di moto, del momento della quantit� di moto e quella della
carica elettrica.
La pi� famosa forse � proprio la legge di Lavoisier che, con riferimento
alla materia, afferma: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si
trasforma.
Per� noi da molti anni sappiamo che questa legge � solo approssimata e che
quando si ha sviluppo di energia, ad esempio con una combustione, in realt�,
una piccolissima quantit� di materia si annichila, cio� scompare nel nulla.

  Connessione reciproca tra massa ed energia

La legge che mette in relazione la massa con l'energia � la gi� citata E =
m*c2 di Einstein, in cui c � la velocit� della luce, pari a 3*108 m/s.
Questa formula esprime "l'energia di massa", cio� una massa possiede energia
per il solo fatto di esistere; ma afferma anche che a energia corrisponde
massa.
Con semplici calcoli si trova che la completa conversione in energia di un
solo grammo di materia equivale all'energia prodotta dalla combustione di
circa 2000 tonnellate di benzina, quindi con un rapporto di una parte su due
miliardi.
� evidente che una cos� piccola frazione di massa non poteva essere rilevata
ai tempi di Lavoisier, e risulta assolutamente trascurabile nelle normali
trasformazioni energetiche, ma non nelle reazioni nucleari.
Einstein fuse insieme la legge di conservazione della massa e quella
dell'energia ottenendo un'unica legge di conservazione e trasformazione
della massa-energia.
Con la fisica moderna la massa risulta tutt'altro che immutabile, ma appare
in connessione con le variazioni energetiche che la coinvolgono e,
attraverso il suo campo, anche con lo spazio circostante.
Einstein nel 1921 ha scritto:- il corpo di massa m deve essere considerato
come un grumo di energia di quantit� mc2.

Variazione della massa con la velocit�

Il primo a proporre la variazione della massa fu Lorentz, come gi� detto,
con la formula m = m0/radice(1-B2), da cui risulta che la massa incrementa
con la velocit� secondo. Risulta anche che una particella con massa a
riposo m0 non nulla, non pu� raggiungere la velocit� della luce c, poich�
la sua massa dovrebbe diventare infinita.
La legge di Lorentz ha avuto conferma in innumerevoli esperimenti con gli
acceleratori di particelle di tutto il mondo. I primi esperimenti furono
eseguiti con gli elettroni gi� nel primo decennio del Novecento (ne parla
anche Lenin nelle "Opere").
Vi sono due modi principali per dimostrarne la validit�.
Primo metodo: si inietta una particella carica, ad esempio un elettrone, con
elevata velocit� in un campo magnetico e si trova che il raggio dell'orbita
descritta � maggiore di quello che la particella dovrebbe descrivere se
avesse conservato la massa che aveva nello stato di quiete ( rispetto al
laboratorio).
La carica della particella, invece, rimane costante al variare della
velocit�.
Dalla misura del raggio dell'orbita si determina il nuovo valore della massa
che risulta in perfetto accordo con il valore teorico previsto dalla formula
di Lorentz.
Secondo metodo: si sperimenta un urto elastico tra una particella in moto ed
una particella dello stesso tipo in quiete. La valutazione delle traiettorie
dopo l'urto indica che la particella in moto aveva una massa maggiore della
particella in quiete, anche in questo caso rispettando i valori previsti da
Lorentz.
I due metodi sperimentali sopraddetti accertano l'aumento di massa inteso
solo come aumento delle propriet� inerziali della particella, non essendo
possibile verificare, per una particella che viaggia a velocit� prossime a
quella della luce, l'aumento di massa nel senso di effettivo aumento di
quantit� di materia. (Per quanto riguarda le propriet� gravitazionali, per
oggetti cos� piccoli, non sono valutabili nemmeno quando sono in stato di
quiete).
Ci fu una corrente di pensiero, detta "Idealismo", che cerc� di separare il
concetto di massa da quello di quantit� di materia. A questa era ben
contrapposto il "Materialismo", e lo scontro si estese anche nel campo
filosofico e sociale.
L'esperienza con velocit� molto minori di c, per�, dimostra che per
aumentare l'inerzia deve aumentare la massa intesa come quantit� di materia.
Ad esempio, consideriamo una scatola contenente della sabbia, che si muove
su una superficie piana di ghiaccio con attrito trascurabile. Per far
aumentare le sue propriet� inerziali dobbiamo aumentare la quantit� di
sabbia, cio� di materia, che la scatola contiene. Possiamo pensare che lo
stesso succeda alla nostra particella quando ha velocit� non trascurabile
rispetto a c, e che all'aumento delle propriet� inerziali corrisponda un
effettivo incremento di quantit� di materia della particella.

