Paolo Cavallo ha scritto:
> Io credo che sia rilevante quanto si trova intorno alla p.174
> dell'Edizione Nazionale.
Questo brano l'avevo ben presente.
Indubbiamente dimostra che G. non riesce a staccarsi dalla Terra, e
non e' ancora arrivato a capire l'influenza della gravita' come una
forza che altera il moto.
"Giacomo \"Gwilbor\" Boschi" ha scritto:
> Sagredo introduce l'argomento chiedendo: "Ma voi, signor Salviati,
> calandovi talvolta dal trono della maest� peripatetica, avete mai
> scherzato intorno all'investigazione di questa proporzione
> dell'accelerazione del moto de' gravi descendenti?"
>
> Al che Salviati spiega aiutandosi con una figura, e conclude: "Talch�
> noi venghiamo liberi di ricercar nuove cause di accelerazione o di
> altri moti, poich� il mobile, tanto stando su la torre quanto
> scendendone, sempre si muove nel modo medesimo, cio� circolarmente,
> con la medesima velocit� e la medesima uniformit�."
Questo invece non lo ricordavo.
Pero' non mi pare dimostri il punto.
E' istruttivo come esempio di un modo di "cercare": G. privilegia
soluzioni geometriche quanto piu' semplici possibile, senza curarsi
qui di proporre esperimenti di verifica (ma del resto come avrebbe
potuto?).
Va anche detto pero' che dice esplicitamente:
"Ma che il negozio, quanto al moto de i gravi descendenti, proceda
cosi' puntualmente, io per ora non lo voglio affermare; ma diro' bene
che se la linea descritta dal cadente non e' questa per l'appunto,
ella gli e' sommamente prossima."
Ossia e' consapevole che si tratta solo di una congettura, per quanto
sia affascinato dalla sua eleganza.
Per inciso, G. sbaglia gia' in partenza quando dice che "il grave
descendente va per terminare nel centro della terra": non conosceva la
conservazione del momento angolare!
--
Elio Fabri
Perche' tu devi pur sapere, aggiunse, mio ottimo Critone, che parlare
scorrettamente non solo e' cosa brutta per se medesima, ma anche fa
male all'anima.
Received on Sat Nov 13 2010 - 21:14:58 CET