Re: in serie o in parallelo?

From: Mino Saccone <mino.saccone.xspam_at_fastwebnet.it>
Date: Thu, 9 May 2002 00:08:41 +0200

"Dottor Jekyll" <redlion5_at_jumpy.it> ha scritto nel messaggio
news:abbs4r$ek4$2_at_serv1.albacom.net...
> Fatemi capire una cosa ... ma la presa di corrente domestica pu�, con
buona
> approssimazione, essere pensata come un generatore ideale di tensione ?
Cio�
> intendo un generatore che produce una tensione v(t) sinusoidale di valore
> efficace 220 V e frequenza 50 Hz.

Si'. entro i valori nominali di carico, la tensione erogata dall'Enel e'
praticamente indipendente dal carico stesso. Cio' non vuol dire che essa non
subisca fluttuazioni, ma le cause sono esterne al nostro appartamento:
fulmini, attacco stacco di grosse utenze, commutazioni di linee, etc...

La frequenza poi e' precisa come pochi orologi. Essa e' data da un certo
numero (piccolo) di centrali di grande potenza dislocate un po' in tutta
Europa e sincronizzate su orologi di alta precisione (forse addirittura al
cesio). Si possono avere comunque piccole, ma sensibili fluttuazioni di
fase. Molti anni fa, prima che si diffondessero gli orologi al quarzo, avevo
una sveglia elettromeccanica che non era altro che un motorino sincrono con
gli opportuni ingranaggi riduttori. Bene, non dovevo regolarla altro che per
il cambio dell'ora legale.

> E una lampadina pu�, sempre con buona
> approssimazione, essere pensata come una semplice resistenza R ?
>

Qui la risposta e' un po' piu' ambigua. Cerchero' di essere chiaro.

a) A pari temperatura il tungsteno e' una resistenza abbastanza vicina al
teorico. La funzione V(I) e' quindi una retta passante per l'origine. La
pendenza di questa retta e' pero' fortemente influenzata dalla temperatura
e, tenendo conto che una lampadina accendendosi va da 300 K a 2800 e oltre,
la pendenza (resistenza o resistivita' che dir si voglia) varia di circa un
fattore 20.

b) Quindi se rileviamo la caratteristica V(I) tra 0 e il valore nominale
lentamente, cioe' per stati di equilibrio termico, otterremo una curva con
una marcata concavita' verso l'alto.

c) Ma, se alimenteremo la lampadina, p. es, con una tensione alternata che,
accendendola e spegnendola circa 100 volte al secondo, per inerzia termica,
la portera' a una temperatura circa costante, e se, in queste condizioni
rileveremo, p.es. con un oscilloscopio la funzione V(I) essa ci apparira'
ancora quasi lineare.

d) Se varieremo la tensione alternata applicata, vedremo il segmento
sull'osilloscopio, non solo variare in lunghezza, ma anche in pendenza. Cio'
perche' variando la temperatura varia significativamente la resistivita'.

Questa caratteristica delle lampadine (pendenza variabile della retta)
veniva nel passato usata in radiotecnica per ottenere dei segnali
perfettamente sinusoidali da un oscillatore.

Quello che oggi importa sapere e' che, quando accendiamo una lampadina, la
corrente che circola in un primissimo istante e' circa 20 volte quella
nominale. Questo "istante" dura quanto il transitorio termico del filamento
che, nel caso di grosse lampade o di alogene, puo' avvicinarsi al minuto
secondo. E' bene tenerne conto p.es. quando si progettano le protezioni di
un circuito.

Saluti

Mino Saccone
Received on Thu May 09 2002 - 00:08:41 CEST

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