Variazione della massa con altri fenomeni energetici

La variazione della massa avviene anche in altri casi, ad esempio nei
reattori a fissione, in cui il combustibile fissile libera enormi quantit�
di energia annichilendo la propria massa nella misura di diverse unit� per
cento rispetto alla massa totale.
Con la fusione nucleare, come avviene nelle stelle, l'idrogeno si trasforma
in elio, e vi � una perdita di massa in proporzioni ancora maggiori ed uno
sviluppo di energia ancora pi� abbondante.
Dimostrazioni pratiche della conversione della massa in energia si sono
avute, purtroppo, anche dalle esplosioni nucleari.

Creazione della massa dall'energia

Quando avviene un urto tra positrone ed elettrone, le due particelle si
annichilano e si produce un raggio gamma che possiede energia esattamente
uguale alla massa delle due particelle. Pu� succedere il fenomeno inverso:
un raggio gamma di energia opportuna pu� sparire e creare una coppia
positrone elettrone.
Negli acceleratori si sperimenta che alcune particelle, portate a velocit�
prossima a c, possono trasformarsi in altre particelle di massa maggiore.
Il metodo pi� semplice per generare particelle consiste nell'emettere onde
elettromagnetiche con un'antenna. Infatti nella zona di spazio attraversata
dal campo si generano i fotoni, che sono proprio i quanti del campo
elettromagnetico. Il fotone ha massa nulla a riposo, che significa
semplicemente che non esistono fotoni fermi. Mentre quando � stato creato da
un campo elettromagnetico e viaggia alla velocit� della luce, la sua massa,
pur rimanendo molto piccola, non � pi� nulla, infatti in queste condizioni
il fotone possiede una quantit� di moto non nulla.

Energia e Campo

Abbiamo gi� visto che al campo � associata energia, ma anche alla massa
corrisponde energia. Campo e massa hanno quindi una "matrice comune" che �
l'energia.
Einstein ed Infeld in "L'evoluzione della fisica" a tale proposito hanno
scritto una pagina molto bella che qui si riassume. Dicono i due autori: --
La teoria della relativit� ci insegna che la materia rappresenta grandi
riserve di energia e che l'energia rappresenta materia. Ma anche il campo
contiene energia. Non possiamo dunque procedere ad una distinzione
qualitativa tra materia e campo, in quanto la distinzione tra massa ed
energia non � di ordine qualitativo. Di gran lunga la maggior parte
dell'energia � concentrata nella materia; tuttavia il campo circondante la
particella rappresenta anch'esso dell'energia, sebbene in misura
incomparabilmente inferiore. Potremmo, perci�, dire: si ha materia dove la
concentrazione dell'energia � grande, si ha campo dove la concentrazione
dell'energia � debole. Ma se cos� �, allora la differenza fra materia e
campo appare d'ordine quantitativo, anzich� d'ordine qualitativo. La
stessa difficolt� si presenta nei riguardi della carica elettrica e del suo
campo. Non sembra dunque possibile di stabilire un semplice criterio
qualitativo, per distinguere sia fra materia e campo, sia fra carica e
campo --.

Considerazioni riassuntive

La connessione reciproca tra massa ed energia e i tre fenomeni che
accompagnano gli incrementi di velocit� dei corpi (che sono: l'aumento di
massa, la contrazione delle lunghezze e il rallentamento del tempo)
riguardano tanto le particelle cosiddette elementari, quanto gli atomi o
gruppi di atomi e gli oggetti macroscopici. Inoltre, per le particelle
"elementari" (fotoni, elettroni, ecc.) si verifica anche il fenomeno
dell'interferenza.
Possiamo quindi ribadire che anche la pi� piccola delle particelle
conosciute �, in realt�, un oggetto complesso ed inesauribile (infatti oggi
si afferma che dentro ai quark ci sia una "stringa" che vibra), e che
l'esistenza stessa di un oggetto, e il suo moto nello spazio, � un fenomeno
molto pi� ricco e complicato del quadro semplicistico proposto dalla fisica
classica e di quanto rientra nelle nostre percezioni sensoriali (come
affermato da Ovcinnikov).
Anche per tentare di spiegare il principio d'inerzia occorre concepire la
natura della massa del corpo in base alla stretta relazione tra massa,
campo ed energia associata al campo nello spazio.
Inoltre, i quattro campi fondamentali, che producono i vari tipi di quanti
con le loro energie associate, presentano anch'essi caratteristiche
corpuscolari. E i diversi aspetti della natura: energia, massa, inerzia,
gravit�, carica, magnetismo, temperatura, ecc., con le loro innumerevoli
trasformazioni qualitative, manifestano in modo evidente che nella grande
diversit� della natura c'� una fondamentale unit� entro cui tutte queste
qualit� possono mutare.
In particolare la corrispondenza reciproca tra massa ed energia indica che
deve necessariamente esistere un mezzo che pu� esprimere sia la massa sia
l'energia ed in esso entrambe possono trasformarsi nell'una o nell'altra.
E il concetto di inizio Novecento del vuoto, inteso esclusivamente come puro
spazio con un algida vacuit� dentro, � stato completamente superato dalla
fisica moderna, rivalutando Aristotele quando affermava che: - la natura ha
orrore del vuoto -.
In effetti oggi lo spazio appare come un plenum in cui ha sede la fisica pi�
violenta, con la presenza diffusa di particelle virtuali e la creazione
delle particelle reali quando vi � energia sufficiente. Tanto che oggi il
vecchio adagio di Aristotele pu� essere sostituito con:- Il vuoto contiene
la totalit� della fisica - (frase di H. Pagels, dal libro: Il codice
cosmico, edizioni Boringhieri).
Proviamo a cercare una ragione di tutto questo.

