Re: rompicapo per esperti

From: Zorag Sorry <kw133_at_yahoo.it>
Date: Wed, 3 Apr 2002 09:40:38 +0000 (UTC)

Mi sono un po' assentato e al mio ritorno ho trovati tutti questi
post...troppa grazia!
Un grazie particolare ad Elio Fabbri che mi ha suggerito come dietro
la divulgazione ci sia (volente o nolente) un abisso di malintesi.
Certamente i miei dubbi nascono da un approccio troppo divulgativo e
generico a questi problemi (dovuto purtroppo al tipo di indirizzo
universitario che seguo).
Siccome in
http://mailgate.supereva.it/it/it.scienza.fisica/msg14758.html
Fabbri afferma che
> La teoria e' perfettamente consolidata, ma non e' semplice.
> E c'e' molta gente (intendo fisici professionisti)
> che non l'ha mai studiata a fondo e pensa di poterne
> parlare "alla buona".

Direi innanzitutto "fuori i nomi"!
Ma con toni seri, la domanda �: Chi fa testo in questo momento sulla
scena internazionale a tal proposito?

Inoltre Ghione ha scritto che
> non puoi pensare alle cariche elettriche come
> pattinatori che si lanciano un pallone (il fotone):
> la forza sarebbe sempre repulsiva. E' pi� complicato

Comprendo che � sensibilmente pi� complicato..ma ci� non vuol dire che
sia impossibile da capire o da spiegare. Il fatto � che forse mi sono
espresso male..ma mi insegnate che il linguaggio naturale questi
skerzi li fa.
Infatti, se � vero (come � vero) che da Schroedinger in poi per le
particelle non possiamo pi� parlare di traiettorie, io posso
tranquillamente rinunciare alla visione meccanicistica e
deterministica della fisica classica: Non � uno sforzo cos� grande
come si pensa..in fondo non possiamo (e non dobbiamo) immaginare
particelle e fotoni con la metafora del ping-pong
(Heisenberg ne morirebbe), cos� come non possiamo rappresentaci
Dio come il vecchio canuto con la barba.
Ma dopo la rinuncia alla descrizione classica dell'universo
(ed in particolare delle interazioni elettromagnetiche), cosa mi resta?

In definitiva a me non interessa "vedere" il fotone che colpisce una
carica, ma capire come questa interazione avviene. In tale prospettiva
i quesiti che ho posto risultano non solo ancora insoluti, ma
(ad eccezione dell'A3) addirittura sacrosanti.
Lascio quindi il posto a chi ha la competenza sufficiente e la
voglia di discuterli.
In bocca al lupo.


PS.: Ho un dubbio che mi nasce mentre scrivo e non so bene come
interpretarlo...Non che il problema reale sia sul linguaggio da
utilizzare? Fino ad oggi, � vero, abbiamo usato le varie matematiche
con risultati eccellenti; ma possiamo continuare in questa direzione
o dobbiamo spingerci pi� in l�, dove il ragionamento
assiomatico-deduttivo non arriva?


-- 
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Received on Wed Apr 03 2002 - 11:40:38 CEST

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