Re: analisi armonica suono orchestrale
> Questi sono ostacoli tecnici di nessuna rilevanza. A parte il
> fatto che si superano facilmente con la pratica (come la
> poliglottia), il direttore mica deve condurre a prima vista:
> puo' (e deve) prendersi il tempo che vuole per studiarsi le
> parti nei dettagli.
Mi sembra un'osservazione inconferente. Quello che dici è
giustissimo anche se osservo che se la difficoltà fosse così
irrilevante di direttori ce ne sarebbero di più mentre a quanto
ne so la domanda è un po' superiore all'offerta. Ma ipotizziamo
pure difficoltà zero e che chiunque possa dirigere, e che abbia
una memoria e un orecchio interno adeguati alla partitura.
Questo non ha nessuna influenza sul meccanismo di
riconoscimento. Il discorso sta vertendo su come si possa
decodificare il segnale e perché per un software sia così
difficile, e credo prescinda del tutto dalle capacità del
direttore.
Ed è proprio perché il direttore ha il tempo di studiarsi tutto
che può riconoscere gli strumenti anche se il compositore ha
fatto di tutto per 'fonderli' nei passaggi in cui gli serviva
farlo. Conoscendo la melodia di ciascuno e ipotizzando che il
riconoscimento si faccia prevalentemente nei primi ms della
nota, una mente capace di questo genere di discriminazione non
ha grandi problemi: 'sente' nota per nota e quindi lo strumento
alle sue oreccchie è sempre distinguibile da altri. Negli
unisoni l'aiuta la conoscenza della partitura.
> E un direttore d'orchestra non ha accesso alla partitura
> orchestrale di Porgy and Bess (ammesso che si possa parlare
> delLA partitura orchestrale come esistente e unica), oppure
> non e' in grado di capire la strumentazione a orecchio a
> fronte della partitura pianistica? Molto strano. Ciao
Chiunque, anche tu o io può avere accesso alla partitura di P&B
(che avevo citato per altra cosa e mai detto che le prove a cui
ho assistito fossero di P&B) e quasi a qualsiasi altra. Basta
pagare, e tanto: assolutamente troppo per chi voglia studiarla
e comunque tanto anche per una rappresentazione di medio
profilo. Chi possiede materialmente le partiture, e ci sono
ditte specializzate per il noleggio, conosce tutti i trucchi
per tenersele strette. Tipicamente vengono mandate le parti
strumentali separate e la vera e propria partitura è a parte,
con sovrapprezzo (qui non sono sicuro ma qualsiasi orchestra
può confermarti le difficoltà di avere le partiture che non ha
in archivio). Inoltre c'è l'obbligo di restituzione a breve
scadenza, proprio per rendere difficile fare copie. E' ovvio
che le orchestre le fanno lo stesso ma tanto non si può
sfuggire al riconoscere i diritti d'autore quindi il problema
non si pone. Credo ci siano anche penali notevoli per ritardi
sulla restituzione. Le copie comunque le fanno a prescindere,
altrimenti il direttore non avrebbe tempo per studiare quello
che deve dirigere.
Tutto questo non impedisce certamente a un orecchio allenato e
con tanto talento di trascrivere tutto lo scibile e su sette
miliardi di persone ci sono tanti che possono farlo. Con ogni
probabilità ci saranno almeno due dozzine di copie private di
P&B fedeli al 95-99%. Ma anche in questi casi, chi le ha non le
dà in giro volentieri anche se avesse il modo di eludere le
conseguenze legali. Il motivo a mio parere principale è che la
musica è un'arte a sé rispetto alle altre. Anche il musicista
più scalzacani presente in un libro di storia della musica ha
un mestiere tecnico imparagonabile a quello del corrispondente
artista di altre arti (sì, noto l'incoerenza-assurdità ma è un
NG di fisica e stiamo per andare OT). La tecnica necessaria per
comporre ha/comporta un sacco di trucchi di bottega alle volte
difficili da scoprire e imitare. In altre parole se ho la
partitura di P&B e diverse altre, ho accesso a un repertorio di
soluzioni riutilizzabili che un mio concorrente compositore e
che non ha P&B non ha. E parrà strano, di compositori oggi ce
ne sono tantissimi: le varie aziende che propongono decine di
serie in streaming in contemporanea hanno alzato molto la
richiesta di musica da film ed è un genere che tira. Chi ha più
partiture ha più trucchi da usare e può valere di più sul
mercato.
Riguardo a ricostruire la partitura dalla riduzione pianistica
temo andremmo molto OT. Come ho accennato con 5 suoni/parti si
spiega il 99.99% di tutta la musica esistente (e con 4 suoni un
buon 90-95%); teoricamente non ci vorrebbe niente a
distinguerli sulla versione pianistica e distribuirli sugli
strumenti. Ma nella realtà è difficile e ci sono interi manuali
su come farlo perché la corrispondenza non è biunivoca e molte
orchestrazioni da riduzioni/lavori pianistci sono poco
convincenti. E difatti quella di Ravel dei Quadri di
un'esposizione è nota anche perché le orchestrazioni di valore
non sono così tante.
Quindi sì, teoricamente hai ragione: è banale (ma
spaventosamente noioso) passare dal pianoforte alla partitura,
banale capire la strumentazione ma c'è l'arte di mezzo e nella
realtà solo un bravo artista lo sa fare bene.
Beh, io finisco qui perche temo siamo vicini all'OT, ho solo
risposto alle tue osservazioni; caso mai questa linea di
discussione potrebbe continuare altrove per gli interessati.
Received on Thu Dec 30 2021 - 14:34:46 CET
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