Etere

E' vero che in passato non si � riusciti a definire un modello di etere
coerente con la realt�, questo perch� si immaginavano sempre le particelle
e gli oggetti come corpi estranei all'etere. Infatti (pur tenendo presente
che l'esperimento di Michelson-Morley non ha dimostrato proprio niente)
risulta impossibile immaginare il moto di un oggetto attraverso il mezzo
senza dissipazione di energia, oltre le altre incongruenze gi� scritte nel
numero a pag. ------.
Nel nuovo etere proposto da Einstein, invece, le particelle sono viste come
degli effetti dell'energia nell'etere, allora cadono le ipotesi contrarie e
molte cose diventano interpretabili.
Esponiamo un esempio per descrivere come potrebbe avvenire il moto di una
particella in esso. Immaginiamo una massa di ghiaccio contenente al suo
interno una goccia d'acqua e facciamo un'analogia tra ghiaccio ed etere,
e tra goccia e particella. Nella zona dove c'� l'acqua l'energia termica �
pi� alta di quella del ghiaccio circostante.
Maggiore � la quantit� di energia termica e pi� grande sar� la nostra goccia
d'acqua, proprio come succede tra materia ed energia.
Ora spostiamo quest'energia attraverso il ghiaccio. Con una ideale pompa di
calore sottraiamo calore dalla goccia e lo trasferiamo immutato in un'altra
zona del ghiaccio. Otterremo che dove prima c'era l'acqua si forma
progressivamente il ghiaccio compatto e, nello stesso tempo, la goccia
d'acqua si forma gradualmente nel posto in cui viene ceduto il calore.
La goccia non ha viaggiato attraverso il ghiaccio, ma si � generata dove
l'energia � stata trasferita ed � scomparsa dal posto dove non � pi�
presente. Si realizza cos� un moto apparente della nostra goccia d'acqua
attraverso la massa del ghiaccio, senza che questa ne ostacoli minimamente
il moto.
Nell'etere l'energia viaggia benissimo, spesso anche alla velocit� della
luce. Di conseguenza avviene il moto delle particelle materiali: seguendo le
fluttuazioni dell'energia e prendendo forma nei punti in cui l'energia
supera i livelli quantici; quindi senza incontrare resistenza da parte
dell'etere, saltando anche da un punto all'altro senza passare per quelli
intermedi, proprio come ha fatto la nostra goccia.
Poich� l'energia si sposta nell'etere con moto oscillatorio, le particelle,
che sono generate da questa energia, presentano la doppia natura
corpuscolare ed ondulatoria, ben evidenziata dai fenomeni di interferenza.
Anche le forze gravitazionali possono essere interpretate in questa logica,
come tendenza dell'etere ad assumere lo stato di minima energia potenziale.
Infatti quando sono presenti due masse abbastanza vicine, i due stati
incurvati dell'etere circostanti le due masse (definiti dal tensore metrico
gravitazionale e corrispondenti ai due campi) si sovrappongono e l'etere
tender� allora ad evolvere verso una configurazione complessiva di minima
energia potenziale cercando di avvicinare i due campi.
Questa tendenza si manifester� nel mondo della materia con le forze
gravitazionali che agiscono sugli oggetti.
Infatti, le particelle che formano la materia prendono forma dove � presente
l'energia che le crea, e quest'ultima si sposta insieme al campo.
Lo stesso discorso pu� essere esteso agli altri tipi di interazioni.
Questo modo di intendere la natura, vista come un effetto dell'energia
nell'etere, � diametralmente opposto a quello attuale della fisica, che
inizia considerando gli oggetti autonomi in uno spazio vuoto ed estraneo,
per concludere poi che, in realt�, non � proprio cos�.
Ma, in questo modo, possiamo interpretare i fenomeni citati nella prima
pagina e dare una risposta alla osservazione di Ovcinnikov.
Concludiamo con le parole di Newton: - sostenere che un corpo possa agire a
distanza su di un altro attraverso il vuoto, senza la presenza di un mezzo
intermedio, � per me una assurdit� talmente grande che per questo motivo
ritengo che nessuna persona competente possa accettare una tale opinione -.
E molto probabilmente aveva ragione.
Received on Fri May 03 2002 - 16:19:18 CEST

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