Un intepretazione personale della velocità della luce

From: gianni morando <gianni2_at_virgilio.it>
Date: 8 May 2002 00:10:29 -0700

Definita "velocit� dimensionale" V=D/T il rapporto fra la dimensione
di un corpo D ed il tempo T impiegato a percorrerla, si constata che
due sfere solidali fra loro in movimento, di cui una di diametro
doppio dell'altra, hanno velocit� diverse ed esattamente la piccola ha
una "velocit� dimensionale" doppia della grande.

Traslando questa realt� fisica alle onde elettromagnetiche e
"materializzando" la frequenza alla stessa stregua delle sfere, si
constata che, pur restando la velocit� C sempre costante, la "velocit�
dimensionale" dipende invece dalla frequenza.

Se la realt� fisica delle velocit� delle onde e.m. fosse "quella
dimensionale" la velocit� della luce "non sarebbe costante", anzi
cadrebbe il rospo dell'irrazionale affermazione che C = C + V! In
altre parole, le onde a frequenza maggiore sarebbero pi� veloci di
quelle a frequenza minore.

Infatti, in due sistemi inerziali in allontanamento (vedi fuga delle
galassie) la luce tende verso il rosso. In altre parole la frequenza
diminuisce perch� la "velocit� dimensionale" si comporta esattamente
come la velocit� della fisica classica.

Attendo una critica, Gianni
Received on Wed May 08 2002 - 09:10:29 CEST

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